Quando Barbara d’Urso ha spiegato a Matteo Salvini il DDL Zan

Condividi

Dopo averli visti pregare insieme in diretta nazionale, non avremmo mai pensato di vedere Barbara d’Urso contestare Matteo Salvini nel suo canale dove ormai lui ama apparire per lamentarsi della libertà di opinione, ma è successo: mentre il leader della Lega parlava del DDL Zan, ovviamente con i soliti è liberticida o esiste già una legge come se non gli avessero già risposto più volte, la conduttrice lo ha interrotto, spiegandogli con parole semplici e concise il disegno di legge. E, a questo punto, le abbiamo viste davvero tutte.

salvini-barbara-durso-ddl-zan
Fonte: Barbara d’Urso su Twitter

Prima di citare le parole basilari con cui Barbara d’Urso ha cercato di spiegare a un leader politico un disegno di legge che lui avrebbe potuto semplicemente leggere, rispondiamo prima a lui, ai suoi e a tutti i suoi sostenitori che ritengono che il DDL Zan non sia necessario, che sia liberticida o, ancora, che esiste già un’altra legge che tutela le violenze. Oh, e non dimentichiamo neanche la storia dell’utero in affitto e dell’ideologia gender nelle scuole che a quanto pare sono le preferite della destra per cercare di contrastare il disegno di legge contro la violenza omotransfobica.

Non voglio far approvare il DDL Zan perché sono contro l’utero in affitto. Letteralmente il DDL Zan è una legge che lotta contro la discriminazione e la violenza omotransfobica, quindi l’utero in affitto non c’entra nulla con questa proposta di legge. In più sottolineiamo anche che in Italia la «gestazione per altri», conosciuta in altri termine con «utero in affitto», è illegale. Quelle della destra che quindi usano l’utero in affitto come scusa per andare contro il DDL Zan, sono quindi delle fake news.

È liberticida: no. Il DDL Zan non è liberticida. L’articolo 4 dello stesso (ancora una volta, prima di criticare sarebbe utile informarsi, anche per evitare di fare figuracce) recita: «Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­ mento di atti discriminatori o violenti». Potete comunque trovare il testo completo e leggerlo con i vostri occhi qui.

Esiste già una legge: no, non esiste già una legge. L’articolo 61 del codice penale che in genere viene citato come legge già esistente prevede che un giudice possa applicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia non è obbligato a farlo. Quindi una persona potrebbe essere più tutelata. Non penso questo sia normale.

Fuori i bambini dalla politica. Il DDL Zan prevede la strategia Nazionale attivata dall’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, che è già presente con interventi anti-discriminatori nei campi dell’educazione e dell’istruzione, come anche in quelli del lavoro e delle carceri. Il loro nome è corso di educazione al rispetto. Quindi, cara destra, non si tratta di educazione gender, ma solo di educazione a rispetto di chi ama una persona delle stesso sesso, di chi ha un colore di pelle diverso dal tuo o, ancora, di chi non si identifica nel sesso in cui nasce.

Barbara d’Urso spiega a Matteo Salvini il DDL Zan

Ovviamente il discorso del politico nel programma di Barbara d’Urso è tutto iniziato con una domanda riguardo al monologo di Fedez durante il concertone del Primo Maggio. «Ieri era la Festa delle lavoratrici e dei lavoratori, ci hanno portato invece su una polemica che non c’entra niente con il lavoro», ha detto Matteo Salvini a Barbara d’Urso. Ha poi aggiunto: «Litigare non serve, è un momento drammatico, dove ci sono persone in ospedale, ci sono figli che hanno perso dei genitori, un milione di posti di lavoro a rischio», e qui ci scappa una risata perché non è mica lui a trovare ogni giorno qualcosa di diverso su cui polemizzare.

«Penso di costruire, di proporre, anzi se vorrai ospitare tu Barbara nel tuo studio un confronto pacato e sereno fra me e Fedez e chiunque altro voglia parlare di libertà, di diritti e di lavoro, io sono a disposizione», ha detto dopo che lui o il suo staff hanno bloccato un numero immenso di persone su Facebook o su Twitter solo perché non la pensavano nello suo stesso modo, ma Barbara d’Urso ha continuato ad ascoltarlo.

salvini-barbara-durso-ddl-zan
Fonte: Matteo Salvini su Facebook

«Le frasi citate ieri sera da Fedez sono disgustose, perché chi aggredisce, chi minaccia, chi insulta, chi augura la morte va curato e va punito a prescindere dal colore della pelle e dai gusti sessuali», ha continuato, facendo anche l’esempio con gli insulti che riceve lui (che riceve in quanto leader politico, e non in quanto bianco o eterosessuale, ma va bene).

Matteo Salvini ha poi confessato a Barbara d’Urso che riceve minacce anche verso la sua compagna e i suoi figli e che «l’Italia ci chiede di risolvere condannando chiunque si esprime in modo bestiale e ricordando che chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero rischia già oggi senza nuove leggi fino a 16 anni di galera», ha detto ancora, anche se molte delle persone citate da Fedez sono tutt’oggi nel partito di Matteo Salvini, per cui non sappiamo quanto stiano condannando chi si esprime in modo bestiale.

A questo punto, Matteo Salvini comincia a sganciare la bomba, ma non prima che Barbara d’Urso parli di censura, perché ogni artista, a detta della presentatrice, ha diritto di esprimere la propria opinione. Il leader della Lega afferma di essere contro la censura (ah, sì? Perché c’è una bella lista di bloccati sui suoi social), ma anche che «non ci sono artisti di serie A e di serie B», citando poi Pio e Amedeo con tutti i «sorrisi» che hanno regalato. Sì, tranne a chi ogni giorno viene insultato con quei termini e che sicuramente non ha pensato di farsi una risata.

In ogni caso, dopo questa breve digressione, i due tornano a parlare del DDL Zan: «Il DDL Zan prevede la censura e addirittura la galera fino a 6 anni per chi esprime alcune idee come me e alcuni milioni di italiani. Io ad esempio ritengo che l’amore sia libero ma che i bimbi abbiano bisogno di una mamma e di un papà, vengono adottati se ci sono una mamma e un papà e vengono al mondo se ci sono una mamma e un papà. Aggiungo che sono contro l’utero in affitto, il genitore 1, il genitore 2», ha detto a Barbara d’Urso, ripetendo la solita storiella che all’inizio dell’articolo abbiamo già spiegato essere fake news.

«Ma questo non c’entra niente con il DDL Zan», inizia Barbara d’Urso. Matteo Salvini sottolinea che lui vuole avere il diritto di dire che i bambini devono avere una mamma e un papà e tutte quelle cose che ha ripetuto fino allo sfinimento, ma la conduttrice, dopo aver sentito parlare di ideologia gender, scuole elementari, Cenerentola, bambole, ormai non riesce più a trattenersi: «Io vorrei sottolineare che la DDL Zan chiede l’aggravante per la discriminazione sessuale».

Inizia così il discorso di Barbara d’Urso, pronunciato lentamente e con termini molto semplici in modo da farlo comprendere a chiunque e che evidenzia anche da quale parte stia la conduttrice: «Faccio un esempio: se io vengo aggredita per strada per un parcheggio è ovvio che quello che mi aggredisce viene punito e va in carcere. Se io vengo aggredita per strada perché sono omosessuale e bacio un’altra donna, o io uomo bacio un altro uomo, vengo aggredita non come quello del parcheggio ma in maniera diversa. Vengo aggredita in quanto omosessuale e non aggredisci solo me ma tutta la categoria, che non è una categoria ma è la normalità».

salvini-barbara-durso-ddl-zan
La stessa persona che a Barbara d’Urso ha confessato di voler tenere i bambini lontani dalla politica

«Se picchi un omosessuale serve un aggravante», sottolinea Barba d’Urso. Matteo Salvini allora dice che lui è d’accordo, ma vuole togliere dalla discusse politica i bambini (guardate non lo commento neanche perché è incommentabile, mi limito a postare una foto della persona che vuole i bambini fuori dalla politica), sebbene, lo abbiamo visto all’inizio dell’articolo, non venga introdotta nessuna educazione gender nelle scuole. La conduttrice, comunque, lo sottolinea ancora una volta, esausta:

«Questo non c’entra niente con la Zan».

Barbara d’Urso

Matteo Salvini ha addirittura detto a Barbara d’Urso di rileggere la legge, dopo che lei ha ancora una volta detto che il DDL Zan tutela la libertà di espressione (art.4, lo abbiamo visto sopra). Tuttavia, anche in questo caso, ci chiediamo chi debba rileggere cosa, perché, onestamente, ci siamo anche stancati di dire che il DDL Zan non sia liberticida e soprattutto non imponga una censura, ma introduca solo il rispetto, quello che, a molte persone, purtroppo manca.

Non perderti le nostre news!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.