Riprende oggi alle 9:30 la discussione in Senato sul DDL Zan e, si spera, che oggi vada meglio di ieri, in cui davvero in alcuni momenti è sembrato di trovarsi allo stadio, con fischi, urla e ululati da parte della destra mentre la sinistra cercava di parlare. Assurde sono state alcune dichiarazioni, dimostrazione, ancora una volta, che quelle poche pagine di disegno di legge non sono neanche state lette. Deludenti anche le assenze da parte di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle che, si spera, si siano ripresi dalla malattia e oggi possano fare il lavoro per cui sono pagati.
Ieri abbiamo seguito insieme la diretta sul DDL Zan, che è iniziata alle 16:30 e si è conclusa alle 20:00, con una pausa nel mezzo a causa della capigruppo, alla fine del quale è stato esposto il calendario e abbiamo scoperto che martedì 20 sarà il giorno decisivo per gli emendamenti. Oggi alle 16:30 ci sarà anche «la chiama per la votazione a scrutinio segreto mediante schede per l’elezione di due componenti del consiglio di amministrazione della Rai». Vediamo alcuni interventi chiave durante la seduta di ieri.
- Ostellari, Lega: il primo a parlare è stato Ostellari, il presidente della commissione giustizia, che ha parlato di una mediazione che consisterebbe nel prendere il «ddl Zan come testo base e si fanno tre modifiche, questa è la strada dettata da costituzionalisti, professori, educatori, associazioni e anche dalla Santa Sede» e ha poi chiesto alla Presidente Casellati di sospendere la seduta per riunire i capigruppo «per valutare se c’e’ la disponibilità a continuare quel dialogo intrapreso». La Presidente ha approvato la capigruppo.
- Maiorino, M5S: «La mediazione sarebbe possibile se chi vuole mediare davvero fosse interessato a tutelare i diritti delle persone in questione. Così nonè», ha detto la senatrice. A questo punto la destra ha cominciato a ululare e a fischiare, ma lei continua. «La commissione giustizia è stata calpestata nelle sue prerogative, il presidente Ostellari ci ha impedito il voto anche sulla calendarizzazione. Ora bisogna rispettare il voto dell’aula del Senato sulla calendarizzazione del provvedimento e avviare la discussione generale sul ddl Zan».
- Pillon, Lega: il sen. leghista, uno dei più grandi oppositori al DDL Zan, ha citato le femministe, che però sono lefemministe radicalicheescludono le persone transgender. Tra le altre cose, ha avuto il coraggio di dire che «il bambino ha diritto a una mamma e a un papà e a non essere acquistato su internet», come se un orfanotrofio fosse uno shopping per omosessuali (come se poi gli eterosessuali, si intende quelli che non abbandonano i figli, non adottassero dei bambini).
- Balboni, FdI: il sen. di Fratelli d’Italia ha dimostrato in un’aula di Senato di non conoscere la differenza fra un’opinione e una discriminazione, alludendo alla solita storia della destra secondo cui, tramite l’art. 4, non sarà possibile più esprimere una propria opinione senza dover scomodare un giudice perché qualcuno potrebbe sentirsi ferito. «Un figlio ha diritto alla madre e al padre» non è una discriminazione. Dire che «se avessi un figlio gay lo brucerei», lo è, è una frase omofoba per cui politico della destra dovrebbe pagare. Non è difficile, vero?
- Renzi, Italia Viva: il leader di Italia Viva, senatore e politico, ha iniziato con una frecciatina a Chiara Ferragni e Fedez, influencer. Ha rivendicato le unioni civili, tuttavia in quell’aula non si parlava di Matteo Renzi e di quello che lui ha fatto negli ultimi anni, ma si parla del futuro. «Il mio appello è molto semplice: si faccia un accordo sui punti legati all’articolo 1, 4 e 7 e, fatto questo, si chieda a tutte le forze politiche di portare la discussione alla Camera entro 15 giorni», ha detto.
- Salvini, Lega: il sen. Salvini, dopo aver ovviamente citato i suoi figli, ha avuto il coraggio (lui che firma accordi con gli Stati più omofobi dell’Unione Europea) di ricordare che in alcuni Stati l’omofobia è un reato e si rischia persino la pena di morte o il carcere. «Di questi 10 articoli prendiamo la parte più importante, per cui ringrazio Zan, ma togliamo quello che divide non solo l’Aula ma anche il Paese e cioè la parte sui bambini e l’educazione sentimentale», perché insomma, si è visto come i genitori sanno educare i propri figli. Mica nel 2021 c’è un’aggressione omofoba un giorno sì e l’altro pure.
- De Petris, LeU: la sen. De Pretis ha risposto ai colleghi Salvini e Renzi, ma soprattutto al primo, chiedendogli «perché quest’appello a rispettare i diritti e le libertà lei non lo ha fatto con gli alleati dell’Ungheria e della Polonia, visto che ha nominato gli Stati dove vengono arrestati? Se fa un appello alla mediazione per trovare un accordo per punire chi discrimina, bisogna essere coerenti, ma la coerenza si sa non è di questo mondo, ma bisogna sapere quello che si dice e che si scrive», sottolineando poi come la pregiudiziale firmata da loro discuta in primis una legge che già esiste, ovvero la legge Mancini.
Con l’intervento della senatrice De Pretis si vota per la pregiudiziale, che è respinta con 136 voti contro 124. La seduta si scioglie e ci si dà appuntamento a oggi alle 9:30 e noi inizieremo a commentare proprio dal momento in cui interverranno, ovviamente con i punti chiave e senza cercare di appesantirvi troppo. Vi ricordo che oggi ci sarà la richiesta di sospensiva e poi la discussione generale.
Cosa non è il DDL Zan
Non voglio far approvare il DDL Zan perché sono contro l’utero in affitto.Letteralmenteil DDL Zan è una legge che lotta contro la discriminazione e la violenza omotransfobica, quindi l’utero in affitto non c’entra nulla con questa proposta di legge. In più sottolineiamo anche che in Italia la «gestazione per altri», conosciuta in altri termine con «utero in affitto», è illegale. Quelle della destra che quindi usano l’utero in affittocome scusa per andare contro il DDL Zan, sono quindi delle fake news.
È liberticida: no. Il DDL Zan non èliberticida. L’articolo 4 dello stesso (ancora una volta, prima di criticare sarebbe utileinformarsi, anche per evitare di fare figuracce) recita:«Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compi mento di atti discriminatori o violenti».Potete comunque trovare il testo completo e leggerlo con i vostri occhiqui.
Esiste già una legge: no,non esiste già una legge. L’articolo 61 del codice penale che in genere viene citato comelegge già esistenteprevede che un giudicepossaapplicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia nonè obbligato a farlo. Quindi una personapotrebbeessere più tutelata. Non penso questo sia normale.
Fuori i bambini dalla politica. Il DDL Zan prevede la strategia Nazionale attivata dall’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, che è già presente con interventi anti-discriminatori nei campi dell’educazione e dell’istruzione, come anche in quelli del lavoro e delle carceri. Il loro nome ècorso di educazione al rispetto. Quindi, cara destra, non si tratta dieducazione gender, ma solo dieducazione a rispetto di chi ama una persona delle stesso sesso, di chi ha un colore di pelle diverso dal tuoo, ancora,di chi non si identifica nel sesso in cui nasce.
DDL Zan, seduta in Senato di oggi [DIRETTA]
Alle 9:30 inizia la seduta in Senato con la lettura del verbale di ciò che è stato detto nella giornata di ieri. Le discussioni iniziano con il sen. Caliendo di Forza Italia, per illustrare la questione sospensiva. Il sen. chiede che venga trovata una mediazione, peccato che, come ha spiegato già più volte Alessandro Zan, il DDL Zan per com’è oggi è già una mediazione, solo che non può essere modificato il corpo fondamentale come chiede la destra, perché non ne resterebbe nulla.
Tra l’altro il sen. di Forza Italia ha anche affermato che chi è pro al DDL Zan non è propenso alla discussione, quando in realtà è il contrario. Chi è che ieri fischiava e ululava mentre i senatori della sinistra parlavano? La sen. del Movimento 5 Stelle si è dovuta interrompere per il caos che si era creato in aula. Chiede di fare le correzioni possibili che, però, sono già state effettuate negli ultimi mesi. «La Legge tornerà alla Camera, c’è un errore, lo vedrete, e deve essere corretto e deve tornare alla Camera», ha detto.
Ha persino paragonato il DDL Zan al Codice del fascismo: «Questa legge è più grave del codice Rocco, il codice del fascismo» e richiede che l’Aula sia sospesa. Subito dopo di lui interviene Malan, sempre di Forza Italia: «proseguire su questo provvedimento» significa «ignorare quanto è stato fatto pervenire da due Chiese titolari delle imprese», sottolineando che l’Italia del dopoguerra si è preoccupata di rispettare la libertà religiosa, come nell’art. 3, 19 e 20 della Costituzione italiana. Tuttavia, in questo caso, cosa c’entra la religione?
Lucio Malan il Suo esame di Diritto Ecclesiastico è approvato con la votazione di 28. Può andare a firmare il verbale #ddlZan #senato
— Emanuele Lopes (@emanuelelopeess) July 14, 2021
Interviene, dopo un lungo intervento sulla storia della religione in Italia, il sen. leghista Romeo che chiede che l’iter del provvedimento venga rinviato al 27 luglio «per verificare se si riesce a trovare un accordo politico per la gestione del provvedimento». Paragona il DDL Zan a una partita: «la vogliamo giocare con diversi voti sugli emendamenti e voti segreti o riscoprire l’arte del compromesso che dovrebbe guidare il buonsenso della politica e troviamo una soluzione insieme per capire cosa serve a questo paese?». Ripetiamolo insieme: il DDL Zan per come lo conosciamo oggi è già un compromesso.
Ed ecco anche che viene citata l’identità di genere, ovviamente, dicendo che sono le donne a chiedere che venga cambiata la definizione dell’argomento sul disegno di legge. Vogliamo comunque ricordarvi che Romeo è proprio quell’individuo che pensa che la cultura gender incentiva la vendita di smalti agli uomini. Concluso il suo discorso, passa la parola a Italia Viva con il sen. Faraone, che denuncia Monica Cirinnà che ieri su Twitter ha pubblicato e commentato un video in cui si vede lui insieme ai colleghi che applaudono il sen. Salvini nella giornata di ieri.
Risponde la Presidente Casellati dicendo che ieri l’aula non era tranquilla, ma che ogni volta che lei nota che qualcuno riprende con il proprio telefonino lei riprende. «Siccome questa è una questione che si pone ogni volta e se ha dato luogo a tutte queste contestazioni farò verificare attraverso le immagini che vengono puntualmente riprese se questo è successo. Se sì, questo darà luogo alle conseguenze previste dal regolamento e ognuno si prende la responsabilità di quello che dice e che fa. Ieri più volte ho richiamato l’attenzione sul rispetto: questo è un parlamento libero dove ognuno può esprimere quello che vuole», ha detto.
Interviene poi il sen. Bagnai, leghista, che inizia con mandare la propria solidarietà al collega, dandogli anche il benvenuto nella lapidazione sui social. Peccato, però, che fuori da quelle aule ci siano dei ragazzini e delle ragazzine indifesǝ e insicurǝ che ogni giorno lottano contro l’omotransfobia, la bifobia, la lesbofobia e anche l’afobia, che nel DDL Zan non è citato ma che abbiamo visto essere un problema. Per cui basta fare le vittime in un giorno in cui dovete, approvando il DDL Zan, difendere delle persone.
Il collega Calderoni, sempre leghista, continua con la storiella sulle registrazioni con il cellulare, chiedendo che venga punita la collega Cirinnà che deve chiedere scusa. Ma vogliamo parlare del DDL Zan o continuiamo a fare i bambini dell’asilo? «La ringrazio per il suggerimento ma avevo già detto che avrei fatto fare io quest’indagine e ribadisco che la farò io come sempre succede. Dopo di ché ci saranno le conseguenze come prevede il regolamento», sottolinea ancora la Presidente.
Riprende La Russa, di Fratelli d’Italia, dicendo, sempre riguardo la registrazione, «che la destra queste cose non le fa». Si limita a dire che brucerebbe i gay, che sono aberrazioni della natura o a paragonare le donne a bambole gonfiabili. E non dimentichiamo tutte le persone esposte da Salvini. Poi comincia ad attaccare il collega Faraone perché, anche a causa del suo partito, ieri non è passata la pregiudiziale, e subito dopo la sen. Cirinnà, «di cui l’Italia è piena». «Voi state discriminando chi non la pensa come voi. Siete tutti più giovani di me, ma io la ricordo la difficoltà di andare a scuola e all’università per chi era di destra e veniva discriminato dai Cirinnà dell’epoca».
La Russa dice che da giovane lo discriminavano da piccolo “i Cirinnà dell’epoca” perché era fascista.
— Simone Alliva (@SimoneAlliva) July 14, 2021
E vabbè. #ddlZan
La Russa poi continua, come i colleghi, a confondere ancora una volta la discriminazione con l’opinione. Dire la propria opinione rispettando tutte le persone, è legale. Dire le cose che i leghisti e non solo hanno detto pubblicamente, no. Interviene la sen. Rossomando, del Partito Democratico, affermando che lei è la prima a denunciare le registrazioni avvenute in Senato. Ma vogliamo parlare del DDL Zan? Della legge che deve tutelare le persone? Ci siamo dimenticati perché ci troviamo in quell’aula?
Si rivolge a Bagnai, dicendo di non aver compreso il suo discorso: «si potrebbe partire censurando anche con provvedimenti dei partiti interni tutte le aggressioni che avvengono da rappresentati, consiglieri, che incitano all’odio e hanno atteggiamenti violenti. Io sono dell’idea che lo spazio della politica deve essere quello che interviene con provvedimenti molto chiari e severi. Noto un’avvicinamento al diritto mite da parte della Lega e avremmo occasione su una serie di questione che mentre la Lega raccoglie le firme sarà molto sensibile e attenta».
Continua la collega Malpezzi, sempre del PD che parla finalmente del DDL Zan: «io mi chiedo se ci sia stata la volontà di leggere la legge e se le proposte che stanno arrivando dal centro destra corrispondono a quello che la legge dice. Io ho sentito gli interventi di ieri riguardo l’art.4 del DDL Zan, che è firma di un emendamento a prima firma Costa, all’epoca Forza Italia, chiamato “emendamento salva idee” voluto da tutto il centro destra, votato all’unanimità e messo come condizione per votarlo all’unanimità. Oggi quelle stesse forze che lo hanno fatto ci dicono che è da eliminare. Avete cambiato idea, ma è figlio vostro e a noi oggi sembra un pretesto».
Si rivolge poi a Salvini riguardo all’art.7 del DDL Zan, che ieri ha chiesto di togliere i bambini e l’educazione alle scuole, di lasciare l’educazione ai genitori: «a cosa si riferisce il sen. Salvini? L’art. 7 al comma 3, perché penso che il senatore Salvini si riferisse a questo, dice che in occasione della giornata nazionale sono organizzati incontri e iniziative utili per la finalità del comma 1. Le scuole, nel rispetto del piano triennale dell’offerta formativa» e che è già presente in un’altra legge. Nel comma 3 si aggiunge che il tutto deve essere legato al Patto di corresponsabilità.
«Ve lo dico colleghi, perché siete genitori e dovreste saperlo. Le famiglie hanno il diritto ma anche il dovere di conoscere prima dell’iscrizione dei loro figli a scuola i contenuti dei piani formativi e sottoscrivere il patto educativo di corresponsabilità», continua. Quindi afferma quello che è già in vigore e che i genitori non sono tagliati fuori ma decidono insieme ai genitori. Insomma, la sen. Malpezzi si è solo resa conto che nessuno in aula ha letto il DDL Zan, e quindi lo sta leggendo.
«Il senatore Pillon dalla comunicazione non verbale che ha espresso che loro sono convinti che dal 2015 ci sia a scuola un’ideologia gender che non esiste. Mi domando perché non abbiano cercato di abrogarlo», dice rivolgendosi a Pillon e poi citando la collega Fedeli grazie a cui si combattono le discriminazioni nelle scuole. Insomma, in poche righe, la senatrice Malpezzi ha smontato tutte le fake news che la destra continua a spacciare per vere da mesi. E noi la ringraziamo immensamente.
Per le Autonomie parla poi il sen. Bressa, citando la definizione dell’identità di genere del DDL Zan tratta dalla Corte Costituzionale del 2017. Risponde poi a chi dice che esiste già una legge che tuteli gli omosessuali, tuttavia «il DDL Zan tratta di chi fa questi reati, per questo va nelle scuole, per educare nelle scuole e l’attività formativa deve far capire la gravità dell’istigazione a reato», sottolinea, affermando che il DDL Zan estende solo la Legge sulle discriminazioni, aggiungendo quelle su sesso, identità di genere, orientamento sessuale e disabilità.
«Perdonatemi se ho citato tutta questa serie di sentenze, ma penso sia l’unico argomento convincente per dimostrare quanto giuridicamente infondati siano sotto questo profilo i timori espressi contro il DDL Zan», conclude il sen. Bressa, dicendo che è «una presa di posizione politica legittima ma infondata», ed è una cosa che, per il sen. Bressa, non si può fare e per cui voterà NO alla sospensiva. Riprendere parola poi il sen. Romeo, che ha già parlato, e che ha voluto dire che proprio perché è un argomento complesso, bisognerebbe accettare la sospensiva.
La sen. Ronzulli di Forza Italia ricorda all’Aula come «quel giorno votò Forza Italia riguardo all’art. 4 ex art. 3. Forza Italia con il capo gruppo dell’epoca Gelmini diedero indicazioni di votare contro l’articolo, e tutti votarono contro tranne qualcuno che votò a favore secondo la propria coscienza», ha detto rispondendo alla sen. Malpezzi. «La senatrice Cirinnà affossò il disegno di legge Scalfarotto non ritenendola una giusta legge, peccato che a noi sia stata tolta la possibilità di migliorare questo testo», chiedendo spiegazione alla sen. Cirinnà.
Iniziano adesso le votazioni sulla questione sospensiva e, dopo l’esito, si prenderanno le deliberazioni a riguardo. Per un solo voto, la sospensiva non è approvata.
Discussione sul DDL Zan
Inizia adesso la discussione sul DDL Zan. Inizia Nencini, di Italia Viva: «va discusso senza sospensioni ma va difeso senza intolleranza», dice, mentre i colleghi ancora pensano di stare allo stadio. «Da una parte la destra che alla libertà di amare preferisce la legge del vecchio testamento, dall’altra le intemperanze e le offese di chi vorrebbe che il Senato non discutesse. Ai primi vorrei ricordare che la legge di Dio non è stata pubblicata dalla Gazzetta ufficiale. Agli altri si richiede una dose di buon senso più alta se necessaria a rendere la norma migliore.» Intanto c’è stato un cambio di presidenza e, al posto della Casellati, siede La Russa.
Quello di cui si sta lamentando il sen. Nencini è che «le modifiche che vengono proposte non vengono solo dalla destra ma anche dalla sinistra che chiedono informazioni sull’art. 4», affermando che quella stessa sinistra contraria viene appellata come “pecora rognosa”, chiedendosi se questo non sia un ritorno a un ordine morale non criticabile «benché una cosa sia discriminare l’istigazione alla discriminazione e un’altra alla propaganda». Viene poi citato il politically correct: «è davvero razzista chi non si inginocchia su un campo da gioco?» e viene detto che la Chiesa non c’entra nulla con il DDL Zan.
«Io voglio dare ordinamento giuridico a minoranze ignorate e voglio sanzionare con severità atti di discriminazione e di violenza. Io voglio vivere in una società ove la libertà di decidere ed esprimere la propria opinione sia garantita», dice ancora, chiedendo che non è possibile che un’opinione personale venga sanzionata da un giudice. «Abbiamo il modo e il tempo per chiarirlo ed eventualmente per sopprimerlo», conclude, rivolgendosi al Partito Democratico, perché «se non riportiamo la libertà e la deleghiamo a una destra retriva, noi veniamo meno a una funzione».
Parla adesso il senatore Barbaro, di Fratelli d’Italia, che cita l’art. 3 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali», affermando che quindi non c’è spazio per la discriminazione e quindi non ritiene che sia necessario il DDL Zan. «”Una legge contro l’odio” è fuorviante, il nostro ordinamento penale ha già tutti gli strumenti per sanzionare ogni atto con intendo discriminatorio», ha continuato.
Conclude dicendo che il DDL Zan renderebbe le vittime omosessuali più vittime delle altre. Beh, insomma. Un eterosessuale non viene picchiato perché ama una donna, mentre un omosessuale viene picchiato perché ama un uomo, diciamo che c’è una differenza fondamentale e da non sottovalutare. Dopo un lungo intervento del sen. Barbaro, interviene la sen. Monica Cirinnà, che afferma di aver sbagliato a fotografare il collega Faraone e ammette il proprio errore.
«Il ddl Zan si occupa di pari dignità sociale, di uguaglianza, di dare attuazione pienamente all’art. 3 della Costituzione, una norma fondamentale su cui non dovrebbero esserci differenze fra di noi, ma ci sono state a partire dalla Commissione che ha ostacolato il testo sin dall’inizio, rimodulando 170 audizioni, ripercorrendo anche quelle fatte alla Camera. Aver dovuto votare l’incardinamento è una cosa inaudita e quando si è sbloccato è stato sbloccato quando il dibattito pubblico, sui social, che tanti bandiscono ma che in realtà temono, hanno alzato il tiro sul perché il testo non venisse incardinato», ha detto.
Ha anche detto che ci sono tanti movimenti, tra cui anche quelli femministi e LGBT, vogliono la legge com’è adesso, senza modifiche. «Non è vero che si introducono nuovi reati ma si estendono reati già esistenti, che sono il compimento di atti discriminatori e violenti e la discriminazione a commetterli, non viene esteso il reato di propaganda delle idee che resta limitato sull’odio razziale ed etnico», continua Monica Cirinnà. «Non ci accontentiamo dell’aggravante dell’art. 61, abbiamo bisogno di tutele più forti», sottolineando anche che si continuerà a essere liberi, ma non liberi a istigare la discriminazione.
«Chi dice il contrario forse vuole continuare a essere libero di istigare la discriminazione, ma il DDL Zan si occupa solo di proteggere la dignità delle persone», continua, per poi aggiungere che il DDL Zan vuole fare cultura. «Ai giovani si cercherà di far capire nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica che le differenze esistono e vanno rispettate e questo non lo chiede solo Monica Cirinnà ma lo chiede la Costituzione», aggiunge, andando contro alle fake news della destra sull’ideologizzazione dei bambini.
«In questo testo chi voleva, ha ottenuto. Oggi però qualcuno chiede di nuovo discussione. Su cosa dobbiamo ancora discutere? Abbiamo mediato sulle scuole, sull’identità di genere, sull’opinione, su cosa dobbiamo ancora mediare? Perché, avendo già votato il testo alla Camera, si cambia idea adesso? A me pare chiare che sulla pelle delle persone LGBT si sta giocando un’altra partita. Sulla pelle del movimento, delle persone disabile, delle donne colpite da misoginia. Questo gioco politico tattico non fa bene alla politica.»
Conclude portando il messaggio delle persone transgender, poiché dopo mesi non si ascolta la voce di chi è davvero discriminata e che chiede aiuto allo Stato. «Ci stiamo occupando di un testo giuridico, non di un testo di filosofia. Stiamo solo provando a dare protezione a persone discriminate dalla violenza, per questo cito le parole di Porpora Marcasciano: “Mi chiamo Porpora Marcasciano, sono presidente del MIT, attivista militante dagli anni ’70, la mia voce è la stessa di 400k persone trans (istituto superiore di sanità, 2019) e ora più che mai vi chiedo di non bloccare il DDL Zan.
Prima di pronunciarvi vi chiedo di comprendere o quanto meno di approfondire quello che per noi significa identità di genere. State legiferando sulla nostra vita. L’Italia è al primo posto in Europa per vittime di transfobia. Dare a noi non significa togliere agli altri, ma significa dare a noi e a tutti una società più bella e giusta“», e così la sen. Cirinnà spiega perché il testo non va modificato e va accettato così com’è. «La comunità chiede di esistere e di essere protetta», conclude il suo intervento sul DDL Zan.
Adesso interviene la sen. Lonardo, Misto, contraria al DDL Zan così com’è, e anche a lei mancano le basi per comprendere la differenza fra opinione e discriminazione, ribadendo che esistono già delle leggi contro la discriminazione e che quindi non c’è bisogno del DDL Zan. «Dietro la maschera di voler dare tutele a chi quelle tutele già ce l’ha, si nasconde una legge inutile», ha detto, definendo l’omofobia uno pseudo-problema. Dalle sue parole, comunque, si evince un’omofobia radicata. Perché c’è differenza se io vengo picchiata perché donna e una ragazza che viene picchiata perché lesbica. Come non ha neanche senso paragonare l’identità di genere all’anoressia.
Hanno paura perché sanno che sarebbero i primi perseguibili. Se anche loro avessero avuto la possibilità di avere un’educazione inclusiva nelle scuole si renderebbero conto delle stronzate che dicono, ma purtroppo vogliono impedirlo anche alle generazioni future #ddlzan
— 𝑀ᴀʀᴛɪ 💫 (@mifaiuncaffe_) July 14, 2021
Interviene adesso il sen. Perosino, di Forza Italia, che arriva a citare persino «i teorici alla Fedez», perché se la destra non mette in mezzo gli influencer (e la Chiesa), non è la destra. Lui, comunque, non vuole che la legge passi. E adesso interviene il sen. Pillon: «questo è un disegno di nuova umanità», ha detto, citando poi Facebook. Sì, un senatore italiano ha citato in Senato Facebook, cominciando poi a elencare anche dei fatti che avvengono all’estero. Peccato che siamo in Italia.
Poi ci sono le solite citazioni tipiche da Simone Pillon, che ormai conosciamo benissimo e secondo cui dei giudici potrebbero condannare qualcuno per aver detto che una donna ha il ciclo mestruale e un uomo no. Ha anche smentito quello che ha detto la sen. Malpezzi, ma non per quel che ha detto sul DDL Zan e sul POF ma perché, secondo lui, se tutte le scuole aderiranno al DDL Zan i genitori non avranno molta scelta. Invita i colleghi ad andare a leggere le parole dei genitori tedeschi che hanno rifiutato di portare i figli a scuola perché c’era la lezione di gender (indovinate? La legge tedesca non ha nulla a che fare con il DDL Zan).
Tra l’altro, la “lezione di gender” nel DDL Zan non viene neanche minimamente citata. Forse Simone Pillon, invece di leggere i libri esteri, dovrebbe leggere proprio il DDL Zan. È stato detto più e più volte che il gender non viene citato e che non esiste, così come l’utero in affitto. Un utente su Twitter risponde così al senatore: «Il senatore anti-abortista, contrario al divorzio e favorevole all’assegnazione dei figli ai genitori violenti oggi ci fa una lezione di morale e di etica. A Pillon vorrei dire che citare testi in inglese non fa sembrare le tue tesi omofobe più credibili.»
Dopo un lungo intervento, Simone Pillon conclude il suo intervento dicendo che i calciatori della Nazionale dopo aver vinto hanno chiamato la mamma come se, se fossero stati cresciuti dalla nonna o dagli zii, non avrebbero chiamato loro, e comincia a parlare la sen. Maiorino del Movimento 5 Stelle, indignata per le tante fake news e che sottolinea che in Italia non ci sono tante denunce perché «non hanno gli strumenti per essere tutelati» e anche che il mondo LGBT è unito per voler far approvare il DDL Zan.
Dopo l’intervento molto apprezzato della senatrice, che conclude con «si può essere omofobi sia da laureati che analfabeti. Flick ha detto che l’orientamento sessuale è un fatto privato. L’orientamento sessuale è un fatto sociale. E questo che la destra non vuole accettare: il riconoscimento sociale delle diversità», interviene De Bertoldi, di Fratelli d’Italia che ritiene che la pandemia, la quarta ondata (ma non era la destra a rivolere tutto aperto?) non sia il momento giusto discutere del DDL Zan. Tuttavia, nel frattempo, ci sono anche delle persone omosessuali che muoiono in quanto tali, dei bambini picchiati perché vanno al Pride e delle bambine picchiate per avere una borsa arcobaleno.
dite a De Bertoldi che “mentre c’era la pandemia” in Argentina è stato legalizzato l’aborto e in Germania sono state vietate le terapie riparative a danno delle persone LGBTQ+
— piena cmq (@cmqpiena) July 14, 2021
se si vuole queste leggi si approvano.#ddlZan #ddlzansubito
Il senatore De Bartoldi insiste anche con il dire “sen.”, rimanendo sul neutro, sebbene nessuno dei suoi colleghi abbia fatto coming out come no-binary, per cui è abbastanza no sense, per usare degli inglesismi che piacciono tanto a Pillon. Così come insiste ancora sull’art. 4, sul genitore 1 e genitore 2, su mamma e papà, insomma tutti quegli argomenti che ci hanno detto e stra detto e che più volte sono stati smentiti. Dopo di lui, interviene il collega di partito Fazzolari, che continua con la storia di Ferragni e Fedez.
Tra l’altro, il senatore di Fratelli d’Italia fa delle accuse non da poco al segretario del PD Letta, che ovviamente devono essere accertate. Adesso invece parla delle donne transgender nello sport, che sono già regolamentate da altre leggi (quelle del CONI) come abbiamo visto più e più volte. Dopo di lui, parlano il sen. Dal Mas, di Forza Italia e poi il sen. Candiani, leghista, che cita ancora quello avvenuto ieri fra la sen. Cirinnà e il sen. Faraone, situazione già spiegata e per cui saranno fatte le indagini.
Il senatore spiega che le categorie in Italia non dovrebbero esistere, e ha ragione. Una persona dovrebbe essere vista come solo una persona, tuttavia così non è. In Italia esiste il razzismo, esiste il sessismo, esiste l’omofobia, per cui il DDL Zan è necessario e chi è convinto che in Italia non esistano discriminazione, sta mentendo a se stesso. Dopo l’ennesimo lungo intervento, continua un altro esponente di Fratelli d’Italia, il sen. De Carlo, che tira fuori i problemi economici del Covid-19 che, con il DDL Zan, non c’entrano nulla.
Ha anche voluto dire che lui non vorrebbe che esistessero più i locali gay, tuttavia dovrebbe sapere che esistono proprio per evitare di trovarsi davanti un omofobo. È tanto difficile da comprendere? Passa la parola a un’altra collega di partito, la sen. Drago, tuttavia ormai tutto il popolo si è stancato di stare a sentire sempre Fratelli d’Italia e vorrebbe che parlasse la sinistra e, soprattutto, che si andasse al voto. Dopo di lei, ancora la destra con Forza Italia, rappresentata dal sen. Cangini e poi, ancora, dalla leghista sen. Fregolent. L’ultimo intervento è della sen. Nugnes, misto e poi la seduta è sospesa, si riprende domani mattina.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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