Scozia: il Christian Institute contro la decisione di vietare le terapie di conversione

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Ormai negli ultimi mesi tantissimi Paesi (non l’Italia, ovviamente, giusto per sottolinearlo) hanno deciso di fare un passo avanti nella civiltà vietando le terapie di conversione, e fra gli ultimi, insieme all’Irlanda, c’è la Scozia, che ha iniziato a lavorare su una legge specifica. Dove sarebbe il problema? Gli estremisti cattolici del Christian Institute, gruppo che promuove un punto di vista cristiano fondamentalista e fondato su ciò che viene letteralmente scritto sulla Bibbia, hanno fatto sapere di star per dare inizio a una causa legale per annullare l’eventuale divieto deciso dal governo.

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Le terapie di conversione sono un serio problema in Italia come anche all’estero. Si pensa che l’omosessualità, che non è in alcun modo una malattia, possa essere guarita come un’influenza qualsiasi. Una persona nasce omosessuale, nasce bisessuale, nasce lesbica, nasce transgender. Non si viene influenzati. Certo, per alcune persone potrebbe essere davvero una fase, come è normale anche interrogarsi sul proprio orientamento per poi arrivare a una conclusione, che potrebbe portare all’omosessualità come all’eterosessualità. Tuttavia, se una persona dice di essere omosessuale, non deve essere guarita.

Un esempio di terapie di conversione l’abbiamo visto in Italia con Alessandro, il ragazzo pazzo per Gesù, che si è dedicato a questa terapia dopo essersi accettato e amato per quel che era, ma quando la madre ha cominciato a pregare per lui ogni sera, a piangere, a dimostrare di essere delusa solo perché il figlio era omosessuale, ha deciso di sottoporcisi. Quando fece coming out, lei gli chiese: «ma c’è qualcuno che ti obbliga a essere così?». In Italia è ancora legale, e questo ne è la dimostrazione. Ma una madre ama il proprio figlio a prescindere da chi lui ami, e chi lui sia.

In altri Paesi, come l’Inghilterra (sebbene ci sia da chiarire questo passo indietro di Boris Johnson), ma anche la Spagna, si è deciso di vietare che delle persone vengano private della propria essenza da bigotti che vivono nel Seicento. In Spagna la legge che le abolisce vede le terapie di conversione come una serie offesa ma anche come un crimine, anche se fatta con il consenso della persona o del loro tutore (nel caso di un minore). Insieme alla Spagna, anche la Nuova Zelanda, la Grecia e, adesso, anche in Messico!

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Pray Away è un film Netflix che parla di terapie di conversione

Il Christian Institute contro l’abolizione delle terapie di conversione

Secondo una ricerca sulle terapie di conversione condotto in Scozia, è necessario un divieto che debba colpire qualsiasi trattamento, pratica o sforzo che mira a cambiare, sopprimere o eliminare l’orientamento sessuale, l’espressione dell’orientamento sessuale, l’identità di genere o l’espressione di genere di una persona. Il vicedirettore del Christian Institute, Simon Calvert, ha detto che il divieto, tuttavia, arriverebbe a criminalizzare «il tradizionale lavoro pastorale di chiese, moschee, sinagoghe e templi». Il lavoro omobitransfobico, intende forse.

«Se il governo scozzese segue il consiglio del suo gruppo consultivo di esperti, supererà i suoi poteri e infliggerà il divieto di terapia di conversione più totalitario al mondo», continua. Poi fa sapere di aver fatto arrivare ai ministri scozzesi l’avviso che il Christian Institute ha  già ricevuto consulenze legali su come abbattere l’eventuale legge, se dovesse passare. Aidan O’Neill, avvocato costituzionalista, ha descritto la legge come «fondamentalmente illiberale nelle intenzioni».

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Il governo ha proposto di «proteggere le persone LGBT dai soprusi, vietando la promozione e la dannosa pratica delle terapia di conversione, portando avanti una legge il più completa possibile». Quello che si contesta è che questo divieto «violerebbe i diritti umani degli individui, in particolare la libertà della vittima dalla discriminazione e la libertà da cure mediche non consensuali». Le terapie di conversione dovrebbero essere abolite entro la fine del 2024.

Un portavoce del governo ha dichiarato: «Le pratiche di conversione che cercano di cambiare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona sono dannose, discriminatorie e non hanno posto nella nostra società. Siamo impegnati a introdurre una legislazione che metta il più possibile fine a queste pratiche dannose, proprio come hanno già fatto molte giurisdizioni in tutto il mondo. Ciò avverrà nel pieno riconoscimento e nel rispetto del diritto alla libertà di religione, di espressione e alla vita privata e familiare, che sono tutelati dalle leggi vigenti».

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