Prima di urlare al politicamente corretto per il Lupin nero, guardate la serie

Condividi

Forse per creare del drama, forse per non sbilanciarsi troppo, negli ultimi giorni è stato pubblicato un articolo in cui si parla della «storia stravolta dal politicamente corretto» e in cui quindi si puntano le armi contro il politically correct, in Lupin, in Bridgerton, persino in Thor: Ragnarok. D’altronde, in questa società siamo sempre divisi in due gruppi: chi storce il naso davanti all’integrazione nei film e nelle serie tv e chi invece lo storce per il razzismo e l’omofobia.

lupin-politicamente-corretto
Fonte: twitter

Ricordo ancora quando, qualche mese fa, in molti avevano minacciato di disdire l’abbonamento su Netflix perché ci sono troppi gaycosa penserebbero i bambini se li vedessero? Capite, con 365 giorni, film dove nei primi minuti si assiste a un vero e proprio deep throat, in cui c’è una scena di sesso ogni 5 minuti e in cui si sessualizza la mafia italiana, loro si preoccupano di due ragazzi che si baciano.

Altri ancora, invece, si sono stancati del blackwashing, ovvero di far interpretare personaggi bianchi ad attori neri, come se il colore della pelle possa davvero incidere in qualche modo sulla trama. In ogni caso, nell’articolo che ha fatto tanto scalpore, in realtà, si dice apertamente che Lupin, il film nel mirino, è ispirato al famoso cartone ma non è il suo remake. Tuttavia, lo scalpore, lo ha fatto il titolo.

Viene presentato come il Lupin nero, viene raccontata «la storia stravolta dal politicamente corretto» e si fanno più esempi. Parliamo di Bridgerton, di Troy – La caduta di Troia, persino di Thor: Ragnarok. In comune queste quattro serie (è incluso anche Lupin) hanno in comune un attore nero per interpretare un personaggio storicamente bianco. Lo stesso discorso era stato fatto anche con Ariel, ma potrebbe essere fatto con tanti personaggi. Peccato, però, che il colore della pelle nel 2021 in delle serie o in dei film non storici, non sia minimamente importante.

Probabilmente avremmo compreso questo discorso in una serie che è davvero storica. Se ti presenti come una serie tv che vuole rappresentare la vera storia allora sì, i personaggi devono sembrare quanto più simili alla realtà. Potremmo fare l’esempio di The Crown che ha trovato dei protagonisti quanto più simili agli originali, curando ogni cosa nel minimo dettaglio. Ma davvero possiamo lamentarci di come in Bridgerton ci siano dei duchi neri? E poi, vogliamo parlare della Regina Carlotta nera? Noi ne abbiamo già scritto in un altro articolo, leggendo delle fonti storiche che la vedono proprio nera.

Lupin: il politicamente corretto è andato troppo oltre?

lupin-politicamente-corretto
Fonte: twitter

«Un senegalese alto un metro e novanta»: questi gli aggettivi che l’autore dell’articolo ha utilizzato per descrivere Omar Sy, protagonista di Lupin e uno degli attori francesi più popolari e acclamati, che nel 2011 ci ha dato una grandissima esibizione in Quasi Amici, un film che ci insegna che l’amicizia va oltre al colore della pelle e al ceto sociale. Parla di «paradossali cortocircuiti», di blackwashing: «mettere sullo schermo personaggi neri che storicamente dovrebbero essere bianchi».

Si fanno poi i vari esempi. Achille nero, Lupin nero, la valchiria nera… Ma non siamo noi che da sempre rappresentiamo Gesù, un palestinese, con gli occhi azzurri e i capelli castani o addirittura biondi come se fosse occidentale? Di quello non ci lamentiamo? In quel caso la verità storica non è stravolta? Non rimaniamo sconvolti? Ah no, perché è bianco, e il whitewashing ci va sempre bene. Sarà forse che abbiamo qualche problema con i neri e non vediamo cosa non va per davvero?

lupin-politicamente-corretto
Fonte: twitter

A chi importa se in una serie non storica come Lupin o Bridgerton (tra l’altro inventate) i personaggi non hanno il colore di pelle che si ha nei libri? Pensate un po’, un secolo fa si lottava perché i neri erano interpretati da bianchi che si tingevano la faccia di nero (vi abbiamo già parlato della blackface e del perché è completamente sbagliata), con una recitazione accompagnata da centinaia di stereotipi (a cui neanche la Disney è sopravvissuta), adesso invece si piagnucola perché cerchiamo di andare avanti e guardare la storia senza soffermarci sul colore della pelle e a coloro che non sono mai stati discriminati per il colore della pelle non va bene.

Non perderti le nostre news!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.