F1: Max Verstappen racconta la sua infanzia e di quando suo padre lo abbandonò in autostrada, ancora una volta

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L’infanzia di Max Verstappen sembra essere diventata un taboo, sempre meno manifesto. Ne avevamo già parlato, di taboo, nella categoria regina, ma avevamo già discusso anche del rapporto che lega il due volte campione del mondo e Jos Verstappen, suo padre.

Le conferme – per chi ancora avesse ragione di dubitarne – arrivano dal documentario “Anatomy of a Champion“, che vede come protagonista proprio Max e la sua vita a tutta velocità. Qui, però, emergono anche riferimenti ad alcuni dei momenti più dibattuti dell’infanzia del campione in carica.

La Formula 1 non è di per sé un mondo per chi non è in grado di compiere sacrifici, che siano di natura economica o relazionale. Jos su questo non pareva aver alcun dubbio: suo figlio avrebbe vinto (e così è stato) e sarebbe stato per merito suo (parliamone).

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Fonte: Batchelor – XPB Images

Max Verstappen racconta la sua infanzia e di quando suo padre lo abbandonò in autostrada, ancora una volta

Non vi è più possibilità di smentire il passato: è Max medesimo a raccontarci dell’accaduto, ancora una volta. La vicenda risale al 2012, quando il nuovo golden boy della Red Bull era ancora un bambino di dieci anni.

Quella volta mio padre era davvero arrabbiato. Si trattava di un campionato mondiale. Era la mia prima opportunità per vincere il titolo. Negli anni precedenti lui ha preparato ogni cosa per me, ha provato i motori, ogni cosa era stata ben organizzata. Così ho pensato ‘Possiamo vincere!’“, ha raccontato il pilota.

Sono rimasto davanti alla partenza, ma poi sono stato superato. Ero così arrabbiato del fatto di essere stato sorpassato che allo stesso giro ho provato a superare lo stesso ragazzo, in modo totalmente inutile. Mio padre era così arrabbiato con me per aver fatto quella stupida mossa. Io ho praticamente buttato tutto quanto via“.

Ovviament, ero triste e arrabbiato con me stesso, sai, fare quell’errore… poi ho provato a parlare con lui nel furgone, ci aspettavano 17 ore di viaggio verso casa. Lui non voleva parlare con me. Era così seccato da questa cosa. E così mi fa ‘Vai via!’. Si è fermato al distributore di benzina e ha detto ‘Esci fuori!’. E poi è ripartito“.

Max era ancora un bambino quando si ritrovò in quel distributore di benzina, in Italia. Riuscì a contattare sua madre, Sophie Kumpen, nonostante non conoscesse alcuna parola della nostra lingua, e solo dopo Jos ritornò indietro. Non gli parlò ancora per settimane.

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Fonte: GPFans

Ma Jos procede imperterrito: “Ci sono persone che dicono che sono un cattivo padre perché ho maltrattato mio figlio, ma non l’ho mai fatto“.

L’ho cresciuto io, e sono stato duro con lui. Questo era il mio piano, molte persone non possono immaginare cosa ci vuole per raggiungere il massimo livello assoluto di uno sport. Di solito non sono un tipo che ama parlare di questo genere di cose, ma credo che questo dia un’idea più precisa di come ognuno di noi abbia vissuto quel periodo. So di non essere la persona più facile con cui lavorare e ho preteso molto da Max, ma lui è stato in grado di sopportare tutto. È sempre stato mentalmente molto forte“, ha continuato l’ex pilota di F1.

Infatti, sia Max che la sorella maggiore Victoria sono stati più volte partecipi dei litigi che hanno logorato il matrimonio dei loro genitori, fino alla firma delle carte del divorzio. Max è rimasto con Jos, in quanto già pilota di kart, mentre Victoria si è trasferita assieme alla madre, Sophie.

Eppure è ancora una volta Max a rivelare un punto di vista alquanto da brividi: “Mio padre non ha mai detto che sarei diventato un campione. Era sempre il contrario. Mi diceva che sarei diventato un camionista o un autista di autobus. Mi ha sempre fatto capire, credo in modo positivo, che quello che stavo facendo in quel momento non era sufficiente“, ha esordito per i microfoni di Channel 4.

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Fonte: Pinterest

Ne avevo già parlato, sì, ma forse bisogna rammentare per gusto di cronaca che tipo di persona è Jos Verstappen.

Nel 1998 insieme al padre Frans Verstappen ha ferito gravemente alla testa un uomo in seguito ad una rissa scoppiata sulla pista di kart. Nel 2008 ha ricevuto una condanna di tre mesi per le percosse inflitte all’ex moglie Sophie Kumpen. Nel 2012 tentò di investire l’ex fidanzata, accusandola di aver intrapreso una nuova relazione dopo la loro rottura. Nel 2016 riservò lo stesso trattamento inflitto alla ex moglie al suo stesso padre. Nel 2017 venne arrestato e poi rilasciato per aver preso parte ad un rissa in un locale nella zona di Roermond.

L’abuso su minore, beh, non è stato registrato da nessun organo giurisdizionale, ma le testimonianze non mancano, dalle parole della stessa Sophie, alle decisioni prese da Christian Horner, team principal della Red Bull.

Questo è l’uomo che ancora oggi Max Verstappen difende, nonostante tutte le volte in cui quell’amore paterno è venuto a mancare.

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