Sexify: recensione della “Sex Education polacca”

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Ieri ho finalmente avuto il tempo per vedere Sexify e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. Ammetto che le mie aspettative erano molto basse, pensavo di trovarmi davanti una serie molto stupida e che mi avrebbe subito stancata, invece l’ho finita in pochissimo tempo. Ha dei difetti? Sì, assolutamente sì, tuttavia ci sono stati dei movimenti che mi hanno davvero fatto venire i brividi, altri per cui mi sono commossa e altri ancora per cui ho fangirlato. Se cercate una serie simile a Sex Education, questa potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Non è minimamente all’altezza della serie americana, tuttavia è comunque molto interessante da vedere.

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Fonte: web

Partiamo dal presupposto che da una serie tv polacca non mi aspettavo nulla del genere. Se c’è una cosa che ho imparato da quei pochi film polacchi che ho visto su Netflix è che il sesso ci va sempre di mezzo (365 giorni ma anche Amore al Quadrato non scherza), ma almeno questa volta le scene esplicite erano molto poche. Una cosa che però ho trovato molto irrealistica è vedere le bandiere LGBT messe negli edifici, come se la Polonia non fosse lo stato più omofobo dell’Unione Europea, come se le persone LGBT fossero rispettate dal governo che non ha provato a istituire una LGBT Free Zone. Ma lasciamo perdere, non voglio essere polemica.

Ovviamente vi faccio presente che, dopo la trama e il trailer, nella recensione di Sexify che sto per scrivere ci saranno degli spoiler, per cui se non avete visto la serie e non volete rovinare la visione, fermatevi dopo il trailer, in questo modo eviterete gli spoiler. Per il resto, buona lettura, e fatemi sapere se a voi Sexify è piaciuta o se è stata un po’ una delusione.

Sexify: trama e trailer

Sexify è una serie incentrata sull’orgasmo femminile, le protagoniste sono tre ragazze, Natalia, Monika e Paulina. Natalia e Paulina sono compagne di stanza, sebbene la seconda ormai non viva più nell’ostello, mentre Monika è la loro vicina. Proprio per merito di quest’ultima, a Natalia viene in mente di creare un’applicazione che verta sul sesso. Argomento che interessa a tutti i suoi coetanei e non solo, per questo decide che è il tema perfetto per creare un’applicazione che possa coinvolgere tante persone.

Non pensate che sia qualcosa di simile a Sex Education o a The Perfect Date. Sexify è sì una serie che verte sull’orgasmo femminile, tuttavia i personaggi non sono esperti a riguardo come lo è Otis, e Natalia non crea l’applicazione per scopi personali come invece avviene in The Perfect Date. L’unico obiettivo della protagonista è quello di creare una bella app che possa essere accettata dalla commissione, in modo da ottenere i fondi che le servono per potersi allontanare dalla sua città natia.

[Smettete di leggere qui se non avete ancora visto Sexify, d’ora in poi saranno presenti degli spoiler!]

Sexify: recensione serie tv polacca

Ho deciso di dividere la recensione di Sexify in tre parti. Nella prima voglio parlare delle tre protagoniste e del loro girl empowerment (che personalmente è la cosa miglior fatta in tutta la stagione), nella seconda delle cose mi hanno fatta triggerare e non poco e, infine, nella terza parte degli argomenti che avrebbero potuto trattare molto meglio. Ovviamente è solo la mia opinione, non ho alcuna competenza se non un esame di storia del cinema italiano, per cui non prendetevela per quel che scriverò.

Empowerment femminile

Partiamo dal presupposto che le protagoniste di Sexify sono tre donne, e già questo ci fa pensare a quanto i tempi siano cambiati. Tre donne, tre ragazze, tre studentesse che parlano apertamente di sesso. In Polonia. Uno stato in cui le donne non possono abortire, in cui sotto certi punti di vista siamo ancora al secolo scorso. Uno stato in cui la Chiesa cristiana è molto importante, forse più di quanto lo sia in Italia. Ma di questo parleremo meglio dopo. Queste tre donne, comunque, sono tutte e tre l’opposto dell’altra.

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Fonte: web

In primis conosciamo Natalia. Una ragazza nerd, molto intelligente, cresciuta in una famiglia matriarcale con la madre che cerca in qualsiasi modo di farla allontanare dagli uomini e da qualsiasi pensiero riguardante il sesso. L’unico obiettivo di Natalia deve essere aver successo, e a lei va bene così, poiché ha un grandissimo talento per l’informatica. Tuttavia, la protagonista di Sexify è anche molto impacciata e non conosce il suo corpo, né ha familiarità con l’esprimere i propri sentimenti.

Conosciamo poi Paulina. Paulina è la tipica ragazza casa chiesa, tanto che più volte la vediamo andarsi a confessare in chiesa (traumatizzando il sacerdote). Lei è fidanzata da tantissimo tempo con un militare e, dopo tanti anni, lui la chiede in sposa. Paulina accetta, tuttavia vediamo sin da subito la sua incertezza dovuta alla poca esperienza ma anche nel suo caso alla poca conoscenza che ha del suo corpo e della sua sessualità, nonostante lei, al contrario di Natalia, sia sessualmente attiva.

Infine abbiamo Monika, la ribelle. Figlia di una ricca famiglia, la madre è un’istruttrice mindfulness dalla visione olistica mentre il padre è un imprenditore di Varsavia, Monika non sa cosa fare della sua vita. È iscritta all’università ma non frequenta le lezioni né studia, tuttavia è costretta a laurearsi per poter ereditare l’azienda del padre e soprattutto essere indipendente. Lei, al contrario delle altre due protagoniste, fa molto sesso, con tante persone, tuttavia non riesce a ottenere l’orgasmo con nessuno di loro.

Perché parlo di empowerment femminile? Non tanto per le puntate. In realtà nelle puntate non c’è troppo di femminismo. Vediamo una ragazza che non conosce il suo corpo e che non ha alcuno stimolo sessuale (non è stato detto in alcuna puntata, ma io penso che sia asessuale), una che non ha l’orgasmo con il fidanzato e che non riesce a parlargli, un’altra che invece è follemente innamorata del suo ex tanto da non riuscire a ottenere l’orgasmo con nessun altro.

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Fonte: pinterest

Perché quindi parlo di femminismo? Di empowerment femminile? Arriviamo all’ultima puntata, minuto 30 circa: «Forse a persone come lei può sembrare uno scherzo, invece per persone come noi è una necessità. È un problema reale. Mi ci sono voluti mesi per capire che l’orgasmo femminile e anche il sesso sono più di quello che impariamo a biologia. E molto di più di quello che la società e voi tutti, uomini della giuria, volete far credere a noi donne». Perché in molti non considerano le donne come delle persone, o meglio, non pensano che sia necessario che anche alla donna debba piacere il rapporto.

Vi faccio l’esempio delle mamme pancine del Signor Distruggere. Sì, sono davvero, davvero, dei post che ci fanno cadere le braccia. Ma sono dei post veri. Sono dei posti che evidenziano delle persone, delle donne, che quelle cose le scrivono. Delle donne che probabilmente non hanno mai avuto un orgasmo e che ritengono che il rapporto sia solo un modo per procreare. E, per carità, se hanno fatto le loro ricerche, se hanno sperimentato, se sono asessuali o di qualsiasi sfera aroace, va benissimo. Ma molte di loro semplicemente non sanno che il sesso deve anche essere piacere per la donna, che non sono solo un contenitore per l’uomo e suo figlio.

«Quest’app è stata creata dalle donne, per le donne. Donne di tutte le età. Studentesse, mogli, e non mogli. Per tutte le altre donne che vogliono decidere da sole», dicono Monika e Paulina nell’ultimo episodio di Sexify. Perché il piacere non è solo per le ragazzine, per le studentesse o per le giovani, ma è per tutte le donne che lo vogliono. Che lo desiderano. Che lo sentono. E a questo punto interviene Natalia, con un discorso molto personale, da far venire i brividi.

L’applicazione ha fatto comprendere a Natalia che deve conoscere se stessa, perché se non lo fa non potrà andare avanti in nessun modo. «Sexify mi ha fatto capire che ho un corpo», dice. E qui c’è anche una metafora nascosta: spesso molte donne pensano che devono solo affidarsi all’uomo. No, gioie. Assolutamente no. Un uomo non può sapere cosa vi piace, perché siete voi a provare il piacere. Dovete sperimentare, dovete scoprire il vostro corpo e dovete parlare con il vostro partner, senza alcun muro.

Cosa mi ha fatto triggerare in Sexify

Non farò giri di parole: Rafał. Niente in Sexify mi ha fatto triggerare più di questo personaggio, e non solo perché è un uomo viscido che non ha accettato la friendzone e che, soprattutto, farebbe di tutto per vincere, anche cose illegali. Ma proprio come i produttori di Sexify hanno gestito tutta la story line intorno a lui e a quello che ha fatto, è stato questo quello che mi ha fatto proprio triggerare. Vediamo per bene.

Allora, lasciamo perdere quando prova ad avere un rapporto con Natalia perché ovviamente se una ragazza ti invita in camera è solamente per averci un rapporto sessuale, ma passiamo subito a come a nessuno dei personaggi, rettore incluso, è venuto in mente di denunciare il fatto che uno degli studenti abbia letteralmente messo una telecamera nascosta nella stanza delle studentesse, riprendendo dei loro momenti privati. Non esiste la privacy in Polonia? Perché sono più che sicura che non sia così, allora perché a nessuno degli intelligentissimi personaggi è venuto in mente questo?

Sappiamo che tutte le serie tv hanno dei punti deboli e qualcosa serve per la trama, ma questo è davvero superare il limite, perché è impossibile che nessuno dei personaggi di Sexify abbia pensato che registrare di nascosto la stanza di alcune ragazze e poi inviare le foto di persone che hanno rapporti sessuali possa essere corretto. Eppure lui non riceve letteralmente alcuna sanzione, ma neanche una piccola minaccia. Questo mi ha fatto arrabbiare, e non poco.

In più, da studentessa Erasmus, mi ha anche fatto un po’ triggerare il luogo comune sullo studente Erasmus che pensa solo a fare l’amore, a bere e… andiamo “Sono Erasmus“? Da quando in qua per andare a studiare all’estero non serve neanche il B1? Capisco il personaggio creato ad hoc per far fare due risate, però mi piacerebbe che qualche serie tv facesse vedere anche quest’esperienze per com’è davvero: divertimento, ma anche studio.

Cosa avrebbero potuto affrontare meglio

Partiamo dall’orgasmo. È il tema principale di Sexify ma se ne parla davvero molto poco. Possiamo dire che se n’è parlato molto più in Sex Education che è una serie sui rapporti sessuali e non sull’orgasmo in primis. Sì, ogni tanto hanno elencato qualche dato, ma non se n’è parlato poi così tanto come ci si poteva aspettare. Tuttavia, ci sarà una seconda stagione, per cui chissà che non si rifaranno.

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Fonte: web

Voglio sottolineare che comunque in Sexify hanno sdogmatizzato il fatto che tutte le donne abbiano l’orgasmo insieme all’uomo come si vede spesso in molti film, non solo in quelli a luci rosse ma anche in teen drama o altri film romantici, o che tutte le donne abbiano l’orgasmo a prescindere, e non è una cosa da niente, però elencare ogni tanto qualche dato non significa trattare al meglio un tema.

Un’altra cosa che avrebbero potuto fare è parlare dell’asessualità. Le persone asessuali non hanno praticamente una rappresentazione sugli schermi, per cui sarebbe stato bello sapere se Natalia fosse o no asessuale, poiché molte cose, in primis il suo non voler far sesso o volerlo fare solamente per scopo scientifico, ci fanno pensare che lei lo sia. Sappiamo che prova qualcosa a livello romantico per Adam, ma non sembra che provi nulla a livello sessuale.

Infine, chi legge i miei articoli sa che sono polemica, e personalmente mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa di contestualizzato. Le donne in Polonia non possono abortire. Gli omosessuali non hanno uno stralcio di diritto. Comprendo che non era il tema della serie, comprendo che Sexify è una serie leggera, tuttavia, poiché soprattutto il tema LGBT è stato abbastanza rappresentato, non sarebbe stato male anche fare una battuta che contestualizzasse il Paese in cui si svolgeva.

Non nego che avrei anche voluto che in Sexify fosse sottolineata l’importanza della Chiesa in Polonia. Con Paulina vediamo benissimo quanto la sua vita sia praticamente legata alla religione, tanto che per qualsiasi minima cosa faccia, lei va a confessarsi, anche per le minime cose. Il sacerdote le dice che molte delle azioni che fa, incluso il sesso con il fidanzato con cui si sta per sposare, è peccato, ma Paulina non lo sente come tale, e questa è una cosa che mi è piaciuta. Lei non si sente in colpa per avere dei rapporti sessuali, ma è comunque molto legata alla religione. Potremmo dire che è la nuova generazione di cattolici, fedeli ma non ossessionati.

In ogni caso, a me Sexify è piaciuta. L’ho trovata molto leggera, con quel discorso femminista che fa battere il cuore a tutte le ragazze, con il ragazzino molto carino che fa impazzire le teenager e anche divertente. Ha avuto i suoi difetti, ma spero che Netflix possa dare la possibilità di rifarsi in una prossima stagione. Netflix, non lasciare in sospeso anche questa, te ne prego.

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