Disegni di legge sempre priorità: dopo quello contro le parole inglesi, ecco che arriva anche un divieto contro la carne coltivata in laboratorio e che quindi contribuirebbe a diminuire l’omicidio di tanti animali. A mettere sul tavolo la proposta è il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, e prevede multe da 10.000 a 60.000 euro, confisca dei prodotti di chi viola le regole, produzione e vendita di alimenti da colture cellulari per il consumo umano e animale e chiusura delle fabbriche. Intanto all’estero tramite carne sintetica si è prodotta la carne di mammut.
Parliamo del ddl contro la carne sintentica. In primis, si sostiene come «lo status della ricerca e della sperimentazione degli alimenti sintetici sembra essere a una fase embrionale” e pertanto non si sarebbe nelle “condizioni, scientifiche soprattutto, di poter escludere che tali alimenti prodotti artificialmente, non abbiano delle conseguenze negative per la salute degli esseri umani». Ma in realtà, la prima azienda a ottenere il via libera dal dipartimento della Salute degli Stati Uniti per commercializzare la carne creata in laboratorio, ovvero la Upside Foods, sta ormai testando i prodotti sugli essermi umani da ben sette anni. A Singapore, invece, si mangia carne sintetica dal 2020.
Per il ministro, poi, non ci sarebbero delle «evidenze scientifiche che dimostrino potenziali vantaggi per l’ambiente», ma, al contrario, scienziati e ricercatori avrebbero messo in guardia per i «rischi che tale produzione industriale potrebbe arrecare ai sistemi agricoli». Tuttavia, l’ultima ricerca di Ce Delft, un centro di ricerca indipendente accreditato dall’Unione Europea, afferma che la carne coltivata in laboratorio potrebbe ridurre le emissioni di gas serra del settore del 92%, ridurre l’inquinamento del 93%, ridurre il consumo di suolo del 95% e il consumo di acqua è ridotto del 78%.
A ciò ci aggiungiamo anche l’opinione del nutrizionista Emiliano Bruni intervistato a Dritti al punto, su Cusano Italia TV, dove afferma che «il dibattito sulla carne sintetica va affrontato in modo trasversale. Perché si è arrivati alla necessità d produrre carne in modo sintetico? Probabilmente dal punto di vista ambientale ci rendiamo conto che i costi dell’alimentazione mondiale non sono più sostenibili. Non riusciamo più a sostenere il costo degli allevamenti intensivi, né quello delle piantagioni di mais e di soia. Ovviamente dobbiamo ragionare in modo globale, perché scarichiamo quei costi ambientali sui paesi più poveri del mondo».
Ha anche sottolineato che «carne sintetica e farina di grillo hanno paradossalmente vantaggi enormi sia dal punto di vista nutrizionale, sia dal punto di vista dei costi ambientali. Sicuramente se rispondiamo di pancia, respingere questi alimenti è più che legittimo da parte dei non addetti ai lavori. Ma da nutrizionista devo dire che la carne sintetica non fa male, anzi addirittura può essere un salvacondotto per ridurre i rischi cardiovascolari. La carne sintetica, infatti, viene sostanzialmente svuotata da tutti quei grassi proinfiammatori che ha la carne classica».
La carne sintetica di mammut
E quindi, mentre in Italia è ancora una discussione e addirittura si cerca di vietarla perché si ha ancora quella mentalità preistorica, in paesi come l’Australia è stata realmente creata una polpetta di carne sintetica di mammut, partendo dal suo DNA. «Abbiamo scelto il mammut perché è un animale simbolo della perdita di diversità e dei cambiamenti climatici», ha detto al The Guardian George Peppou, CEO di Vow, un’azienda australiana, che sta adottando un approccio diverso alla carne coltivata, in quanto il suo obiettivo è mescolare e abbinare cellule di specie non convenzionali per creare nuovi tipi di carne.
La prima carne coltivata ad essere venduta ai commensali sarà la quaglia giapponese, che l’azienda prevede sarà nei ristoranti di Singapore quest’anno. «L’obiettivo è far passare qualche miliardo di consumatori di carne dal consumo di proteine animali [convenzionali] al consumo di cose che possono essere prodotte in sistemi elettrificati. E crediamo che il modo migliore per farlo sia inventare la carne. Cerchiamo cellule facili da coltivare, davvero gustose e nutrienti, quindi mescoliamo e abbiniamo quelle cellule per creare carne davvero gustosa», aggiunge lo studioso.
Tim Noakesmith, che ha co-fondato Vow con Peppou, ha dichiarato: «Abbiamo scelto il mammut lanoso perché è un simbolo della perdita di diversità e un simbolo del cambiamento climatico». Si pensa che la creatura sia stata portata all’estinzione dalla caccia degli umani e dal riscaldamento del mondo dopo l’ultima era glaciale. L’idea iniziale è stata di Bas Korsten dell’agenzia creativa Wunderman Thompson: «Il nostro obiettivo è iniziare una conversazione su come mangiamo e su come possono essere e avere un sapore le future alternative. La carne coltivata è carne, ma non come la conosciamo».
Vow ha lavorato con il Prof Ernst Wolvetang, presso l’Australian Institute for Bioengineering presso l’Università del Queensland, per creare la proteina del muscolo mammut. Il suo team ha preso la sequenza del DNA per la mioglobina di mammut, una proteina muscolare chiave per conferire alla carne il suo sapore, e ha colmato le poche lacune usando il DNA dell’elefante. Questa sequenza è stata inserita nelle cellule staminali del mioblasto di una pecora, che si è replicata per crescere fino a raggiungere i 20 miliardi di cellule successivamente utilizzate dall’azienda per coltivare la carne di mammut. E voi la mangereste?
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty