Statua di Papa Giovanni Paolo II sfregiata in Polonia

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Tutto è iniziato, o forse ricominciato, da quando è stato trasmesso da TVN, emittente indipendente che non ha paura di criticare il governo conservatore polacco e tutte le sue discutibili scelte, un documentario che sosteneva che Papa Giovanni Paolo II, il Papa polacco, avesse coperto degli abusi sessuali su minori che coinvolgevano il clero nella sua nativa Polonia prima della sua elezione a pontefice. Poi, se dobbiamo essere onesti, il Papa Wojtyła viene spesso criticato per il suo silenzio sul caso della scomparsa della giovanissima Emanuela Orlandi.

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Parliamo brevissimamente del caso di Emanuela Orlandi e di come sembrasse che Papa Giovanni Paolo II, o meglio il Vaticano, fosse coinvolto nell’insabbiamento del caso. Ancora oggi il nome di Emanuela è un po’ un tabù nel Vaticano, il primo Papa a pronunciare il suo nome è Francesco, che disse ai familiari che la ragazza è in cielo: «Dopo gli anni di silenzio di Ratzinger, soltanto sentire il nome di Emanuela pronunciato da un Papa è stata una cosa forte». Quando Papa Benedetto XVI morì, Pietro Orlandi disse che «Ratzinger, come il suo predecessore, è rimasto in silenzio fino alla morte».

Sul caso di Emanuela Orlandi ci sono state diverse ipotesi, dall’allontanamento volontario da casa all’attentato a Giovanni Paolo II, dallo scandalo IOR e il caso Calvi alla Banda della Magliana, finendo con la pedofilia. Tuttavia, non sappiamo quale di queste teorie sia quella che cela la verità. Il caso è stato anche collegato alla scomparsa di Mirella Gregori, una quindicenne scomparsa il 7 maggio dello stesso anno a Roma. Nessuna delle due è stata mai ritrovata. Ma per Papa Giovanni Paolo II la questione è ancora più complessa, perché è anche stato accusato di aver coperto degli abusi su minori da parte del clero polacco.

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La statua di Papa Giovanni Paolo II è stata sfregiata

Il documentario investigativo già nominato e pubblicato da TVN ha causato non poco scandalo, ma non solo. Un giornalista olandese, Ekke Overbeek, ha anche pubblicato un libro intitolato “Maxima Culpa“, in cui si afferma che Giovanni Paolo II ha contribuito a coprire casi di abusi clericali prima di diventare papa. Molti cattolici polacchi lo hanno visto come un attacco all’eredità di un uomo venerato in Polonia come una delle più grandi figure nella storia della nazione e venerato anche come santo dai cattolici di tutto il mondo grazie alla canonizzazione accelerata del Vaticano dopo la sua morte nel 2005.

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Ovviamente, come qualsiasi situazione che riguardi la chiesa in Polonia, la questione è divenuta politica e il governo ha definito il documentario un attacco all’identità e agli ideali della nazione da parte dell’opposizione politica liberale. In molti, quindi, sono scesi in piazza a marciare, approfittando anche della domenica delle Palme, e insieme a loro c’erano persino il ministro della difesa e il capo della corte costituzionale, secondo l’emittente polacco Polsat News.

A Varsavia, alcuni manifestanti hanno portato le bandiere nazionali polacche e la bandiera della Solidarietà, il sindacato che Giovanni Paolo II ha ispirato dopo essere stato eletto papa nel 1978 e che ha svolto un ruolo cruciale nel rovesciare il comunismo in tutta l’Europa orientale un decennio dopo. Addirittura, una coppia ha detto di essere furiosa con TVN per aver prodotto un documentario che considerano diffamatorio nei confronti del defunto pontefice, ricordando anche il comunismo come un periodo oscuro in cui la nazione era controllata dall’Unione Sovietica.

«Sono arrivato alle sette di questa mattina. Per il primo quarto d’ora sono rimasto lì e non sapevo cosa fare. Dopo i primi 15 minuti, ho sentito dentro di me la domanda: cosa avrebbe fatto Giovanni Paolo II? La risposta è ovvia. Giovanni Paolo II avrebbe pregato per i colpevoli», ha affermato l’arcivescovo di Lodz, la città polacca dove è stata vandalizzata la statua del Papa, monsignor Grzegorz Ryś.

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