Due chiacchiere con “L’afobia esiste” (pagina Instagram sull’asessualità)

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La scorsa settimana è stata la giornata nazionale contro l’omosessualità, e alcune persone hanno voluto sollevare un tema ancora più delicato: come spesso l’asessualità non viene inclusa neanche dalla comunità LGBTQIA+. Noi, di asessualità e afobia ne abbiamo parlato in onore della giornata internazionale, e abbiamo cercato di far comprendere come sia del tutto normale essere asessuali, e anche come l’afobia spesso sia diffusa per semplice ignoranza. Ma, poiché non siamo così ferrati sull’argomento, abbiamo deciso di fare due chiacchiere con delle ragazze che si occupano del tema su Instagram, cercando di sensibilizzare quanto più possibile.

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Bandiera dell’asessualità

Spesso diciamo qualcosa di afobico e neanche ce ne rendiamo conto, altri invece lo fanno per cattiveria. La differenza sta nel fatto che, mentre i secondi devono lavorare su se stessi e sul rispetto verso il prossimo, i primi possono risolvere la propria afobia semplicemente informandosi. Le persone asessuali non sono malate, non devono guarire, non hanno bisogno di te per guarire. Essere asessuale non significa stare in astinenza, così come non significa non fare sesso o addirittura essere sessuofobe.

A spiegarci qualcosa sull’asessualità, sull’afobia e su altri temi, saranno due ragazze, Giada e Miriam, asessuali e amministratrici della pagina Instagram “L’afobia esiste” (@stop.afobia_ita). Hanno creato questa piccola community con l’obiettivo di «denunciare l’afobia, di sensibilizzare alla sua esistenza e di dimostrare che non si tratta solo di casi isolati, analizzando gli schemi mediante i quali questo tipo di discriminazione si presenta e le dinamiche che ci sono dietro». Per cui, vediamo cos’hanno da dire.

Due chiacchiere con Giada e Miriam: l’afobia esiste

Come abbiamo fatto con tutti i nostri articoli della categoria Due chiacchiere con, troverete le nostre domande in grassetto, mentre le risposte in corsivo. Buona lettura e buona informazione sull’afobia e l’asessualità!

Io girovago abbastanza sul web e quello di cui mi sono resa conto è che c’è tanta ignoranza riguardo l’asessualità, poiché si ritiene che a prescindere un asessuale non faccia sesso, quando non sempre è così. Per cui chiedo a voi, cos’è l’asessualità?

«L’asessualità può essere definita in due modi: il primo è quello che la vede come un orientamento sessuale caratterizzato dall’attrazione sessuale rivolta verso nessun genere; nel secondo è definita come uno spettro, che comprende diverse sfumature (non solo la totale assenza di attrazione sessuale, ma anche un’attrazione sessuale meno intensa o presente solo in alcuni casi). Entrambi i modi di definire l’asessualità sono validi e possono coesistere. Per comprendere l’asessualità è importante fare alcune distinzioni.

a) La separazione dei tipi di attrazione, che, secondo lo Split Attraction Mode, si dividono in due gruppi:

• l’attrazione fisica, di cui fanno parte l’attrazione estetica, cioè il desiderio di guardare qualcunə; l’attrazione sensoriale, cioè il desiderio di avere un contatto non sessuale con qualcunə; l’attrazione sessuale, cioè il desiderio di avere rapporti sessuali con qualcunə;

• l’attrazione emotiva, che comprende l’attrazione platonica, ovvero una profonda amicizia; l’attrazione romantica, ossia il desiderio di avere una relazione di tipo romantico con qualcunə; l’attrazione alterous, nome che raggruppa tutti i tipi di attrazione sentimentale non compresi nel binomio amicizia profonda-amore romantico.

Questa divisione per noi persone asessuali è molto utile, dal momento che possiamo provare tutti i tipi di attrazione, fuorché quella sessuale.
È utile anche per distinguere l’asessualità dall’aromanticismo, cioè l’orientamento affettivo di chi prova attrazione romantica rivolta verso nessun genere.

b) La differenza tra libido e attrazione sessuale, anch’essa di fondamentale importanza, perché noi persone asessuali abbiamo una libido, cioè siamo perfettamente in grado di provare eccitazione sessuale. Ciò che ci differenzia da chi è allosessuale (non asessuale) è che la nostra libido non è orientata verso nessunə, pertanto non può trattarsi di un disordine del desiderio sessuale.

c) La distinzione tra orientamento e comportamento sessuale: esistono persone asessuali che fanno sesso tranquillamente, altre che sono disinteressate, altre ancora che provano disgusto al solo pensiero. Ma ciò non avviene solo per l’asessualità (esistono persone omosessuali che hanno rapporti eterosessuali e ne traggono piacere, come ne esistono altre che proverebbero ribrezzo), questa distinzione, come tutte le precedenti, riguarda tutti gli orientamenti sessuali.»

Secondo voi servirebbe fare educazione sessuale a scuola, e in questa ovviamente aggiungere i vari orientamenti sessuali tra cui anche l’asessualità? Potrebbe aiutare gli adolescenti, futuri adulti, a discriminare di meno?

«In quanto persone sex-positive, non possiamo che essere favorevoli a una corretta educazione sessuale (e anche, possibilmente, a un’educazione all’affettività) nelle scuole, che porti consapevolezza sul tema della libertà sessuale. Dovrebbe comprendere, però, anche la libertà di non fare sesso, non solo in una determinata circostanza, ma anche per anni, anche per tutta la vita. Questo potrebbe davvero aiutare molto la nostra causa.»

È difficile essere una persona asessuale nel 2021 in Italia? Perché?

«Sì, non è affatto facile come potrebbe sembrare. Il primo motivo fra tutti è l’afobia, che non è solo fatta di frasi offensive, ma anche di coming out invalidati, di stupri correttivi e di molestie afobiche (sia all’interno di relazioni che al di fuori), di terapie di conversione, di disumanizzazione, di infantilizzazione, di ridicolizzazione, di emarginazione.

È l’intera società in cui viviamo, nella sua allonormatività, a essere discriminatoria per noi persone aroace e questo potrebbe portarci a coltivare una grande afobia interiorizzata, a sentirci inettɜ, a pensare di non meritare alcune cose, per esempio la visibilità, l’inclusione, ma anche delle degne relazioni.

Non a caso noi persone asessuali abbiamo uno tra gli orientamenti da cui deriva un maggiore minority stress.»

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Fonte foto: Twitter
Parliamo di afobia, che è il tema principale della vostra pagina: molti sicuramente scrivono certe cose con cattiveria, ma alcuni lo fanno per pura ignoranza. Quali sono i luoghi comuni afobici che più vi siete sentite dire in quanto asessuali?

«Premettendo che per afobia si intende sia la discriminazione nei confronti di persone asessuali che di quelle aromantiche, riportiamo una lista delle frasi afobiche più comuni:

  • “L’asessualità e l’aromanticismo non esistono”;
  • “Devi solo incontrare la persona giusta”;
  • “È solo una moda”;
  • “È solo una fase”;
  • “È un modo carino per dire frigida, figa di legno o impotente”;
  • “Sei troppo attraente per essere aroace, che spreco”;
  • “Dici di essere aroace come forma di coping perché non sei attraente”;
  • “È una malattia”;
  • “È come la pedofilia, la zoofilia e la necrofilia, vogliamo accettare anche quelle?”;
  • “È contronatura”;
  • “Sei troppo giovane per saperlo”;
  • “Fatti prete o suora”;
  • “Che vivi a fare? Sei inutile”;
  • “È tutto un complotto del governo che ci vuole togliere le cose più belle, il sesso e ‘amore, e farci diventare tutti così”;
  • “È omosessualità repressa”;
  • “Io non credo in queste cose”;
  • “Se non fai sesso e hai una relazione, sei egoista”;
  • “Se fai sesso, non puoi essere asessuale, poi cosa fai, usi lə partner come sex-toy?”;
  • “Come fai a sapere che non ti piace, se non hai mai provato?”;
  • “Hai avuto relazioni e fatto sesso, non puoi essere aroace”;
  • “Che tristezza, mi dispiace”;
  • “Io sono contro queste cose”;
  • “Devi solo chiudere gli occhi, se non provi attrazione”;
  • “Dimostrami di essere asessuale, dove sono le prove?”;
  • “Quali sono le cause? Hai avuto traumi?”;
  • “Ti faccio cambiare idea io”;
  • “Ai miei tempi non c’erano queste cose”;
  • “Volete far estinguere l’umanità”;
  • Le persone aromantiche sono p*****ieri e t**ie”;
  • “Le persone aroace non sono discriminate, poi sono praticamente etero che vogliono sentirsi speciali, non devono invadere gli spazi LGBT”.»
L’asessualità, insieme all’aromanticismo o ad altri orientamenti dello spettro ace, sono discriminati persino da alcuni membri della comunità LGBT+. Perché credete che non ci sia solidarietà neanche da chi soffre l’omofobia, la transfobia, la bifobia e la lesbofobia? Perché l’asessualità non viene vista come un orientamento sessuale ma come una “malattia”?
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Taylor Mega sull’asessualità

«Iniziamo facendo una lista di nomi di attivisti, influencer o comunque personaggi famosi LGBTQ che hanno discriminato l’asessualità e/o l’aromanticismo: Giovanni Dall’Orto, Francesco Mangiacapra, Alessandro Paesano, Elia Scattolon, Marco Ferrero, Taylor Mega, Cathy La Torre, 151eg, Le Moku, Veronica Lucchesi. Ma la loro è solo una minima parte della reale afobia esistente nella comunità LGBT. Per esempio, esiste una corrente di femminismo radicale (lesbico-bisessuale), che noi chiamiamo “aerf”, fondata proprio sull’afobia.

Sono davvero innumerevoli le persone soprattutto appartenenti alle prime lettere che ritengono l’asessualità e l’aromanticismo una minaccia per la loro comunità.
Certamente ci sono anche tante persone che si dichiarano nostre alleate, ma sono le stesse persone che non intervengono mai per aiutarci nel momento del bisogno, che sono poco, se non per niente, inclusive e che si ricordano di noi solo durante le giornate a dedicate all’asessualità e all’aromanticismo per fare qualche mi piace condividendo la nostra bandiera nel feed.

Il motivo per cui tutto questo succede è dovuto al fatto che il movimento LGBT ripropone gli stessi schemi dell’eteropatriarcato, ossia l’ipersessualizzazione e, soprattutto, l’amatonormatività: libertà di fare sesso, di provare attrazione sessuale e di amare, ma nessuna libertà di non fare queste cose. Quello che la comunità LGBT dovrebbe attuare è racchiudere tutte le identità sessuali non-normative, quello che, invece, fa è opporre al modello eteronormativo un modello omonormativo.

Un’altra ragione che noi abbiamo ipotizzato è che le persone LGBT, che subiscono una grandissima oppressione, hanno bisogno di sfogarla su qualcun altro. Quale miglior capro espiatorio della debole, invisibile, indifesa e innocua comunità aroace?»

Leggendo sulla vostra pagina ho letto anche che non siete molto convinte sul DDL Zan, che in genere dalla comunità LGBT+ è sostenuto: qual è la vostra posizione a riguardo? E cosa dovrebbe cambiare per essere più inclusivo?

«Come persone aroace, escluse dall’emendamento Annibali del DDL Zan – nella cui definizione di orientamento sessuale e affettivo si fa riferimento solo all’attrazione rivolta verso lo stesso sesso, il sesso opposto o entrambi –, noi non ci sentiamo di sostenere tale disegno di legge.

Uno dei principali problemi del DDL Zan è che non si oppone alla così detta “libertà di opinione”, semplicemente si occupa di penalizzare con qualche anno di detenzione in più chi commette discriminazioni più gravi, non risolvendo il problema di tutti gli altri tipi di discriminazioni esistenti. Il DDL Zan, per la comunità LGBT, è solo il simbolo di una maggiore apertura verso i loro orientamenti e identità di genere.

Al contrario, noi lo vediamo come il simbolo del gatekeeping nei confronti dell’asessualità e dell’aromanticismo, ci appare come la legalizzazione della nostra cancellazione.
Ciò che ci ha dato maggiormente fastidio è stato che Alessandro Zan stesso, dopo esser stato messo al corrente dell’esclusione dei nostri orientamenti, ha fatto allosplaining, dicendo che non è del tutto vero, che non è importante, che non dovremmo sentirci esclusi e che spetterà ai giudici applicare la legge per estensione.

Sia lui che le persone che promuovono questa legge, in questi mesi, non hanno fatto nulla per includere l’afobia, neanche un singolo riferimento nei loro post, ciò ci ha fatto capire che non c’è da parte loro l’intenzione di una maggiore inclusività e che la loro non è stata solo una dimenticanza avvenuta quando hanno scritto il testo.

Ci ha fatto molto male anche vedere quante persone (anche asessuali e aromantiche) siano scese in piazza contro il DDL Ronzulli-Salvini, che esclude l’identità di genere dalla propria tutela (ma paradossalmente dà una definizione di orientamento molto più inclusiva di quella del DDL Zan), mentre per noi nessuno si è mobilitato. Questo ci ha dato l’ennesima conferma di quanto siamo irrilevanti per la comunità LGBT.

Una legge davvero inclusiva dovrebbe essere scritta chiedendo aiuto a rappresentanti di ogni lettera della sigla, non solo alle prime, altrimenti è inevitabile un risultato omonormativo.»

Non so se abbiate visto Sexify, una serie Netflix polacca in cui la protagonista non è minimamente interessata né sembra provare alcuna attrazione sessuale per ragazzi o ragazze. Ritenete che potrebbe essere asessuale? Se no, ci sono dei personaggi asessuali in serie tv, cartoni o film da cui vi sentite rappresentate?
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Florence in Sex Education

«Non ci era ancora giunta la notizia della rappresentazione asessuale in “Sexify”, quindi non possiamo dare un giudizio.
La visibilità asessuale nei media è molto scarsa e la poca che esiste non è ben fatta o va a rappresentare solo persone disinteressate al sesso. Spesso si tratta di personaggi piatti, oppure angeli, demoni e divinità, questo rende davvero difficile rispecchiarsi in essi e non aiuta a far conoscere la nostra realtà alle masse.

Una di noi, Giada, un anno fa ha creato una petizione per far inserire un personaggio asessuale nella serie TV “Sex Education“, la petizione ha avuto successo ed è “nata” Florence, anche se bisogna ammettere che non ha avuto un grande apprezzamento. Ciò che dà soddisfazione alla comunità asessuale è più che altro la scena in cui lei si reca dalla sessuologa interpretata da Gillian Anderson, che le spiega l’esistenza dell’asessualità e le fa capire che non c’è nulla di male nell’essere asessualɜ.

Considerando che nel 2011 è stato realizzato un episodio di “Dr. House” in cui l’asessualità è stata discriminata pesantemente, si stanno facendo progressi, seppur minimi.»

C’è un messaggio che vorreste lanciare ad altre persone asessuali che magari ancora non riescono ad accettarsi, o a comprendersi?

«Non siete solɜ, siamo una piccola grande comunità e insieme possiamo fare tanto. Purtroppo dobbiamo rassegnarci, non sarà domani il nostro momento e neppure tra un anno, probabilmente neanche tra dieci anni, ma presto o tardi arriverà, se noi faremo in modo di farlo arrivare.

Acquisiamo sempre più consapevolezza di noi stessɜ e del mondo in cui viviamo, iniziamo a metterci al primo posto e a lottare per una società migliore per noi, perché, purtroppo, nessuno lo farà al nostro posto.»

E uno per gli afobici?

«Informatevi, parlate con persone aroace, ma non con meccanismi retorici tossici come il sealioning, l’allosplaining e via dicendo, bensì con la calma, la pazienza e il rispetto di chi vuole davvero comprendere qualcosa.»

Come vedete, le ragazze sono molto informate e soprattutto hanno delle idee ben precise su diversi argomenti, che sia su alcuni componenti della comunità LGBT che hanno un certo seguito e che sia sul DDL Zan. Ovviamente questa è la loro idea, la loro opinione, e va rispettata a prescindere da quale sia la vostra. Ricordate che, nel momento in cui mancate di rispetto a qualcunǝ, passate dalla parte del torto.

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