Denise Pipitone: si torna a indagare sul caso

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Ne abbiamo parlato tanto nelle scorse settimane a causa di Olesya, una ragazza russa che cercava la sua mamma e che aveva un’assurda somiglianza con Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone che in 17 anni non ha mai perso le speranze. Tuttavia, tutte le speranze sono state vane, perché il gruppo sanguigno della russa non coincideva con quello della siciliana. Ma dobbiamo quasi ringraziare Olesya per aver riacceso le luci su questo caso perché oggi abbiamo avuto la certezza che le indagini sul caso della scomparsa della bambina saranno riaperte.

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Non ha mai perso le speranze mamma Piera, non ha mai smesso di lottare, di cercare, di postare le foto della sua piccola che oggi sarebbe 21enne su tutti i social, e finalmente nelle ultime settimane, da quando a causa di una ragazza russa, Olesya, che si credeva potesse essere Denise Pipitone il caso è tornato sulle bocche di tutti ed ecco che chiunque ne parla di nuovo, condivide e cerca giustizia proprio come la madre, ma oggi il caso è ufficialmente riaperto.

Le ipotesi sono tante, così come i tanti errori che sono stati fatti nel corso delle indagini (ne abbiamo parlato qui), ma Denise Pipitone merita giustizia. Tra le persone che si pensava fossero coinvolte con la scomparsa della bambina c’era la sua sorellastra, Jessica, insieme alla madre Anna Corona, probabilmente gelose non solo di Denise Pipitone ma anche della madre con cui il padre/marito le aveva tradite. E, ancora una volta, in mezzo alle faide fra famiglie ci andrebbero di mezzo dei bambini innocenti. Tuttavia, Jessica è risultata essere innocente per mancanza di prove (sebbene molte cose, lo abbiamo visto con gli errori nel caso, non quadrino).

Una delle ipotesi che però hanno anche causato molto scalpore è stata quella che vede la piccola Denise Pipitone rapita dai rom, tanto che nel corso degli anni sono stati anche fatti diversi accertamenti nei campi rom, senza però ottener alcun risultato. Quest’ipotesi si segue a causa del video che fu girato a Milano a ottobre 2004, a un mese dalla scomparsa, in cui si vede questa bambina molto simile a Denise (che viene chiamata Danas) insieme a una donna rom. Ma quella bambina, né la signora, sono state mai rintracciate, e la mamma Piera è convinta che i rom non abbiamo rapito la sua bambina (ne abbiamo parlato qui).

La storia di Denise Pipitone

Vi invito a visitare il sito ufficiale creato dalla famiglia di Denise Pipitone per informarvi meglio su questa storia. Noi cercheremo di riassumere, toccando però tutti i punti fondamentali. Era il primo settembre 2004, una bella giornata in Sicilia e la piccola Denise di quattro anni giocava nel giardino con la sua cuginetta. In quella strada abita anche una zia, che la vede correre verso casa alle 11.45 circa. Ma Denise Pipitone a casa non è mai tornata. Da quel momento, iniziano le ricerche.

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Un mese e mezzo dopo la sua scomparsa, Denise è avvistata a Milano con un gruppo di nomadi, un uomo, due donne e tre bambine. La donna parla una lingua straniera, mentre la bambina italiano, come si vede da un video registrato da una guardia giurata che intanto avverte le autorità che purtroppo arrivano troppo tardi. I carabinieri sono convinti che quella fosse proprio Denise Pipitone.

Da quell’ottobre 2004, nonostante i tanti appelli della madre, i presunti avvistamenti (insieme anche a molte persone che pensano di essere la piccola siciliana, tra cui Olesya) che non hanno mai portato a nulla, la mamma di Denise, Piera Maggio, non ha mai perso le speranze, e noi ci auguriamo che prima o poi potrà abbracciare nuovamente sua figlia, e soprattutto avere la giustizia che merita.

Se volete conoscere tutti gli errori sul caso, cliccate qui, mentre per tutti gli articoli che abbiamo scritto a riguardo, potete cliccare qui.

Denise Pipitone: caso riaperto

Ieri Piera Maggio, ricondividendo una storia di Monica Leoffredi su Instagram, aveva fatto sapere ai suoi followers che a breve ci sarebbero state due notizie molto importanti. Una era una manifestazione organizzata dal sindaco Salvatore Quinci nella piazza della città dove Denise Pipitone è scomparsa, Mazara del Vallo (in provincia di Trapani) per invitare chiunque a cercare la verità per la piccola bambina, oggi 21enne. Sarà possibile seguire la manifestazione nelle tv nazionali, e «saranno presenti scuole, associazioni e cittadinanza».

La seconda notizia, però, è quella che ci ha fatto gioire molto di più, facendo finire #DenisePipitone prima in tendenza su Twitter: la Procura di Marsala ha deciso di riaprire il caso della bambina scomparsa all’età di 4 anni proprio a causa degli ipotetici errori che ci sono stati nel corso degli anni, insieme a tutti gli ipotetici depistaggi. A dare la volontà di riaprire il caso non è stata solo la madre che, per 17 anni, non ha mai perso la speranza, continuando a parlare della figlia, ma anche un suo intervento a Domenica In.

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In un video del 2004 Piera Maggio chiedeva pietà, ma di recente ha rivelato a Mara Venier che «questa pietà non c’è stata, anzi. Oggi abbiamo una realtà forse più concreta. Grazie anche alle ultime dichiarazioni di due procuratori, si è concretizzato ciò che abbiamo sempre sostenuto. Sono emerse delle novità in cui si è parlato di depistaggi voluti, non voluti, colpe e non colpe. È merito di tante persone che hanno voluto che Denise non si trovasse, se oggi dopo 17 anni stiamo qua», e da questa dichiarazione veniamo anche a conoscenza di una persona che, dopo anni, ha deciso di parlare.

Questa persona è l’ex pm Maria Angioni, oggi giudice a Sassari, che nel 2004 era assegnata al caso Denise Pipitone. Bene, l’ex pm ha dichiarato che, ai tempi, ha avuto dei sospetti riguardo a fughe di notizie sull’inchiesta e soprattutto che le persone intercettate fossero state avvisate che i loro telefonini erano controllati. Insomma, non dei dettagli da niente, ma dei dettagli che, se fossero stati rivelati subito, forse avrebbero aiutato Denise Pipitone a tornare fra le braccia della madre. Adesso dobbiamo e possiamo solo sperare che le indagini vengano affrontate con la serietà che il rapimento di un minore, di una bambina, merita.

La reazione sui social network

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