L’Unione Europea, dopo diversi solleciti avvenuti anche tramite la piattaforma social Twitter, ha deciso di intervenire ufficialmente contro l’Ungheria e la Polonia e, soprattutto, contro le loro politiche anti-LGBT che non tutelano tutti i cittadini allo stesso modo, privando alcuni dell’uguaglianza e dei diritti fondamentali. Sono diverse le procedure che l’esecutivo europeo ha avviato ieri, 15 luglio, per le violazioni dei diritti fondamentali delle persone LGBT, lasciando due mesi di tempo a Budapest e Varsavia per rispondere e intervenire.
Abbiamo parlato più volte dei problemi che le persone LGBT vivono in Polonia e Ungheria, proprio la Polonia e l’Ungheria con cui Matteo Salvini, che due giorni fa in senato ha avuto persino il coraggio di ricordare che in alcuni stati l’omosessualità è un reato, vuole creare un nuovo rinascimento europeo o ancora con cui ha firmato una carta dei valori palesemente omofoba e che viola i diritti fondamentali delle persone LGBT. Ma non solo, ci siamo anche lamentati di come, mentre la Polonia vietava l’aborto, l’Unione Europea si preoccupava di come chiamare un hamburger vegetariano.
Adesso siamo finalmente felici di scrivere che l’Unione Europa ha deciso di alzare la voce e intervenire davvero in difesa di quelle persone. Partiamo dalla Polonia. Duda la scorsa estate ha firmato unaCarta della Famiglia, che però include solo la famiglia eterosessuale. La comunità LGBT è vista come una mera ideologia, non come delle persone vere e proprie. Non è possibile farepropaganda, spiegare agli adolescenti o a nessun altro che l’amore omosessuale è reale e giusto tanto quanto quello eterosessuale; non è possibile esporre le bandiere della comunità LGBT; non è possibile adottare per le coppie LGBT; hanno poi creato lettealmente dellezoneLGBT Free, ovvero delle zonelibere da LGBT.
In realtà parliamo tanto della Polonia ma in Italia, in Senato, ne stiamo sentendo davvero di tutti i colori pur di non far approvare il DDL Zan, come persone convinte che ai ragazzini verrà detto “devi diventare femmina” e non che gli verrà semplicemente insegnato il rispetto per le altre persone, a prescindere da sesso, orientamento sessuale e identità di genere. In ogni caso, in Ungheria la situazione non è migliore, tanto che, pensate, hanno abolito qualsiasi film, serie tv o cartone in cui è presente un personaggio LGBT, come se eliminarli dai cartoni li elimini dall’esistenza.
L’ultima legge presentata, si dice che voglia tutelare i bambini dalla pedofilia, e vista così ci sembra anche una leggebuona e giusta, peccato però che vieta alle associazioni della comunità LGBT di promuovere i programmi educativi e diffondere informazioni sull’omosessualità o sulla possibilità di richiedere un intervento per fare la transizione da uomo a donna o viceversa. Ergo: gli omosessuali sono visti come dei pedofili. Sono vietate le adozioni da parte di persone gay, single e non sposate. Stabilisce che il governo «protegge il diritto dei bambini all’identità di genere in cui sono nati».
L’Unione Europea interviene contro la Polonia e l’Ungheria sul fronte LGBT
Tuttavia, finalmente, dopo mesi di attesa, finalmente l’Unione Europea alza la voce contro gli stati più omofobi del nostro territorio. L’avviso pubblicato sul sito ufficiale dell’Unione Europea inizia con una frase della presidente Ursula von der Leyen al Parlamento Europeo, il 7 luglio 2021: «L’Europa non permetterà mai che parti della nostra società siano stigmatizzate: sia per il motivo per cui amano, per la loro età, la loro etnia, le loro opinioni politiche o le loro convinzioni religiose».
Dopo questa citazione, inizia il vero e proprio annuncio indirizzato alla Polonia e all’Ungheria: «L’uguaglianza e il rispetto della dignità e dei diritti umani sono valori fondamentali dell’Ue, sanciti dall’articolo 2 del trattato dell’Unione europea. La Commissione utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione per difendere questi valori», ha scritto l’esecutivo europeo annunciando l’avvio della procedura d’infrazione.
«La Commissione sta avviando procedure di infrazione contro l’Ungheria e la Polonia in relazione all’uguaglianza e alla tutela dei diritti fondamentali», scrivono, iniziando a presentare tutte le infrazioni che i due Stati europei hanno commesso, partendo dalla legge dell’Ungheria che vieta i contenuti LGBT giungendo a quella della Polonia che è accusata di non essere intervenuta a dovere contro le zone LGBT Free adottate da alcune regioni e comuni polacchi.
«I due Stati membri hanno ora due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni della Commissione. In caso contrario, la Commissione può decidere di trasmettere loro un parere motivato e, in un secondo tempo, deferirlo alla Corte di giustizia del l’Unione europea», concludono, prima di scrivere dei lunghi paragrafi in cui approfondiscono le infrazioni che l’Ungheria e la Polonia hanno commesso e che potete trovare, in lingua inglese, a questo link.
Speriamo che, con questo intervento, adesso le persone LGBT in Ungheria e in Polonia possano riottenere «il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani» di cui sono stati privati da Stati omofobi e dittatoriali che vivono ancora nel Medioevo. Ora impegniamoci per approvare il DDL Zan in Italia e rendere anche l’Italia un po’ più sicuro per la comunità LGBT.
Today, @EU_Commission is launching a number of legal actions to protect fundamental rights of LGBTIQ people in #Hungary and in #Poland.
— Didier Reynders (@dreynders) July 15, 2021
We must continue to act in order to guarantee that all citizens are treated equally across the EU 🇪🇺 ⤵️https://t.co/KO0k38TrUT
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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