F1: Charles Leclerc, il Predestinato

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Charles Leclerc assume il titolo di “Il Predestinato” da Carlo Vanzini, telecronista di Sky Sport che ci accompagna in ogni Gran Premio della categoria regina. L’appellativo vuole riflettere una strada costellata di successi, tali da aver portato il pilota a correre in Formula 1 per la Ferrari, realizzando così uno dei suoi più grandi desideri.

L’altro sogno, però, lo vedrebbe un giorno – che sembra ancora fin troppo lontano – laurearsi campione del mondo con la Rossa, riportando a Maranello quella coppa che manca dal 2008, e un pilota della Rossa nell’albo d’oro, assente dal 2007.

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Fonte: Instagram @ charles_leclerc

Charles Leclerc, il Predestinato

Charles Leclerc, classe 1997, nasce il giorno 16 ottobre a Monte Carlo. Sua madre Pascale viene descritta come una delle donne più importanti e forti della sua vita, mentre suo padre è un volto già noto nel motorsport, Hervé, pilota di Formula 3000 negli anni ’80 e ’90.

A soli quattro anni Charles aveva già deciso chi voleva diventare da grande: la passione per i motori venne trasmessa dal padre, il quale lo accompagnò a visitare una pista di proprietà di un altro nome difficile da dimenticare, Jules Bianchi. Qui, Charles sale per la prima volta su un kart e passa l’intera giornata a divertirsi dietro al volante. Se il piccolo Charles deve al padre l’amore per l’automobilismo, è Jules a portarlo tra le braccia della Ferrari.

L’amicizia con Jules (amico e padrino) era e sarà sempre qualcosa di speciale per il pilota monegasco: “Senza Jules non sarei da nessuna parte, mi ha insegnato davvero tantissime cose, fin da quando ero piccolo, che mi hanno permesso di fare i primi passi importanti nella mia carriera, è stato fondamentale per me soprattutto nella mia crescita personale e come uomo. Jules sarà per sempre con me“.

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Fonte: Twitter

Ho già avuto modo di raccontare le dinamiche che hanno segnato la morte di Jules Bianchi, ma il dolore provato da amici e familiari in quel maledetto 5 ottobre 2014, a Suzuka, sarà sempre impareggiabile: “Non guardavo la gara, l’ha vista mio papà, e quando sono tornato non voleva farmi vedere. Mi disse che c’era bandiera rossa, io capii che qualcosa non andava“, confessa Charles alle penne della Gazzetta dello Sport.

Quando ho capito è stato durissimo, un’esperienza terribile. Nei nove mesi tra l’incidente e la sua morte sono andato spesso da lui in ospedale, gli sono stato vicino. È stata una sofferenza grandissima, le nostre famiglie erano davvero molto unite, e lo sono ancora oggi. Separarmi da lui è stato davvero tanto difficile“.

Charles inizia a correre con i kart nella pista gestita proprio dal padre di Jules, a Brignoles, ed è ancora grazie a Jules che riesce ad entrare nella Ferrari Driver Academy: “Parcheggiata la macchina, andammo verso il cancello che portava nel luogo dei sogni. Lui passò, ma io fui fermato“, racconta il pilota monegasco, “Jules mi disse: ‘Lavora e forse un giorno ti faranno passare’. Quel giorno è arrivato“.

Il Predestinato, ormai tutti lo chiamano così, lui che già dagli anni di gavetta con i kart dimostrava un talento passionale, lui che ha dominato sin dalla prima gara la GP3 Series. Nel 2017 si laurea campione in Formula 2, diventando poi collaudatore nella massima categoria per la Haas e la stessa Ferrari. Nel 2018 corre come pilota di F1 alla guida della Sauber e nel 2019 si trova di nuovo là, a Maranello, ma Jules non c’è più, e nemmeno suo padre.

Dopo la morte di Jules, la scomparsa di mio padre che mi aveva sempre seguito è stata un secondo shock. È stata dura, non c’è nulla in grado di prepararti al momento in cui perdi tuo padre“, ha rivelato Charles nella sua biografia, Le Prodige, “Sono diventato più maturo perchè la perdita mi ha fatto diventare più responsabile, crescendo come un uomo. Mentalmente sono diventato più forte che mai. Perdere il padre così presto nella vita è qualcosa che ti cambia per sempre“.

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Fonte: Twitter

Hervè Leclerc muore all’età di 54 anni, dopo il travaglio di una lunga malattia, lasciando una moglie e tre figli che ancora ne conservano con amore il ricordo. Quattro giorni dopo la sua morte, Charles avrebbe vinto il GP d’Azerbaijan di F2: “Mi sono chiesto cosa avrebbe voluto che facessi in quel momento e la risposta era correre“.

Due anni dopo, però, un’altra persona molto cara a Charles trova la morte, ancora per un incidente avvenuto in pista. Anthoine Hubert, ho già raccontato, voleva anche lui correre in F1, ma non ce l’ha fatta a realizzare il suo sogno, perché in quel tragico incidente del 31 agosto 2019 la vita gli è stata strappata a soli ventidue anni, a Spa-Francorchamps.

È molto difficile vedere morire persone care a causa dello sport che ami di più. Ma non penso di fermarmi“.

Il giorno seguente alla morte di Anthoine, Charles conquista la sua prima vittoria nella massima categoria, dedicandola all’amico scomparso. La settima successiva vince ancora, a Monza, nel Tempio della Velocità, dopo nove anni che la Ferrari non trionfava in quella che è ormai la sua seconda casa.

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Fonte: FIA

Charles Leclerc ha ancora un sogno, quello di diventare campione del mondo con la Ferrari, lo stesso sogno che aveva Sebastian Vettel, già quattro volte iridato, suo mentore nei primi anni alla guida della Rossa. Sebastian non ci è riuscito, e Kimi Raikkonen rimane l’ultimo campione che il Cavallino rampante può vantare all’appello.

Charles però ci crede, lui che la scorsa stagione l’ha chiusa in qualità di vice-campione, il titolo ancora ben saldo nelle mani di Max Verstappen, con il quale ha condiviso tante esperienze in pista già dagli anni sui kart.

Nonostante una Ferrari che sembra ormai l’ombra dell’orgogliosa scuderia che condivide ancora la leggenda del sette volte campione del mondo Michael Schumacher, una Ferrari che ha permesso di scrivere la storia della Formula 1, ma che oggi tra errori e discrepanze non sembra affatto la casa del prossimo laureato.

Il sogno c’è ancora, vivido e forte, e forse non sarà la scuderia di Maranello a permettergli di realizzarlo, ma non sono queste le parole che i Tifosi vogliono sentire. Magari non dovrei metterci becco io che pur tifando Red Bull ho monopolizzato un intero articolo per raccontarvi una storia, la storia de Il Predestinato.

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Fonte: Instagram @ charles_leclerc

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