F1: Max Verstappen è il nuovo Sebastian Vettel?

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Max Verstappen, due volte iridato campione del mondo, golden boy della Red Bull, potrebbe arrivare presto al suo terzo titolo in Formula 1. Sebastian Vettel ha conquistato quegli stessi traguardi, e anche di più.

Max Verstappen é il nuovo Sebastian Vettel?

Gli esordi

Sebastian Vettel comincia la sua carriera nella categoria regina già nel 2007 al volante della BMW Sauber, in sostituzione di Robert Kubica al GP degli Stati Uniti. Diventa così il pilota più giovane ad aver ottenuto punti alla sua prima gara in F1.

Sempre nel 2007 approda alla Toro Rosso, entrando nel mirino della scuderia austriaca che lo accoglierà negli anni successivi: la Red Bull e il suo team satellite (attuale Alpha Tauri) erano scuderie relativamente neonate, che hanno preso forma dalle ceneri di team al collasso finanziario. Con la Toro Rosso, il Tempio della Velocità diventa teatro della sua prima vittoria, in quel 2008, guadagnandosi anche il record di pilota più giovane ad aver vinto un Gran Premio di F1, all’età di 21 anni e 73 giorni.

Sebastian, prima del salto di qualità nella massima categoria, aveva vinto da bambino numerosi titoli con i kart. Conquista la vittoria anche del campionato tedesco di Formula BMW, per poi destreggiarsi nelle categorie maggiori. Nel 2007 partecipa ancora una volta alla Formula Renault 3.5, ottenendo la sua prima vittoria al Nürburgring, il circuito di casa. Non completerà il campionato, nonostante gli ottimi propositi di successo, per esordire proprio con la Toro Rosso in F1.

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Fonte: Motorsport.com

Max Verstappen arriva nella massima categoria come pilota titolare nel 2015, anche lui alla guida della Toro Rosso. Nelle prime due gare della stagione infrange due record: é il pilota più giovane ad esordire nella Formula 1 (nemmeno maggiorenne), e strappa a Sebastian il ruolo di pilota più giovane ad entrare in zona punti.

La sua passione per il mondo dei motori nasce dal padre Jos Verstappen, ex pilota di F1, e dalla madre Sophie Kumpen, anche lei pilota di kart. Nei suoi primi anni Max riesce a vincere campionati su campionati di kart, per poi approdare nella Formula 3, evitando la gavetta in F2 prima della categoria regina.

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Fonte: FormulaPassion

Golden Boys

Sebastian corre per la Red Bull dal 2009 al 2014: con quella vittoria a Monza si era avocato le attenzioni della scuderia austriaca, lei che quel gradino più alto del podio lo stava ancora aspettando.

Il suo primo compagno di scuderia risponde al nome di Mark Webber, con il quale instaurerà un rapporto piuttosto travagliato, soprattutto in pista. Infatti, il carattere di Sebastian, all’epoca, non era affatto semplice da contenere, un incubo per le Pubbliche Relazioni.

Ma d’altronde, in un certo senso, quella personalità spumeggiante se la poteva anche permettere: iridato quattro volte consecutive alla guida di una Red Bull da sogno, porta al team i suoi primi titoli mondiali e una pagina di storia nella categoria regina.

Un dominio che al pubblico non piaceva affatto, soprattutto ai Tifosi che speravano nel successo di un certo Fernando Alonso, all’epoca pilota della Ferrari.

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Fonte: F1

Max firma il suo primo contratto con la Red Bull nel 2016, quando Daniil Kvjat viene retrocesso alla scuderia satellite e quando ormai Sebastian si é ritagliato un posto nel cuore della Rossa di Maranello. In quella stagione, in occasione del Gran Premio di Spagna, conquista la sua prima vittoria in F1, strappando un altro record all’ex golden boy: diventa il pilota più giovane a salire sul gradino più alto del podio nella massima categoria, a soli 18 anni, 7 mesi e 15 giorni.

Il rapporto con i suoi compagni di scuderia, beh. Daniel Ricciardo è il primo ad attenderlo a Milton Keynes – e i due ancora oggi condividono un’amicizia speciale – ma quando si corre nel pinnacolo dell’automobilismo sportivo non è consigliato dare spazio ai propri sentimenti una volta in pista: la rivalità tra Verstappen e Ricciardo non eguaglia in tutto e per tutto quella tra Vettel e Webber, ma si é esaurita anche qui solo con l’addio di uno di loro al team.

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Fonte: Mark Thompson – Getty Images

Daniel lascia la Red Bull per cercare un nuovo orizzonte, mentre Max si prende tutta la scena. Gli altri compagni non riescono a raggiungerlo, e Christian Horner non dimostra né pietà né pazienza: soltanto Sergio Perez sembra resistere, ma il suo sedile non è poi così al sicuro.

Questa strategia, però, ha ripagato: Max Verstappen riporta la coppa più ambita nelle mani della scuderia austriaca, prima nel 2021 e ancora nel 2022, procedendo con l’acceleratore sempre abbassato anche verso il suo terzo titolo, il quarto un sogno che si può già toccare con mano. Un altro successo che alla Ferrari lascia proprio l’amaro in bocca.

Non sono mancati fischi, insulti e minacce quando Vettel era all’apice della sua carriera, e non si stanno facendo mancare certamente neanche a Verstappen. Persino i giornalisti non sanno più come toccare l’argomento, e quando domandano delle loro sensazioni la risposta è molto simile: il pubblico continuerà a disprezzarmi, e io continuerò a vincere. Nonostante il sorriso sul podio ogni tanto perda di intensità, sia Sebastian che Max hanno raggiunto successi che hanno saputo ripagare tutto l’odio immeritato ricevuto negli anni.

Il Cavallino rampante

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Fonte: Twitter

Seb ama e amerà sempre la Ferrari, al punto di continuare ad incolparsi per non essere mai riuscito nell’impresa di vincere un titolo mondiale con il Cavallino rampante. Ancora oggi l’ultimo ad esserci riuscito é Kimi Raikkonen – grande amico ed ex compagno di scuderia dello stesso Sebastian – nel 2007, quando quest’ultimo era stato appena svezzato dalla Toro Rosso.

La lotta con la Mercedes, in particolare con il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, ha visto le sue speranze frantumarsi, prima di ritrovarsi relegato al ruolo in cui lui aveva messo tanti altri piloti prima di sé. Charles Leclerc, Il Predestinato, era diventato il nuovo fantino su cui puntare.

Ma i risultati tardano ad arrivare, in una scuderia che si bagna nella gloria degli anni passati più che di champagne durante la cerimonia del podio.

Così Sebastian perde il sogno di una vita: il 12 maggio 2020 viene ufficializzato il suo addio alla Ferrari, deciso dai soli dirigenti della stessa scuderia.

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Fonte: Ultima Staccata

Vi chiederete che cosa c’entri Max Verstappen qui, in mezzo alla marea rossa.

La scuderia di Maranello per storia e fama si contraddistingue in tutto il mondo, e quegli stessi gloriosi risultati sono un vanto indiscutibile, ma andrebbero un poco rispolverati. Max è felice della famiglia che ha trovato a Milton Keynes, ma non si trattiene dal buttare l’occhio nei vicini garage.

Sarò sempre alla guida di una Red Bull? Dipenderà anche da quanto saremo competitivi tra qui e il 2028. Penso sarebbe difficile lasciare con un progetto dominante. Mi chiedono spesso se abbia una squadra dei sogni: so che la Ferrari ha una storia unica in Formula 1. È una squadra per la quale sarebbe fantastico correre. Però, ho sempre detto a me stesso di voler essere semplicemente sulla macchina più veloce“, sono state le sue parole, rilasciate ai microfoni di Sky.

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Fonte: Vladimir Rys

Schumi

Michael Schumacher di pagine di storia in Formula 1 ne ha scritte tante. E la voce del suo nome risuona nella vita di entrambi i nostri protagonisti.

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Fonte: Twitter

Per Sebastian è stato un mentore, e continua ad essere ancora un idolo. Suo connazionale, quei sette titoli mondiali lo hanno reso una leggenda anche oltre il mondo delle corse sportive, ma soprattutto quelli vinti con la Ferrari sono stati la scintilla che ha spinto Seb a voler raggiungere gli stessi traguardi con il Cavallino rampante.

Per il piccolo Max, invece, Schumi valeva come uno zio, con il quale organizzare le proprie vacanze o mangiare assieme un gelato. Grande amico di Jos e Sophie, è stato partecipe di tutta la sua infanzia, con Mick Schumacher e il resto della famiglia sempre al seguito.

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Fonte: The Mirror

Su i motori

Ma quindi, Max Verstappen può essere il nuovo Sebastian Vettel? In realtà, già la domanda mi pare assurda. Non esiste pilota che ne possa eguagliare un altro, esistono solo tratti che possono renderli comparabili, persino simili.

L’esperienza e la personalità sono caratteristiche che inevitabilmente si riflettono nel loro modo di destreggiarsi in pista, ma un fondo di verità esiste: sono i soli due piloti che sono stati in grado di procurare un poco di quella gloria – gelosamente custodita dalle scuderie storiche – alla Red Bull. Golden boys indiscussi.

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Fonte: Fox Sports

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