DDL Zan adesso in Senato: cosa sta succendo in aula?

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Come descrivere quello che è successo in aula in Senato fino a questo momento durante la discussione sul Ddl Zan? Per utilizzare una parola, sceglierei stadio, perché la destra si è fatta riconoscere con fischi e “buu” quasi come se fossero gli inglesi durante l’inno d’Italia. È stata una situazione oscena a cui assistere, perché se da una parte si stava in uno stadio, nell’altra ci trovavamo in Senato, con delle persone che dovrebbero essere civili e rispettare l’opinione di tutti, e invece si comportano come se fossero dei tifosi che magari fino a qualche ora prima hanno anche criticato per come hanno trattato i tifosi e la Nazionale italiana.

Al momento, tra l’altro, la seduta è stata sospesa dalla presidente del Senato Casellati che ha anche convocato la conferenza dei capigruppo. Tuttavia, già poco prima, c’è stato un caos immenso, in particolare dopo che il presidente della commissione giustizia Andrea Ostellari ha chiesto alla Presidente di convocare una capigruppo per poter mediare sul testo. Questa decisione non è piaciuta al centrosinistra, ma secondo il leghista «in 15 giorni si può arrivare a un testo condiviso e votare ad ampia maggioranza un provvedimento migliore, senza le criticità tecnico-giuridiche».

In fin dei conti non si lavora sul DDL Zan da mesi e mesi, non è mica stato tenuto in ostaggio da lui stesso senza la possibilità di essere neanche calendarizzato. La sinistra, Alessandro Zan e chiunque ha contribuito alla stesura di questo disegno di legge sono stati chiarissimi: non si effettueranno altre modifiche. Quando ce n’è stato bisogno e la modifica non minava il corpo della legge, sono stati accontentati, ma se si chiede di modificarne la parte più importante, per il deputato del PD non c’è alcuna intenzioni di trovare una mediazione.

Tuttavia, il DDL Zan al momento è in pericolo. Da una parte sembrerebbe (da fonti parlamentari, come hanno riferito diverse testate) che ci sarebbero diverse assenze da parte della sinistra, giustificate da vaccinazioni o malattia, mentre nella destra non ci sarebbe neanche un assente. Dall’altra, invece, se non si riuscisse a trovare un’intesa che accontenti la maggioranza, il disegno di legge rischia di essere rimandato a settembre, quindi ancora mesi e mesi di lotta.

Cosa non è il DDL Zan

Non voglio far approvare il DDL Zan perché sono contro l’utero in affittoLetteralmente il DDL Zan è una legge che lotta contro la discriminazione e la violenza omotransfobica, quindi l’utero in affitto non c’entra nulla con questa proposta di legge. In più sottolineiamo anche che in Italia la «gestazione per altri», conosciuta in altri termine con «utero in affitto», è illegale. Quelle della destra che quindi usano l’utero in affitto come scusa per andare contro il DDL Zan, sono quindi delle fake news.

È liberticida: no. Il DDL Zan non è liberticida. L’articolo 4 dello stesso (ancora una volta, prima di criticare sarebbe utile informarsi, anche per evitare di fare figuracce) recita: «Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­ mento di atti discriminatori o violenti». Potete comunque trovare il testo completo e leggerlo con i vostri occhi qui.

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DDL Zan
Fonte: Twitter

Esiste già una legge: no, non esiste già una legge. L’articolo 61 del codice penale che in genere viene citato come legge già esistente prevede che un giudice possa applicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia non è obbligato a farlo. Quindi una persona potrebbe essere più tutelata. Non penso questo sia normale.

Fuori i bambini dalla politica. Il DDL Zan prevede la strategia Nazionale attivata dall’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, che è già presente con interventi anti-discriminatori nei campi dell’educazione e dell’istruzione, come anche in quelli del lavoro e delle carceri. Il loro nome è corso di educazione al rispetto. Quindi, cara destra, non si tratta di educazione gender, ma solo di educazione a rispetto di chi ama una persona delle stesso sesso, di chi ha un colore di pelle diverso dal tuo o, ancora, di chi non si identifica nel sesso in cui nasce.

DDL Zan in Senato: cos’è successo?

A parlare per primo è Andrea Ostellari. Intanto nelle strade di Roma ci sono diverse manifestazioni, sia pro che contro il DDL Zan. «Pesano nodi giuridici e non ideologici e pur di trovare una soluzione abbiamo fatto anche un tavolo politico con le forze di maggioranza, che ha fatto mergere la disponibilità a trovare una mediazione, poi sono pervenute proposte emendative da parte di Lega, Forza Italia e Iv», ha detto il leghista, chiedendo la sospensione della seduta.

Ha poi continuato, dicendo di aver lavorato a una «ipotesi di mediazione»: «Ho quindi depositato una proposta di mediazione che ha ricevuto una sostanziale adesione come base di partenza dalla maggioranza dei gruppi, in commissione ho illustrato la proposta di mediazione che c’è ed è nero su bianco: si prende ddl Zan come testo base e si fanno tre modifiche, questa è la strada dettata da costituzionalisti, professori, educatori, associazioni e anche dalla Santa Sede».

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Fonte: twitter

Anticipando probabilmente le risposte di tutte le persone in Aula e non solo, ha detto che «certo che siamo uno Stato laico, ma il tema non è questo, è verificare se risolvere o meno i problemi di ordine giuridico. La disponibilità c’è da parte di molti gruppi: a questo punto dico che forse e’ necessario prima di procedere a votare un provvedimento con evidenti problemi di ordine tecnico, se c’è la disponibilità politica e a mio avviso esiste nella maggioranza.

Forse qualcuno mira a impedire l’approvazione di un buon testo, ma è mio dovere rappresentare all’Aula la necessità fino all’ultimo di trovare un dialogo. Invito la presidente a sospendere la seduta e convocare una conferenza dei capigruppo per valutare se c’e’ la disponibilità a continuare quel dialogo intrapreso. Si può arrivare secondo me in 15 giorni a un testo condiviso», conclude.

La Presidente Casellati ha concesso la richiesta per convocare la conferenza dei capigruppo, e in aula ci sono state diverse lamentele da parte di chi il DDL Zan lo ha scritto.  «Siamo qui in aula, finalmente, entriamo nel testo, ci assumiamo ognuno le proprie responsabilità. È un provvedimento che riguarda la vita delle persone: giochini, tattiche, furbizie vanno chiusi. Adesso basta. Si lavori in Aula, lo si faccia bene, perché in commissione purtroppo non ci sono state le condizioni neanche per avviare la discussioni», ha detto Franco Mirabelli, PD.

La Presidente allora ha deciso di far continuare gli interventi in aula, ribadendo però che la capigruppo sarà comunque convocata. Alessandra Maiorino, Movimento 5 Stelle, ha detto: «La mediazione sarebbe possibile se chi vuole mediare davvero fosse interessato a tutelare i diritti delle persone in questione. Così non è». A questo punto la destra ha cominciato a ululare e a fischiare, nascondendosi dietro una mascherina e quasi non permettendo alla senatrice di parlare.

«La commissione giustizia è stata calpestata nelle sue prerogative, il presidente Ostellari ci ha impedito il voto anche sulla calendarizzazione. Ora bisogna rispettare il voto dell’aula del Senato sulla calendarizzazione del provvedimento e avviare la discussione generale sul ddl Zan», ha detto poi la stessa, riuscendo a finire il suo discorso. A questo punto la Presidente ha sottolineato che «gli Europei di calcio li abbiamo già vinti, non voglio un clima da stadio in quest’aula».

Interviene poi Ignazio La Russia, Fratelli d’Italia, chiedendo alla Presidente Casellati di non rimangiarsi le parole, poiché aveva detto di sospendere la seduta non appena era iniziata, parlando anche di «cortesia istituzionale nei confronti di un presidente di commissione». Roberto Calderoli, leghista, è d’accordo con il collega: la capigruppo è decisiva per trovare una mediazione.

«Convengo con il presidente Ostellari sulla convocazione di una capigruppo, dove forse all’interno di una stanza senza telecamere possa davvero essere esperito quel tentativo della ricerca di una mediazione. Non ci saranno bandierine, ma se qualcuno vuole raggiungere un risultato serio e concreto, quella è la sede propria. (Si rivolge poi a Casellati) Tutti gli interventi non erano sull’ordine dei lavori e non avrebbero dovuto esserci perché lei, presidente Casellati, aveva disposto la convocazione della capigruppo e la sospensione della seduta».

Interessante anche l’intervento del sen. Pietro Grasso, molto indignato e arrabbiato dall’atteggiamento in Aula:

Si sono espressi anche Anna Maria Bernini, Forza Italia, che chiede di lottare per una vera mediazione poiché ritiene il testo «inutile e pericoloso per i suoi destinatari, per la libertà di espressione che così poco si rispetta. Non esiste un’unica ragione, la vostra, ma le opinioni e i diritti anche di chi la pensa diversamente da voi. Questa norma è importante come atto di civiltà giuridica e continueremo a lottare per una vera mediazione che non è ostruzionismo ma vera tutela dei diritti», e anche Faraone, Italia Viva, che sottolinea che il suo partito proporrà delle soluzioni in capigruppo.

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Alle 17.23 ha iniziato la capigruppo. Vi aggiorneremo non appena sapremo qualcosa. Intanto vi lasciamo il video, pubblicato da Monica Cirinnà su Twitter, di quel che è avvenuto in aula mentre la sinistra cercava di parlare ed esprimere la propria opinione:

Riprende la discussione

È ripresa la seduta. I capigruppo hanno approvato il calendario fino al 21 luglio. Nella seduta di oggi si continuerà a discutere fino alle 20, per poi ripartire domani dalle 9:30 alle 20:00, e giovedì 15 dalle 9:30. Quest’ultima seduta si concluderà con il question time con la presenza dei ministri dell’istruzione, del turismo e per il Sud e la coesione territoriale. Gli emendamenti saranno presentati entro le 12 di martedì 20 luglio. L’ordine del giorno di domani, tra ‘altro, prevede anche alle 16:30 «la chiama per la votazione a scrutinio segreto mediante schede per l’elezione di due componenti del consiglio di amministrazione della Rai».

Riprendono poi le discussioni, che ripartono da Simone Pillon, uno dei più grandi oppositori del DDL Zan che ha persino citato le femministe, che però sono le femministe radicali che escludono le persone transgender. Tra le altre cose, ha avuto il coraggio di dire che «il bambino ha diritto a una mamma e a un papà e a non essere acquistato su internet», come se un orfanotrofio fosse uno shopping per omosessuali (come se poi gli eterosessuali, si intende quelli che non abbandonano i figli, non adottassero dei bambini).

In ogni caso, la destra sta continuando con le storielle che noi abbiamo già smentito a inizio articolo. L’utero in affitto, che tanto piace agli esponenti della Lega, Fratelli d’Italia o Forza Italia, non è minimamente citato nel DDL Zan, così come l’odio, che sia omofobico o no, non è un’opinione. Questo bisognerebbe anche farlo comprendere al sen. Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, che si oppone al DDL Zan perché, evidentemente, non lo ha letto per bene. «Un figlio ha diritto alla madre e al padre» non è una discriminazione. Dire che «se avessi un figlio gay lo brucerei», lo è, è una frase omofoba per cui politico della destra dovrebbe pagare. Non è difficile, vero?

Subito dopo Balboni, che ha concluso parlando di ideologia gender e bambini nelle scuole che verranno istruiti da associazioni, secondo lui, non adatte, interviene Matteo Renzi che, non si sa con che coraggio, ha mandato una frecciatina a Chiara Ferragni e Fedez. Capite dov’è il problema, vero? Sei in Senato, stai discutendo su un disegno di legge contro l’omotransfobia, e ti preoccupi di fare delle frecciatine a due influencer perché non sono d’accordo con il tuo cambio faccia?

Ovviamente Renzi ha anche rivendicato le unioni civili, per cui Alessandro Zan lo aveva anche ringraziato nella famosa diretta con Fedez, tuttavia in quell’aula, oggi, non si parla di Matteo Renzi e di quello che lui ha fatto negli ultimi anni, ma si parla del futuro. Del futuro delle persone della comunità LGBT, di persone reali che ogni giorno (ogni giorno!) vengono costantemente discriminate, picchiate o insultate, sul web come nella vita reale. Per cui basta pensare al passato ma lottiamo per il futuro.

Dopo Malan, che non sa neanche pronunciare la parola transfobico, interviene Matteo Salvini. Matteo Salvini ovviamente cita i suoi figli, perché se Matteo Salvini non cita i suoi figli non è Matteo Salvini e poi ha persino avuto il coraggio di preoccuparsi dei paesi in cui l’omofobia è un reato, in cui l’omofobia è punita con la pena di morte o con il carcere. Scusate, ma non è proprio Matteo Salvini, leader della Lega, ad andare a braccetto con l’Ungheria e la Polonia, gli Stati più omofobi dell’Unione Europea? O era un suo omonimo?

Tra l’altro, ci aggiungiamo anche che ha chiesto di affossare il DDL Zan, perché secondo Matteo Salvini dell’educazione ci devono pensare i genitori. Eppure, date tutte le discriminazioni, tutti i bambini, ragazzini, adulti picchiati perché omosessuali, non mi sembra che fino a questo momento abbiano fatto un ottimo lavoro. Perché aumentare le pene se, semplicemente, si può educare i ragazzini quando sono bambini, evitando che, da adulti, picchino qualcuno per il proprio orientamento sessuale?

A far notare il rapporto di Matteo Salvini con la Polonia e l’Ungheria è comunque la sen. Loredana De Petris:

«Ma perché quest’appello a rispettare i diritti e le libertà lei non lo ha fatto con gli alleati dell’Ungheria e della Polonia, visto che ha nominato gli Stati dove vengono arrestati? Se fa un appello alla mediazione per trovare un accordo per punire chi discrimina, bisogna essere coerenti, ma la coerenza si sa non è di questo mondo, ma bisogna sapere quello che si dice e che si scrive.

Perché sen. Salvini, ma anche sen. Renzi, ma voi avete letto la pregiudiziale che avete firmato con firma Pillon che dice che in realtà tutta questa pantomima sull’accordo e che usciremo uniti e più forti di prima aumentando i diritti, in realtà in questa pregiudiziale la prima cosa che si discute è la legge Mancino».

La seduta in Senato è conclusa, il senato non approva la pregiudiziale di Lega e Fratelli d’Italia. Domani si voterà per il DDL Zan.

DDL Zan: l’opinione sui social su quello avvenuto in Senato

L’opinione sui social su quello avvenuto in Senato è proprio come l’ambiente in Aula: c’è chi è d’accordo che venga approvato subito, c’è chi invece non vuole che venga mai approvato, c’è chi vuole una mediazione. Vediamo alcuni tweet.

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