Qualche mese fa ci siamo tristemente aperti al mondo delle terapie di conversione da omosessuale a eterosessuale con Alessandro, il ragazzo «pazzo per Gesù» divenuto virale su TikTok. Oggi, invece, vi parliamo del discorso annuale della Regina Elisabetta che ha inaugurato la sessione parlamentare, per la prima volta non accompagnata da suo marito Filippo. In questo Queen’s speech ha elencato i disegni di legge e le riforme del programma del governo Boris Johnson, tra cui anche il divieto alle terapie di conversione.
Le terapie di conversione sono un serio problema in Italia come anche all’estero. Si pensa che l’omosessualità, che non è in alcun modo una malattia, possa essere guarita come un’influenza qualsiasi. Una persona nasce omosessuale, nasce bisessuale, nasce lesbica, nasce transgender. Non si viene influenzati. Certo, per alcune persone potrebbe essere davvero una fase, come è normale anche interrogarsi sul proprio orientamento per poi arrivare a una conclusione, che potrebbe portare all’omosessualità come all’eterosessualità. Tuttavia, se una persona dice di essere omosessuale, non deve essere guarita.
Con Alessandro, il ragazzo pazzo per Gesù, abbiamo visto che si è dedicato a questa terapia, dopo aver frequentato pride ed essere stato felice con i suoi amici, dopo essersi accettato e amato per quel che era, quando la madre ha cominciato a pregare per lui ogni sera, a piangere, a dimostrare di essere delusa. Quando fece coming out, lei gli chiese: «ma c’è qualcuno che ti obbliga a essere così?». E quindi lui, per la madre, si è sottoposto a una terapia di conversione. In Italia è ancora legale, mentre in Gran Bretagna sta per divenire illegale. E ad annunciarlo è proprio la Regina Elisabetta II.
Il discorso della Regina Elisabetta contro le terapie di conversione
«Saranno portate avanti misure per affrontare le disparità razziali ed etniche e vietare le terapie di conversione», ha detto nel suo annuale discorso per inaugurare la sessione parlamentare. Ha aggiunto poi che il governo britannico «rafforzerà e rinnoverà la democrazia e la costituzione» e soprattutto «proteggerà la libertà di parola». Le sue parole sono state seguite da quelle di Liz Truss, ministro per le donne e le pari opportunità, che ha confermato la volontà del governo di vietare le terapie di conversione, che spesso includono l’elettroshock o la preghiera:
«In qualità di leader globale sui diritti LGBT +, questo governo si è sempre impegnato a sopprimere la pratica della terapia di conversione. Vogliamo assicurarci che le persone in questo Paese siano protette e queste proposte significano che nessuno sarà sottoposto a terapia di conversione coercitiva e ripugnante. Accanto a questa legislazione, metteremo a disposizione nuovi finanziamenti per garantire che le vittime abbiano un migliore accesso al supporto di cui hanno bisogno».
Non è la prima volta che si parla di eliminare definitivamente le terapie di conversione in Gran Bretagna, infatti già nel 2019 Theresa May, il Primo Ministro, aveva tra le priorità quella di «porre fine alla pratica delle terapie di conversione». Anche Boris Johnson, il suo successore, è contrario a queste pratiche definite da lui stesso «aberranti» e sottolineando che «non hanno posto in una società civile e non hanno posto in questo Paese».
Tuttavia, poiché adesso è stata la Regina Elisabetta in persona a pronunciare questa volontà, si pensa che adesso possa finalmente divenire una pratica illegale, come lo è già in Messico, Israele, Germania, Malta, Ecuador, Brasile e Taiwan. Fra i Paesi che invece hanno in piano di rendere le terapie di conversione illegali ci sono invece la Spagna, la Nuova Zelanda e il Canada. E in Italia, invece? In Italia si sta ancora discutendo se un disegno di legge che vuole solo tutelare gli omosessuali dalle violenze, sia liberticida.
"Measures will be brought forward to address racial and ethnic disparities and ban conversion therapy"
— BBC News (UK) (@BBCNews) May 11, 2021
The Queen outlines government plans to ban so-called conversion therapy#QueensSpeech: https://t.co/riukVuKqsj pic.twitter.com/BdQYVJxvjj
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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