Littizzetto vs Pillon: chi dei due ha letto il DDL Zan?

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Negli ultimi giorni c’è stato un interessante scambio epistolare fra Luciana Littizzetto e Simone Pillon, concernente il DDL Zan. Citando Luca Bizzarri: «Littizzetto è una comica, lei è un Senatore della Repubblica. Se un Senatore della Repubblica discute con una comica la comica non diventa Senatrice, ma il Senatore diventa un comico», e pensiamo che questa citazione descriva alla perfezione il nostro pensiero e anche il post di risposta del senatore alla comica. Ma partiamo dal principio.

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Photo by Sharon McCutcheon on Pexels.com

Lo sappiamo benissimo che Simone Pillon insieme a tutta la Lega è contro al DDL Zan, tanto che lo stesso Andrea Ostellari sta facendo di tutto pur di non calendarizzare il disegno di legge, tuttavia sappiamo anche, dai post che lui e i suoi colleghi scrivono, che non hanno letto il DDL Zan, sebbene sia Pillon stesso ad accusare la Littizzetto di non averlo fatto e di leggere solo le «veline che ti passa il PD». Beh, insomma, chi è che ritiene che il DDL Zan non rispetti la libertà di opinione quando c’è proprio un intero articolo che la tutela?

Ovviamente se per libertà di opinione i signori contro il DDL Zan intendono la libertà di poter essere omofobi, non affittando un appartamento a una persona transgender, chiamando con termini volgari e offensivi chi non ha il loro stesso orientamento sessuale, oppure picchiando per strada due ragazzi che si tengono per mano, mi spiace ma quella non è libertà di opinione. Se poi si vogliono tenere dei comizi su quanto si ritenga che due omosessuali non possano sposarsi perché un libro scritto secoli fa dice così, allora è un altro paio di maniche. Ma il DDL Zan non va contro la libertà di opinione.

Però, insomma, cosa possiamo aspettarci da un partito che letteralmente blocca sui social network chi non la pensa al loro stesso modo? Quella non è libertà di opinione? Forse la libertà di opinione, quella per cui non viene approvato (o neanche calendarizzato) il DDL Zan, è solo quella dei leghisti, o degli omofobi? Sono solo delle ipotesi basate su fatti realmente accaduti. Ma ora, senza perderci in ulteriori chiacchiere, leggiamo lo scambio epistolare fra i due comici. Ah no, scusate, fra il senatore e la comica.

La lettera di Luciana Littizzetto a Simone Pillon

«C’è un decreto che si chiama decreto Zan, proposto dal deputato del PD Alessandro Zan. La camera l’ha approvato e ora, al Senato… Zan! L’hanno bloccato», inizia Luciana Littizzetto a Che tempo che fa, introducendo il DDL Zan. «Questo DDL dice semplicemente che se tu insulti o picchi una persona per via del suo orientamento sessuale o per il suo genere o per la sua disabilità, devi subire una condanna pecuniaria o penale. Tutto qui. Non vedo cosa ci sia di strano», continua, riassumendo in breve il disegno di legge che la Lega e Fratelli d’Italia sta privando alla comunità LGBT italiana.

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Fonte: facebook

«Anzi mi sembra strano che non esista già un decreto così. Ma scusa. Abbiamo abolito la segregazione razziale, la pena di morte, abbiamo messo fuori legge il delitto d’onore, abbiamo imparato a costruire le fogne e a non buttare la merda dalle finestre, e siamo ancora qui a discutere se sia lecito insultare o picchiare gli omosessuali? Ma allora a questo punto rimettiamo in discussione tutto, così facciamo prima. Guidare contromano in autostrada: riconsideriamo questa opzione. Via la differenziata. Buttiamo la spazzatura dove ci pare fuck you», ha detto ancora, elencando tutte le cose che l’Italia ha superato.

Conclude la sua introduzione sul DDL Zan: «No ma abbi pazienza. Il Parlamento approva ogni anno decine di leggi assurde, da quella per regolamentare le dimensioni delle pere spadone e al diametro minimo delle vongole cornute, a quanto storto può essere il cetriolo senza infastidire l’Europa, a quanti sono i passi che può fare una verdura per essere considerata a chilometro zero… e non si riesce a fare una legge per evitare che una parte della popolazione possa essere aggredita e discriminata? Ma io non ci posso credere». Poi, inizia la sua lettera:

Caro Pilli, Pipillone bello, Pillon de mi corazon che quando senti parole che iniziano per omo o per trans tremi. Se ti dicono transiberiana, transistor, transaminasi, ti inalberi, se ti offrono un omogenizzato ti tiri i peli del naso. Spiegami, quando vedi due ragazze così (inquadra due ragazze che si baciano) cosa ti succede, ribolli come una ribollita? Quando vedi due uomini così (inquadra due uomini che si abbracciano) gorgogli e schiumi, ti viene l’orticaria, ti spuntano le orecchie alla Figliuolo? Io mi agito di più se vedo due donne conciate così (fa vedere due ragazze vittime di omofobia) o due uomini ridotti così (e ora due ragazzi picchiati).

Ecco, a me agita l’odio, non l’amore, in qualsiasi forma si esprima. Scusa Pillon, ma come fai a dire che questa legge non è una priorità? Tra l’altro è una legge che non accorcia i diritti di nessuno, anzi li allarga. Io te lo dico Pillon, guarda che la società civile è molto più avanti rispetto alla politica: ci sono delle cose che non si possono fermare, sono inarrestabili come la tosse a teatro.

Fai i muri finché ti pare ma se popoli interi sono in miseria non saranno i muri a fermarli.  La stessa cosa succede con i diritti delle persone: l’amore è come Sanremo, va avanti lo stesso, anche con il virus, nonostante le polemiche. E comunque lo dico a te e a tutti quelli che la pensano come te. Se passa la legge Zan potete continuare a fare i vostri pensierini omofobi, nessuno ve lo impedisce.

Nessuno vuole entrare nelle vostra testa anche perché il vuoto potrebbe toglierci il fiato. Potete continuare a pensare quello che vi pare. L’unica cosa che chiediamo è di approvare una legge che punisca chi va in giro a pestare chi fa scelte sessuali diverse dalle proprie. Pensaci SuperSimo, noi difenderemo sempre la tua libertà di espressione, ma tu aiutaci a difendere la libertà di tutti di esprimere la propria sessualità senza avere la paura di prendere una mazzata sul cranio. Sappi Pilli che io in fondo ti voglio bene, nel mio intimo c’è Pilli

Con la sua tipica ironia, Luciana Littizzetto, che può piacere come non piacere, ha dato un virtuale schiaffo in faccia a tutti gli omofobi e a chiunque non abbia letto il DDL Zan e lo critichi comunque, a chiunque non ritenga che una legge che protegga gli omosessuali non sia necessaria, in un’Italia in cui una ragazza viene uccisa dal fratello perché è fidanzata con un ragazzo transgender, in cui due ragazzi non possono tenersi per mano o baciarci senza che uno psicopatico sorpassi i binari per picchiarli, senza che una ragazza non venga cacciata da casa perché lesbica.

La risposta di Simone Pillon

Simone Pillon non ci ha messo molto tempo a rispondere a Luciana Littizzetto, in un post su Facebook in cui sembra abbastanza arrabbiato e scortese, scrivendo anche un po’ di incoerenze, e sono sicura che ve ne accorgerete anche voi quando lo leggerete. Per cui, senza perdere altro tempo, ecco la risposta di Simone Pillon a Luciana Littizzetto, postata sul suo profilo Facebook:

«Mia cara Lucianina, Lucy, gambino di sedano, ti posso fare una domandina? Ma tu hai letto il codice penale? E il DDL Zan, lo hai letto? o leggi solo le veline che ti passa il PD? Se tu li avessi letti, avresti scoperto una cosa carina, e cioè che già oggi, con le leggi in vigore, “se tu insulti o picchi una persona per via del suo orientamento sessuale o per il suo genere o per la sua disabilità, devi subire una condanna pecuniaria o penale”. Anzi, applicando il già vigente art. 61 puoi ottenere pene aggravate per chi sia così stupido o pericoloso da aggredire qualcun altro perché gay, o perché non la pensa come lui.

Il ddl Zan dice che donna non è la persona con i cromosomi xx, ma anche un maschio che si sente donna. E a lui spettano quote rosa, gare sportive femminili, diritti delle donne. Il ddl Zan dice che sarà punita la semplice istigazione alla discriminazione contro i diritti LGBTQ+, e siccome tra i diritti pretesi ci sono il matrimonio e i figli, chiunque farà propaganda contro il matrimonio gay o l’utero in affitto si beccherà da 2 a 6 anni di reclusione. Il ddl Zan dice che, con la scusa della “giornata nazionale contro omofobia, bifobia, lesbofobia e transfobia” bisogna insegnare ai bambini fin dai 3 anni, l’ideologia gender.

Noi, cara Luciana, rispettiamo tutti, e non vogliamo che ci siano alcuni più uguali di altri. Tu invece rispetti solo chi ti pare, e ti permetti di diffamarmi, dicendo che ho la testa vuota. Meriteresti una querela, ma il mio Maestro mi ha insegnato a non rispondere al male col male, perciò stai tranquilla, non sarai accusata di pillonfobia. Solo, la prossima volta, visto che sei democratica, ricordati di garantire il contraddittorio. È facile sparare addosso agli assenti… Oltretutto lo stipendio te lo paghiamo tutti, e tutti abbiamo diritto di essere rappresentati nella tv pubblica, no?

PS: io non penso di essere caxxialtruifobico, come dici. Per conto mio ognuno faccia come gli pare, anche sul soffitto se gli piace. Ma se limitano la mia libertà di pensiero, e più ancora se cercano di legittimare indirettamente pratiche orrende come l’utero in affitto o peggio se cercano di andare nelle scuole a indottrinare i miei figli, allora è mio dovere alzarmi in piedi. È nostro dovere alzarci in piedi».

Partiamo dal «lo hai letto?». No, Simone Pillon, tu lo hai letto? Perché letteralmente l’art.4 recita: «ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­ mento di atti discriminatori o violenti», quindi chiunque può continuare a dire di essere contrario ai matrimoni, alle adozioni et similia.

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Fonte: twitter

Parliamo poi dell’art.61 vigente di cui Simone Pillon ha parlato per smontare il DDL Zan, e di cui si è dimenticato di sottolineare un dato piuttosto importante: un giudice può applicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia non è obbligato a farlo. Quello dell’art. 61 da lui citato è un può e non un deve, quindi una persona potrebbe essere tutelata, se a Simone Pillon questo sembra normale, per noi non lo è.

Il resto delle cose che ha scritto sul DDL Zan sono incommentabili (il rispetto per Simone Pillon e la Lega è forse paragonare una donna a una bambola gonfiabile?), perché per la maggior parte sono delle inesattezze. Dobbiamo solo sperare che, chi lo legge sui social, abbia l’audacia di informarsi su siti affidabili come, ad esempio, il DDL Zan. Lo scontro fra Luciana Littizzetto e Simone Pillon riguardo il DDL Zan si conclude così, per il momento, ma non sappiamo se la comica, o qualcun altro, interverrà. Noi, intanto, vi ricordiamo cosa fare per far approvare il DDL Zan.

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