F1: Daniel Ricciardo post-McLaren, tra disturbi alimentari e problemi al volante

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Daniel Ricciardo è ricomparso per la prima volta all’interno del Circus in occasione del GP d’Australia, con i colori da lui già un tempo indossati, quelli della Red Bull. L’abbiamo visto sorridere e scherzare con i fans, ancora più calorosi con il pilota loro connazionale. L’abbiamo visto sorridere, , ma lo abbiamo visto anche diventare l’ombra di quel talento cresciuto alla Toro Rosso prima del salto di qualità.

Gli anni trascorsi alla McLaren sono stati provanti sotto molti – fin troppi – punti di vista, non solo per la scuderia che si ritrovava ad ogni week-end con qualche misero punticino tra le mani, ma anche per lo stesso Ricciardo, il quale aveva percepito l’allontanarsi del team Gran Premio dopo Gran Premio.

Lui, che nel 2021, dopo nove anni, aveva riportato la scuderia di Woking sul gradino più alto del podio.

Si potrebbe dire che la colpa del licenziamento del pilota australiano risieda in entrambe le parti coinvolte, però l’attenzione ora verte su altro: se la McLaren ha dovuto pagare una buonuscita con una cifra a sei zeri, Daniel Ricciardo si è portato a casa indubbiamente qualche milione di dollari in più, ma ne sta pagando ancora le conseguenze.

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Fonte: Instagram @ danielricciardo

Il “peso” della categoria regina

I disturbi del comportamento alimentare sono un tema molto discusso all’interno della Formula 1. Avevo già avuto modo di parlarvi della terribile esperienza di Valtteri Bottas, e di fare riferimento a quanto potesse diventare fragile la salute mentale in uno sport dello stampo della massima categoria dell’automobilismo.

Fino a tempi recenti si trattavano di sole congetture, poi è arrivata la ramanzina di Christian Horner, team principal della Red Bull, a far risuonare l’allarme. Negli ultimi anni sono stati molti gli appassionati a dimostrarsi preoccupati per le condizioni di salute di Ricciardo, in particolare dopo una visibile perdita di peso in concomitanza con i momenti peggiori alla McLaren.

L’intervista incriminata ha visto Horner rivolgersi a Zak Brown, CEO della McLaren: “Gli abbiamo dato un po’ da mangiare, non so che cosa voi ragazzi gli abbiate fatto!“, sono i primi capi d’accusa lanciati alla scuderia inglese, con un velo di sarcasmo.

È tornato da noi sembrando un po’ troppo magro, ma ora sembra più in salute. Penso si stia allenando duramente ed è pronto per ricevere una nuova occasione“, ha concluso Horner.

Queste parole vogliono sottolineare come il trattamento ricevuto alla McLaren avesse portato Daniel a perdere l’appetito a causa dello stress a cui è stato sottoposto.

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Fonte: The Independent

La questione è da sempre delicata: le scuderie premono sul peso corporeo dei loro piloti per risparmiarne all’interno della vettura. Questo costringe i beniamini della F1 a diete ferree e rigidi allenamenti, oltre che ad alcuni folli sacrifici.

In occasione del Gran Premio di Miami 2021, infatti, il circuito è stato inaugurato con la geniale trovata della scuderia inglese di limitare ai loro piloti la possibilità di bere dal serbatoio posto nell’abitacolo, non riempiendolo per risparmiare peso in una delle gare più calde della stagione.

Il commento di Daniel arriva così, alle penne di Motorsport.com: “È difficile, perchè stiamo tutti combattendo per ridurre il più possibile il peso. Non abbiamo il lusso di mettere nella vettura tutti e tre i litri di bevanda necessaria. Non è mai abbastanza e siamo quindi spesso disidratati“.

Daniel Ricciardo e i problemi al volante

Le parole ad Horner non sembrano voler mancare: “Solo ora stiamo iniziando a vedere il vero Daniel“.

Penso che il problema derivi dal fatto che ha sempre avuto a che fare con monoposto con evidenti limiti”, ha spiegato il team principal della scuderia austriaca, “in questi casi il pilota è costretto ad adattarsi e a mutare le proprie abitudini pur di estrarre il massimo potenziale da una vettura“.

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Fonte: Instagram @ danielricciardo

Ricciardo aveva già discusso dei suoi problemi al volante quando il divorzio con la McLaren era diventato ormai ufficiale: “Ho sempre pensato di essere un buon pilota. Ma devo ammettere che questa McLaren ha evidenziato alcuni dei miei punti deboli. Non sono perfetto, questo mi aiuterà a lavorare su me stesso. Ora ho un anno per pensare e migliorare queste debolezze“.

Durante una stagione, è incredibilmente difficile applicare ciò che hai imparato nonostante tutti i dati a disposizione. Hai semplicemente troppo da fare, viaggiando da una gara all’altra non hai tempo per guardare la situazione dall’esterno“, ha proferito il pilota australiano.

E ora, pensando al 2024

Più passavano i giorni e, soprattutto con le tre gare consecutive Spa-Zandvoort-Monza, più mi è diventato chiaro come nella mia situazione non si trattava di una telefonata; si trattava di riconoscere che, in definitiva, non volevo gareggiare nel 2023″, continua Ricciardo.

“Quindi, in un certo senso, sono contento che un top team non mi abbia contattato, perché è uno di quelli in cui probabilmente ti senti in dovere di firmare. Ma credo che nel mio intimo desiderassi solo di staccare. Si potrebbe parlare di un burnout, non ho paura di ammetterlo. Non voglio dire di essere l’unico pilota a sentirsi così, ma direi che non sono un normale sportivo che si limita a dire che ‘la pratica rende perfetti’”.

A volte, più faccio e più mi perdo per strada: sento che una pausa, un po’ di tempo libero, mi permetterebbe di tornare più forte. So che per me potrebbe essere davvero un bene”.

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Fonte: Instagram @ redbullracing

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