Parliamo del politicamente scorretto, di quello che oggi tutti i ragazzetti o gli adulti grandi e vaccinati hanno deciso di voler fare per «aiutare le minoranze» perché se utilizzano il termine ne*ro o fr*cio allora si normalizza e quindi non ne soffriranno più. Ma davvero è questo il politicamente scorretto? Nel 2021, in un secolo in cui quei termini vengono comunque utilizzati e in cui solo nell’ultimo anno le persone stanno cominciando a rendersi conto che sono sbagliati e irrispettosi, abbiamo bisogno che vengano canonizzate?Canonizzate da maschi, bianchi ed etero, poi. Comprendete quanto questo sia sbagliato?
Forse se la gran parte degli omosessuali e delle persone della comunità nera mi dicessero: «non mi dà fastidio essere chiamato in quei modi, vorrei che tutti mi chiamassero così, in questo modo non verrà più visto in modo offensivo», forse potrei comprendere.
Ma perché devono essere delle persone bianche ed eterosessuali a decidere che quelle che chiamiamo n-word o f-word non siano offensive se non sono loro a cui vengono riferite? Perché non possono essere gli omosessuali o i neri a decidere se qualcosa, per loro, è offensivo o no, a prescindere dal politicamente scorretto? Perché in realtà lo hanno fatto, e più volte, solo che a quanto pare a certe persone importa solo di avere una giustificazione per essere razzisti o omofobi.
Tra l’altro, sapete qual è la parte più divertente? Che le stesse persone che due giorni fa lodavano Pio e Amedeo, che è principalmente il motivo per cui abbiamo deciso di scrivere un articolo sul politicamente scorretto, perché «hanno avuto il coraggio di dire quelle parole in televisione» e quindi «finalmente la libertà di parola che era stata presa in ostaggio dal politicamente corretto è stata ristabilita», oggi stanno piangendo a causa di Fedez.
Perché al concertone del Primo Maggio senza insultare o mancare di rispetto nessuno ha semplicemente elencato una serie di eventi e di citazioni dette o scritte da alcuni leghisti. Non ho capito, la libertà di opinione è solo per chi va contro la comunità LGBT e contro la comunità nera?
Il politicamente scorretto nel 2021
Non parliamo di cos’è il politicamente scorretto in generale, ma di cos’è nel 2021 il politicamente scorretto. O meglio: cos’è politicamente scorretto? Pensiamo un po’ al nostro primo partito, la Lega. Omofobia, razzismo, aiutiamoli a casa loro, prima gli italiani, fake news e tutte le frasi che Fedez ha citato solo ieri sera. Quindi davvero pronunciare la n-word e la f-word sono il politicamente scorretto?
Non sarebbe più politicamente scorretto, nel 2021, difendere i diritti delle persone che ogni giorno vengono insultati e picchiati per qualcosa che non dipende da loro, che non possono scegliere, che non possono cambiare (e comunque anche se si potesse scegliere, non sarebbe un buon motivo per essere violenti)?
In molti poi, in questi giorni, hanno fatto presente un dettaglio non da poco: perché il politicamente scorretto non coinvolge la religione? Perché non si bestemmia in televisione? Per caso perché sarebbe irrispettoso e maleducato? E allora cos’è che cambia tra una bestemmia e un vero e proprio insulto nei confronti di alcune minoranze? Perché si sente quasi il dovere di dover utilizzare quei termini e soprattutto di «doverlo fare per la comunità» perché, secondo Pio, Amedeo e sostenitori, davanti all’omofobia e al razzismo basta riderci su «in faccia perché la cattiveria non risiede nella lingua e nel mondo ma nel cervello».
Sì, magari a qualcuno non dà fastidio che una persona con cui ha confidenza e con cui scherza, che conosce per bene e con cui si sente di poter scherzare, lo chiami in determinati modi. Tuttavia, dipende dal contesto.
Come ha fatto notare Vladimir Luxuria «è vero anche che le parole devono essere contestualizzate: una parola è offensiva quando si vuole offendere. Però l’ironia non basta, purtroppo. Penso a Malika, che è stata cacciata di casa perché lesbica: non credo che per lenire il suo dolore sarebbe bastato riderci su. Così come quando mi bullizzavano a scuola, io non riuscivo a ridere», e ha ragione. Come lei, tante altre persone si sono espresse a riguardo, ma noi vogliamo ricordare il monologo di Tiziano Ferro a Che Tempo Che Fa, pronunciato nel 2019 e in cui parla proprio dell’importanza delle parole. Oggi, a distanza di due anni, quel monologo, ci sembra più attuale che mai:
«Le parole hanno un peso, ma non lo ricordiamo ed è questo il dramma che si nasconde dietro i messaggi di bullismo. Le parole hanno un peso. Ne ribadisco la pericolosità. Ed è necessario esserne consapevoli quando le si scaglia contro l’animo di un adolescente troppo fragile per poter decidere o scegliere. Le parole hanno un peso.
Grasso, puttana, nano, disadattato, frocio, criminale, negro, vecchia, terrone, raccomandato, pezzente, ritardato, troia, fallito, anoressica, cornuto, handicappato, frigida, inferiore, mongoloide: le parole hanno un peso. Nella vita e sugli schermi. E per carità smettiamo di difenderci tirando in ballo l’ironia e il sarcasmo. Quelle sono arti delle quali bisogna imparare il mestiere. Non confondiamo le acque. E i livelli».
Ironia, sarcasmo, satira, non sono una scusa per essere cattivi. Dietro l’ironia e il sarcasmo, come fa notare Tiziano Ferro, ci sono anni di studio poiché sono «delle arti delle quali bisogna imparare il mestiere», mentre la satira, sin dall’inizio del tempi, ha sempre avuto come obiettivo attaccare il potente, il politico, il corrotto, proteggendo il più debole e facendolo pensare, ragionare, su quel che sta vivendo, con un tocco di divertimento. La satira è quel genere che ti fa ridere sul momento ma che, una volta che torni a casa, quando sei nel letto in preda ai tuoi pensieri, ci pensi e ci ragioni, realizzando l’ingiustizia.
Come Tiziano Ferro, anche Michele Bravi ha espresso la sua opinione sull’importanza delle parole. Riporto anche il suo discorso perché entrambi fanno parte della comunità LGBT, per cui entrambi dovrebbero essere ascoltati riguardo a ciò che pensano del politicamente scorretto. Se aiuta la comunità, se non è offensivo, possono dirlo solo loro che ogni giorno devono subire l’omofobia degli italiani, e basterebbe andare sotto alcuni dei loro post sui vari social per notare quanto l’omofobia non sia una favola inesistente utilizzata per andare contro il politicamente scorretto.
B R I V I D I. #concertone #1M2021 pic.twitter.com/fhh5ht9hMN
— 𝒆𝒍𝒆 🌙 (@_vuoicondurretu) May 1, 2021
Un’altra cosa che ci dovrebbe far ragionare sono le emozioni: Fedez ieri mentre pronunciava quel discorso con nomi, cognomi, citazioni di omofobi, probabilmente mentre pensava al mondo in cui vuole che vivano Leone e Vittoria che non è un mondo omofobo e pieno di odio e discriminazioni, tremava e si vedeva che era agitato ed emozionato. Pio e Amedeo, invece, mentre pronunciavano insulti nei confronti delle minoranze che ogni giorno devono lottare contro quelle stesse parole, hanno pronunciato insulti (perché sono insulti!) con un bel sorrisone sul volto, ergendosi a paladini del politicamente scorretto (come se ne avessimo bisogno).
Davvero, allora, è quello di Pio e Amedeo il politicamente scorretto? Perché Fedez era agitato nel dire quelle parole che avevano come unico obiettivo quello di aiutare, perché Fedez è stato quasi censurato semplicemente per aver voluto citare dei fatti realmente accaduti, mentre Pio e Amedeo senza se e senza ma hanno pronunciato f-word e n-word e non solo nella più totale tranquillità, davanti ad adolescenti (perché il pubblico del loro show era in gran parte di adolescenti) che saranno influenzati da quelle parole e che quando vedranno una persona nera la chiameranno in quel modo osceno perché «non c’è niente di male», lo fa scherzando.
C’è bisogno di scherzare in un’Italia in cui le persone nere vengono discriminate ogni giorno? In cui i figli omosessuali vengono picchiati e cacciati di casa? In cui se sei transgender hai difficoltà a trovare una casa da affittare? C’è bisogno di scherzare su un problema che non ci riguarda? Viviamo in un’Italia in cui Fedez non può denunciare delle frasi omofobe come “se mio figlio fosse gay lo brucerei in un forno” però Pio e Amedeo possono tranquillamente insultare intere comunità di minoranze, perché tanto è ironia.
Va bene, allora. La loro è ironia, è sarcasmo, è satira, ma quella di Fedez è la cruda realtà e scusate, ma da quel che abbiamo visto negli ultimi giorni, è più politicamente scorretto quello che ha fatto Fedez, rispetto a quello che hanno fatto Pio e Amedeo, sostenuti persino da Salvini che è passato da “giù le mani dai bambini” a “giù le mani da Pio e Amedeo“, foggiani. Non era lui che riteneva i meridionali dei fannulloni?
Due cents su Pio e Amedeo pic.twitter.com/4f3iXe6aXJ
— Adam International (@adamfoureira) May 1, 2021
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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