Gaenswein parla del caso di Emanuela Orlandi

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Da quando è morto Papa Benedetto XVI, si è tornati anche a parlare del caso di rapimento di Emanuela Orlandi, che a breve avrebbe dovuto compiere 55 anni ma che è scomparsa da 40 anni. Le ultime notizie riguardano delle dichiarazioni del segretario di Ratzinger, mons. Georg Gaenswein, secondo cui il Papa avrebbe ordinato di distruggere tutte le sue carte private. Ha anche parlato di ipotetici dossier sul caso Emanuela Orlandi, negandone l’esistenza, nonostante lui stesso, parlando con la legale della famiglia, disse qualcos’altro.

Quando Emanuela Orlandi è scomparsa aveva 15 anni, era figlia di un funzionario del Vaticano, commesso alla Prefettura della casa pontificia. Viveva nel Vaticano. Aveva telefonato a casa da una cabina telefonica dicendo che avrebbe tardato a rientrare perché non arrivava l’autobus e raccontando di essere stata avvicinata da un uomo che le aveva offerto di lavorare per distribuire volantini della linea di cosmetici Avon. Tuttavia, la ditta negherà di avere programmi di distribuzione di volantini. Emanuela, poi, quel bus non l’avrebbe mai preso, e da quel momento non avremmo più avuto sue notizie.

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Ancora oggi il nome di Emanuela è un po’ un tabù nel Vaticano, il primo Papa a pronunciare il suo nome è Francesco, che disse ai familiari che la ragazza è in cielo: «Dopo gli anni di silenzio di Ratzinger, soltanto sentire il nome di Emanuela pronunciato da un Papa è stata una cosa forte. Pensammo subito che Francesco sarebbe stato disponibile al dialogo. Invece abbiamo poi trovato un muro più alto di prima», ha detto Pietro Orlandi, che, tuttavia, ha scritto più volte a Papa Francesco, ricevendo una risposta con «frasi di circostanza».

Sul caso di Emanuela Orlandi ci sono state diverse ipotesi, dall’allontanamento volontario da casa all’attentato a Giovanni Paolo II, dallo scandalo IOR e il caso Calvi alla Banda della Magliana, finendo con la pedofilia. Tuttavia, non sappiamo quale di queste teorie sia quella che cela la verità. Il caso è stato anche collegato alla scomparsa di Mirella Gregori, una quindicenne scomparsa il 7 maggio dello stesso anno a Roma. Nessuna delle due è stata mai ritrovata.

Gaenswein parla del dossier su Emanuela Orlandi

Qualche giorno fa, quando la morte di Papa Benedetto XVI è stata annunciata, il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, ha commentato dicendo che «Ratzinger, come il suo predecessore, è rimasto in silenzio fino alla morte. Speriamo abbia lasciato qualcosa di scritto», e le dichiarazioni del suo segretario sembrano quasi una risposta a questa sua richiesta. Fra una settimana, tra l’altro, ci sarà un sit-in per Emanuela, il 14 gennaio 2023 dalle 16.30 alle 18.30 a largo Giovanni XXIII a Roma.

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«I fogli privati di ogni tipo devono essere distrutti. Questo vale senza eccezioni e senza scappatoie», ha detto mons. Georg Gaenswein, rispettando le volontà di Benedetto XVI. Nel libro “Nient’altro che la verità“, dice di aver «ricevuto da lui precise istruzioni, con indicazioni di consegna che mi sento in coscienza obbligato a rispettare, relative alla sua biblioteca, ai manoscritti dei suoi libri, alla documentazione relativa al Concilio e alla corrispondenza». Ma viene anche spontaneo chiedersi: perché? Cos’ha da nascondere? Perché dovrebbe voler non lasciare tracce di qualcosa?

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Gaenswein rivela anche che, oltre al testamento spirituale che è stato anche pubblicato dal Vaticano, Ratzinger ha lasciato anche «annotazioni relative ad alcuni lasciti e doni personali, per il cui adempimento ho il compito di esecutore testamentario, sono state aggiornate via via nel corso degli anni, fino alla più recente aggiunta del 2021», e potrebbe essere un testamento materiale con le sue collezioni di libri e musica. Il libro di Gaenswein, scritto a quattro mani con il giornalista Saverio Gaeta e che uscirà la prossima settimana, parla anche del caso di Emanuela Orlandi, tuttavia non nel modo che vorremmo.

«Io non ho mai compilato alcunché sul caso Orlandi per cui questo fantomatico dossier non è mai stato reso noto unicamente perché non esiste», dice a riguardo della ragazza scomparsa nel 1983. Tuttavia, la stessa legale della famiglia, fa sapere qualcos’altro: «Lo andai a trovare alla Prefettura della Casa Pontificia quando ancora esercitava in modo sostanziale il munus di Prefetto e fu lui stesso a dirmi, tra le altre cose, che esisteva, eccome, un dossier riservato su Emanuela e che avrei dovuto insistere per farmelo consegnare dalla Segreteria di Stato. Quando gli chiesi di conoscerne il contenuto, o almeno qualche elemento di esso, ribadì che avrei dovuto indirizzare le mie richieste alla Segreteria di Stato».

14 Gennaio 2023 Largo Giovanni XXIII -Roma dalle 16.30 alle 18.30 Noi non rinunceremo mai e continueremo fino alla…

Pubblicato da Pietro Orlandi su Lunedì 2 gennaio 2023

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