Come Fedez ha umiliato di nuovo la Lega (e non solo): tutta la storia del concertone del Primo Maggio 2021

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L’Italia sta tremando ed è grazie a Fedez che ha denunciato in diretta nazionale non solo la Rai che avrebbe voluto censurare il suo discorso ma anche la Lega con tutta la sua latente omofobia, non risparmiando nessuno, con nomi, cognomi, partito e citazione aberrante. Già immagino l’immenso capitolo sui libri di storia che i figli dei nostri figli dovranno studiare sul concertone del Primo Maggio 2021, tutto dedicato al discorso di Fedez che se n’è fregato, che non è stato zitto, che ha fatto più di tutta la sinistra italiana negli ultimi mesi, o anni.

Giornate davvero difficili per Matteo Salvini che viene prima asfaltato da Virginia Raggi sotto il suo stesso post Facebook e poi vede il suo partito sotto i riflettori ma non per dei complimenti, ma perché è pieno di omofobi che testimoniano solo quanto un DDL Zan sarebbe necessario. E, mi spiace, ma dire che metteresti tuo figlio in un forno non è libertà di opinione, la morte e il fascismo/nazismo non sono libertà di opinione. Sarà forse per questo che la Lega continua a non voler far approvare il disegno di legge contro l’omotransfobia?

Ma non parliamo di Matteo Salvini, parliamo di Fedez e del terremoto che ha scatenato, parliamo del suo meraviglioso discorso che ci ha riportati al Primo Maggio 1991 quando i Gang invitarono tutti i lavoratori allo «sciopero generale per un reddito sociale disoccupati, per la riduzione dell’orario di lavoro, per il disarmo alla solidarietà con i popoli del sud del mondo, per la parità dei diritti dei lavoratori italiani e immigrati; sciopero generale per l’autogestione dell’istruzione, contro ogni colpo di stato istituzionale, contro la repubblica presidenziale». Certo, erano altri tempi, musicalmente i Gang e Fedez non sono paragonabili, ma entrambi hanno voluto far qualcosa. Non sono stati in silenzio.

Eppure, adesso siamo nel 2021. Si pensava che nel 2000 le macchine avrebbero volato, si pensava che saremmo stati avanti, che il fascismo sarebbe stato solo sui libri di storia e nessuno avrebbe mai più fatto il saluto romano, eppure eccoci qui, a parlare di censura e di omosessuali nei forni. Anzi, di un figlio omosessuale nei forni, e non solo, perché quella era la frase più disgustosa, ma le altre non erano da meno.

Un giorno i nostri nipoti, o pronipoti, o nipoti dei nostri pronipoti, ci studieranno sui libri di storia, e quel che leggeranno sarà che il primo partito d’Italia nel 2021 era omofobo e che la rete televisiva più seguita ha cercato di censurare un cantante (eppure Achille Lauro a Sanremo, su Rai1, aveva anche denunciato determinate persone nella sua esibizione, sebbene senza fare nomi e cognomi).

Fedez vs Salvini: prima del concertone

Fedez e Salvini non sono nuovi ai battibecchi. Proprio qualche giorno fa avevamo visto come Matteo Salvini, il cui partito sta perdendo consensi (nell’ultimo sondaggio la Lega è calata del -0,4%), aveva cercato di invitare Fedez a prendere un caffè «per parlare di diritti, lavoro e libertà». Pensate che nello stesso post aveva anche scritto di ammirare Fedez «come artista» e lo aveva anche ringraziato «come cittadino per i generosi contributi che hai dato per la costruzione dell’Ospedale anti-Covid in Fiera a Milano e per aiutare i lavoratori dello spettacolo in difficoltà». Tuttavia, già nel pomeriggio di ieri, aveva cominciato a mettere le mani avanti.

«Buon Primo Maggio lavoratrici e lavoratori. Sono curioso di vedere se stasera al concertone del Primo Maggio organizzato da CGIL CISL UIL che costa per altro circa mezzo milione di euro ai cittadini italiani tramite la Rai ci sarà qualche artista di sinistra che farà il solito comizio di sinistra mancando di rispetto a chi paga il canone, ai lavoratori e alle lavoratrici che non hanno colore politico», aveva detto in un video postato sui social, affermando come i «comizi “de sinistra” sarebbero fuori luogo». Non ha fatto nomi, ma sappiamo tutti a chi si stava riferendo. E infatti lui ha risposto.

E qui, noi stavamo già sognando, ma non sapevamo cosa ci avrebbe aspettato al concertone del Primo Maggio. Prima di passare al discorso, però, c’è da aprire un capitolo sulla Rai e sulla censura, denunciata sempre da Fedez su Instagram e su Twitter.

La censura della Rai

«È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica», ha raccontato su Instagram il cantante e influencer. «Approvazione purtroppo che non c’è stata in prima battuta o meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi e di edulcorare il contenuto», ha continuato. Noi ancora non avevamo idea di quale fosse il suo discorso, di cosa la Rai avrebbe voluto censurare. Ma per fortuna esiste l’art.21 della Costituzione, e chissà perché Matteo Salvini se lo dimentica sempre (anche quando blocca chiunque non la pensi come lui).

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«Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio». La Lega, sapendo di avere un po’ di questioni in sospeso con il cantante, ha lanciato un comunicato ancora prima che Fedez sganciasse la bomba.

«Se Fedez userà ai fini personali il concerto del Primo Maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento». Fedez allora ha chiesto ai suoi followers e a chiunque guardi le sue storie se non fosse possibile, per un artista, «esprimere liberamente le sue idee sopra un palco» o se dovesse «prima passare al vaglio della politica». Beh no, non siamo più nel fascismo. Un artista deve esprimersi come meglio crede, a prescindere dal partito in cui crede.

In ogni caso, riguardo la censura della Rai denunciata da Fedez, c’è stata una smentita. «È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta». Peccato che Fedez abbia registrato la chiamata e l’abbia pubblicata dopo il concerto, in modo da umiliare completamente la Rai.

Arrabbiato, furioso, sconvolto, ci sono tanti modi per descrivere Fedez durante la chiamata con la Rai in cui gli viene chiesto, nel 2021, di «adeguarsi a un sistema», ma noi scegliamo di chiamarlo maestoso, perché non si è adeguato, perché ha scelto di urlare, di non sottomettersi e lo ha fatto per tutti noi. Nel XXI secolo, dopo che Pio e Amedeo hanno detto in televisione «fr*cio» e «ne*ro» nonostante le persone della comunità LGBT e nera più volte abbiano detto di sentirsi ferite da quelle parole (di questo ne parliamo qui), in che modo Fedez non può esprimere la sua opinione contro gli omofobi?

Fedez: il monologo del Primo Maggio

Alle 21.20 Fedez si esibisce, con Problemi con tutti (Giuda) e Bimbi per Strada (Children), per poi esprimersi con il suo meraviglioso monologo che è cominciato con la denuncia a Rai 3. «Quando sono salito su questo palco mi hanno chiesto: dimmi la tua prima volta. Ed effettivamente oggi è stata la mia prima volta… la prima volta che mi è successo di inviare il testo di un mio intervento che doveva essere messo al vaglio per approvazione da parte della politica». Ha spiegato poi che gli è stato chiesto di censurare i nomi ed edulcorarne il contenuto.

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Fonte: twitter

Lui, però, ha lottato, ed ecco che ottiene il permesso di esprimersi liberamente, prendendosi tutte le responsabilità di un contenuto definito dalla direttrice di Rai 3 come inopportuno.

Continua poi con una lettera a Mario Draghi, con una piccola introduzione sui lavoratori fermi per un anno: «Caro Mario, capisco che il calcio è fondamentale per il gran numero di lavoratori che coinvolge ma non dimentichiamo che il numero dei lavoratori nello spettacolo si equivale. Qualche parola in difesa di un settore decimato da questa emergenza e regolato da normative risalenti agli anni Quaranta non sarebbe male. Come si è opposto alla Superlega sarebbe gradito un suo intervento per il mondo dello spettacolo».

Questa prima parte potevamo quasi aspettarcela, e non penso che qualcuno possa opporsi alle sue parole poiché è evidente come, dopo più di un anno di pandemia, si dia molta, troppa, importanza al mondo del calcio mentre il mondo dello spettacolo con tutti i lavoratori (che non sono solo i cantanti o i musicisti!) sia completamente dimenticato, come se fossero degli universitari. Fedez ne aveva già parlato con il fondo artisti Scena Unita.

Dopo la parte approvata, è passato poi alla parte forte, al DDL Zan, o meglio all’elenco delle frasi omofobe pronunciate o scritte da alcuni leghisti, facendo nomi e cognomi. «A proposito di Superlega, due parole sull’uomo del momento, il sonnecchiante Ostellari. Ostellari ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare quindi massima espressione del popolo che è stato già approvato alla camera come DDL Zan può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza» e, a questo punto, inizia con i nomi e cognomi.

  • «Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno», Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria
  • «I gay… che inizino a comportarsi come tutte le altre persone normali», Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia
  • «Gay vittime di aberrazioni della natura», Luca Lepore e Massimiliano Bastioni, consiglieri regionali leghisti
  • «I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie», Alberto Zelger, consigliere comunale della Lega Nord a Verona
  • «Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza», Stella Khorosheva, candidata leghista
  • «Fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare gay», Giuliana Livigno, candidata della Lega

Ma se pensate che abbia finito con quest’elenco, vi sbagliate. «Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al DDL Zan… e allora guardiamole queste priorità», e in questo momento inizia un altro elenco di tutte le cose che sono state discusse in Senato, invece del DDL Zan: l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del CONI, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano, il reintegro del vitalizio di Formigoni. Conclude sul DDL Zan e su Ostellari sottolineando come, probabilmente, per quest’ultimo il reintegro del vitalizio di Formigoni sia più importante della «tutela dei diritti di tutti e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza».

Passa poi a un altro argomento, al diritto alla vita. «Il presidente dell’associazione pro vita, l’ultracattolico e anti abortista Jacopo Coghe, amicone del leghista Pillon, in questi mesi è stata la prima voce a sollevarsi contro il DDL Zan. L’antiabortista però non si è accorto che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi… cari antiabortisti, caro Pillon, avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori casa, e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia» e, con queste parole, comincia Bella Storia, e sì, Fedez, la bella storia, sei stato tu. Grazie.

La risposta di Matteo Salvini

Ovviamente non ha tardato Matteo Salvini, che su Facebook pubblica un post in cui dice di adorare la Libertà (solo quella che non riguarda tutte le persone che esprimono semplicemente delle opinioni contrarie alle sue, perché in tal caso non si è mai fermato dal bloccare chiunque non la pensasse come lui). «Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna», ha scritto, scatenando una risata di disperazione in tutte le persone che lo conoscono abbastanza.

Matteo, ci fai sognare. La legge di cui tu parli, l’art. 61 del codice penale che in genere viene citato come legge già esistente prevede che un giudice possa applicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia non è obbligato a farlo. Quindi una persona potrebbe essere più tutelata. Non penso questo sia normale.

Ma non finisce qui, perché il suo post si conclude con un «Viva la Libertà, che non può imporre per legge di zittire o processare chi crede che la famiglia, come anche la Costituzione prevede, sia la cellula, il nucleo, il cuore, il passato, il presente e il futuro del mondo», alludendo quindi al fatto che il DDL Zan sia liberticida. Ed è qui che casca l’asino, perché sarebbe bastato leggere l’art.4 del disegno di legge:

«Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­mento di atti discriminatori o violenti».

Oh, e se non bastasse questo, Matteo Salvini, che ovviamente non poteva appellarsi a nulla sul discorso di Fedez poiché quelle parole i suoi alleati le hanno dette e scritte per davvero, ha deciso di appellarsi al «divieto di pubblicità in Rai», per il cappellino della Nike che indossava Fedez. Dimmi che non sai come difenderti senza dirmi che non sai come difenderti, Matteo Salvini style.

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