Ungheria: la legge anti-LGBT è una tragica realtà

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Parliamo tanto di Polonia come stato più omofobo dell’Europa, ma l’Ungheria non è poi così diversa. In entrambi gli stati esiste una destra che è la peggiore di sempre (ricordiamo che anche Boris Johnson è di destra e sebbene anche lui abbia fatto cose discutibili è sempre stato dalla parte dei diritti LGBT). Al momento, l’Ungheria sta violando i diritti umani basilari della comunità LGBT, introducendo una legge anti propaganda LGBT, molto simile a quella Russa ma che ha un qualcosa di simile anche alla Carta della Famiglia polacca.

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Fonte: Twitter

Dopo che Matteo Salvini ha incontrato sia Viktor Orbán, primo ministro dell’Ungheria di cui parleremo oggi, che Mateusz Moraviecki, primo ministro della Polonia dal 2017, decidendo di voler creare, loro tre insieme, un nuovo Rinascimento europeo, non pensavamo che potesse andare peggio di così. Più che altro perché lo ha detto con la Polonia che ha negato l’aborto alle donne e lo ha fatto durante una pandemia, scatenando una vera e propria rivoluzione ma fregandosene comunque, e che ha creato una carta della famiglia solo eterosessuale, e che considera gli LGBT come un’ideologia.

Ma non solo con la Polonia, anche con l’Ungheria. Proprio quell’Ungheria dove le persone transessuali non possono né fare transizioni né possono cambiare il proprio nome all’anagrafe. La stessa Ungheria che ha bloccato dei libri di favole con protagonisti LGBT, poiché «incoerente coi generi tradizionali». L’Ungheria di Orbán dove la famiglia è legale solo se è eterosessuale, dove l’omofobia è al centro delle campagne propagandistiche, dove le persone transgender non esistono per il governo. E adesso ha anche introdotto una nuova legge anti-LGBT.

Ma non che in Italia siamo messi così meglio. Nella punta dell’iceberg vediamo che non viene approvato il DDL Zan perché si ritiene che l’omofobia sia un’opinione, ma nella sua grandezza nell’iceberg ci sono tantissimi problemi. Come ragazze che vengono cacciate da casa perché lesbiche; altre che vengono uccise perché, 18enni, non vogliono sposare un cugino; o anche persone che si indignano perché un ragazzo (brasiliano) di colore è il protagonista della Mulino Bianco. E non dimentichiamo anche che nessuno in Italia ha firmato la lettera aperta She Decides. Diciamo che fortunatamente non abbiamo delle leggi anti-LGBT come in Polonia e Ungheria, ma la situazione umana non è poi così migliore.

Ma questa non è una gara a chi fa più schifo, a chi ha la mente più chiusa, a chi viola più diritti umani, a chi nega di più l’amore, ma è la tragica realtà in cui si vive in Europa, e non solo. Per questo oggi vi raccontiamo e speriamo che possiate fare lo stesso con chiunque vi circondi, perché parlandone in tanti, magari, riusciamo a convincere l’Unione Europea a non limitarsi a scrivere un tweet, ma ad agire per davvero. Non è possibile che nel 2021 esista ancora così tanto odio omofobico. Che sia in Italia, che sia in Polonia, o che sia in Ungheria.

L’Ungheria approva una legge anti-LGBT

È tutto iniziato, o meglio continuato, martedì scorso, quando il Parlamento ungherese ha ufficialmente approvato una legge anti-LGBT che, in poche parole, paragona l’omosessualità alla pedofilia, come se ogni omosessuale fosse un pedofilo. Questa era una tesi che veniva sostenuta il secolo scorso, quando ancora eravamo ignoranti e omofobi, ma pensare che ancora qualcuno creda a questa teoria nel 2021, ci fa accapponare la pelle, soprattutto considerando anche che in 5mila persone avevano deciso di radunarsi e manifesterare per evitare di fare approvare la legge.

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Fonte: Twitter

Non ci stupisce comunque troppo. «Le persone gay “possono fare quello che vogliono, ma il matrimonio non può essere riconosciuto dallo stato“», ha detto il primo ministro in un’intervista del 2016. E ancora: «una mele non può chiedere di essere chiamata pera», «la madre è una donna, il padre è un uomo». Un suo collega, László Kövér, ha paragato le adozioni o i matrimoni da parte di coppie dello stesso sesso alla pedofilia, e questo andava bene nell’antica Grecia, in cui le relazioni omosessuali erano accettate solo fra un uomo adulto e un ragazzino, ma non nell’Europa del 2021.

Ma parliamo della legge: è stata ovviamente presentata dal partito di estrema destra del primo ministro Viktor Orbán, Fidesz. Tecnicamente, vuole tutelare i bambini dalla pedofilia, e vista così ci sembra anche una legge buona e giusta, praticamente però vieterà alle associazioni della comunità LGBT di promuovere i programmi educativi e diffondere informazioni sull’omosessualità o sulla possibilità di richiedere un intervento per fare la transizione da uomo a donna o viceversa. Ergo: gli omosessuali sono visti come dei pedofili.

Questa legge vieta in Ungheria le adozioni da parte di persone gay, single e non sposate. Stabilisce anche che il governo «protegge il diritto dei bambini all’identità di genere in cui sono nati». In più, vieta alle persone e alle scuole di introdurre o parlare di omosessualità, transgenderismo o qualsiasi topic LGBT prima dei 18 anni (quindi anche contenuti LGBT da parte di Ikea, Coca Cola, Netflix, qualsiasi media o social, è, diciamol la verità: una vera e propria censura).

E i politici che fanno?

A opporsi a questa legge è stata tutta l’opposizione, esclusi i neofascisti (e già il nome ci fa capire tutto) di Jobbik, ma anche all’estero le persone cominciano ad accorgersi di quest’assurda e tragica legge. Dobbiamo sperare che l’Europa si dia una svegliata e scelga di intervenire per salvare la comunità LGBT dagli omofobi, in Ungheria come in Polonia. Lydia Gall, ricercatrice senior di Human Rights Watch in Europa orientale e dei Balcani occidentali ha scritto:

«Il parlamento dell’Ungheria ha appena approvato la legge anti-Lgbt a suon di applausi. Associare la pedofilia alle persone LGBT, vietare l’educazione sessuale completa e soffocare la libertà di parola è spregevole e indegno di uno stato membro dell’UE».

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Fonte: Twitter

Il primo ministro dell’Ungheria invece disse: «Quando si tratta di proteggere i nostri bambini non abbiamo dubbi: tolleranza zero per i pedofili e insistiamo anche sul fatto che l’educazione dei bambini sull’orientamento sessuale deve essere protetta come unico diritto dei genitori». Ursula Von der Leyen si dice «molto preoccupata», mentre il portavoce Christian Wigand: «la Commissione è impegnata nel garantire l’uguaglianza e la non discriminazione soprattutto verso le persone Lgbti+. Questo riguarda i diritti fondamentali rilevanti nell’Ue».

Dana Spinant, invece: «Analizzeremo attivamente la legge, ciò che faremo dipende da quello che troveremo. Dovete darci il tempo per analizzare e giudicare altrimenti non saremmo credibili verso l’Ue e verso ogni governo nazionale». In ogni caso la presidente Von der Leyen fa sapere che la Commissione sta valutando se questa legge dell’Ungheria viola la legislazione dell’Unione. «Credo in un’Europa che accolga le diversità, non in una che le nasconda ai nostri bambini. Nessuno deve essere discriminato per il suo orientamento sessuale», aggiunge.

Ungheria anti-LGBT: l’opinione sul web e le petizioni

Le opinioni su Twitter

Le petizioni

Vi lasciamo delle petizioni che potete firmare per provare ad aiutare le persone LGBT in Ungheria. Non vi costa nulla, ma potreste davvero aiutare qualcuno.

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