Denise Pipitone: prelevato DNA a una ragazza rom di Roma

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Ancora una volta, Piera Maggio e Piero Pulizzi hanno scoperto dai media delle novità sul rapimento della loro figlia, Denise Pipitone, rapita da Mazara del Vallo nel 2004. Secondo quanto riportato da Quarto Grado (tra l’altro: Piera Maggio diffida Quarto Grado: il programma non potrà più parlare del caso Pipitone), sarebbe stato prelevato il dna da un una ragazza bosniaca di etnia rom in quartiere della periferia di Roma. La ragazza si chiama Denisa, avrebbe due anni in meno a Denise, ma martedì sarebbe stata sottoposta ai controlli dei carabinieri.

Facciamo il nostro brevissimo recap, per ricordare cosa la famiglia sta passando da ormai anni: lo scorso anno è stato pubblicato l’age progression di Denise Pipitone aggiornato al 2021, e potrebbe essere davvero utile per cercare l’oggi 21enne in quanto è diverso da come tutti ce la siamo sempre immaginata (molto simile alla mamma, invece nella locandina la vediamo anche molto simile al padre, Piero Pulizzi). Piera Maggio invita a condividerla quanto più possibile, senza ritagliarla o modificarla:

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Il caso di Denise Pipitone è tornato sulla bocca di tutti, dai social ai programmi televisivi, da quando Olesya, una ventenne russa alla ricerca della sua mamma, ha contattato un programma russo. E subito la ragazza ci è sembrata la nostra Denise, scomparsa da 17 anni. Tuttavia, il gruppo sanguigno non coincideva con quello della bambina, per cui la storia si è chiusa in quel momento. O così si pensava. Perché qualche settimana dopo siamo stati avvisati della riapertura delle indagini sulla scomparsa della bambina, anche in seguito a tutti gli errori che sono stati fatti nel primo periodo.

Le indagini sul caso di Denise Pipitone sono state piene di depistaggi, di bugie, di cose che non tornano, di intercettazioni che non funzionano solo con le persone indagate e qualche mese fa durante una puntata di Chi l’ha visto ci abbiamo aggiunto anche la mafia. Ma la madre di Denise Pipitone, così come tantissime persone che da anni cercano giustizia, vorrebbero solo che la bambina tornasse finalmente fra le braccia della sua famiglia che, per tutti questi anni, non ha perso la speranza e continua ad aspettarla.

Ogni giorno ci sembra di essere più vicini alla verità ma allo stesso tempo non ci vogliamo illudere, e quindi non ci resta che, ancora, inesorabilmente, aspettare. Negli ultimi mesi abbiamo seguito con tanto interesse non solo le indagini riaperte ma anche le vecchie intercettazioni che non sono minimamente state prese in considerazioni all’epoca dei fatti. Abbiamo visto come il signor Battista Della Chiave non è stato minimamente ascoltato, con un’interprete ancora troppo inesperta che non è riuscita a comprendere quello che l’uomo davvero volesse dire.

Oggi Denise Pipitone non è ancora a casa, ma speriamo che questa sia solo una situazione temporanea. Qualche mese fa, l’avvocato Frazzitta ha esposto le motivazioni per cui il caso non deve essere archiviato, soprattutto in seguito alle ultime intercettazioni, ma a quanto pare non è servito a nulla.

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Denise Pipitone

Vi ricordiamo anche che prima che la commissione d’inchiesta sulle indagini fosse accettata, Italia Viva, partito di Matteo Renzi, ha fatto ostruzionismo decidendo di ricattare i colleghi. Igor Iezzi, in diretta con Milo Infante su Ore14, ha fatto sapere che lui è «rimasto stupito dal tono di questi emendamenti. Il problema è che posso capire l’esigenza di allargare il campo d’azione della commissione, partire da Denise Pipitone per poi allargare sul fenomeno». Tuttavia, per fortuna, non hanno avuto la meglio.

Poi, comunque, la commissione d’inchiesta è un testo ufficiale e vediamo per davvero la prima luce infondo al tunnel. «Una norma costituzionale prevede che si possa seguire questo iter e i deputati avranno tutti i poteri dell’autorità giudiziaria. Diciamo che è una forma di “avocazione”, di spostamento, dell’indagine a Roma. Noi confidiamo nella ricerca della verità, anche dopo 17 anni», disse l’avvocato Frazzitta e dopo l’okay definitivo alla commissione affari costituzionali, la commissione è stata ufficialmente bocciata. Il giorno in cui si saprà la verità sul caso di Denise Pipitone, sembra essere ancora lontano. Ma Denisa potrebbe essere Denise?

Denise Pipitone: prelevato il DNA a una ragazza bosniaca

Si chiama Denisa, ha 20 anni e quindi due in meno a Denise Pipitone, ma non si sa mai che non le sia stato detto qualcosa di errato. Non ha mai conosciuto suo padre e ha sempre vissuto con sua nonna. I carabinieri sono stati attirati dai suoi occhi e capelli scuri, dalla corporazione magra e dalla carnagione chiara della ragazza, e ovviamente il nome è stato un plus. Ma l’anno di nascita potrebbe essere un problema. Le è comunque stato prelevato un campione di saliva per comprendere se è davvero lei Denise Pipitone, scomparsa da 19 anni nel nulla (beh, questo secondo chi ha archiviato più volte il caso).

A Denisa è stata mostrata la foto di Pietro Pulizzi. «Mi hanno fatto vedere la foto di un uomo con sua figlia ma non li conosco. I Carabinieri mi hanno detto che stanno cercando una bambina scomparsa», ha raccontato la ragazza alle telecamere di “Quarto Grado”. I carabinieri le hanno chiesto di rimanere in città, ovvero la nostra capitale, che lei avrebbe raggiunto nel 2018 dopo esser cresciuta con la nonna in Bosnia. La giovane avrebbe visitato l’Italia anche nel 2005, a tre anni, tuttavia non ha alcuna foto di quel periodo.

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«Siamo stati informati ieri sera per mezzo dei vari messaggi che ci sono pervenuti. Non eravamo a conoscenza di nulla. Rimaniamo in attesa di eventuali notizie concrete, sempre con i piedi a terra. Non possiamo permetterci illusioni dolorose», hanno scritto sul proprio profilo social Piera Maggio e Pietro Pulizzi, genitori di Denise Pipitone. L’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, commenta all’Ansa: «Sono fughe di notizie che colpiscono al cuore una madre e un padre in attesa. E queste cose non dovrebbero accadere». Ed è quello che pensiamo tutti, soprattutto perché feriscono dei genitori e anche perché rischierebbero, ancora una volta, di compromettere le indagini.

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Intanto Piera Maggio e la famiglia spingono per una Commissione d’inchiesta parlamentare, perché non è possibile che dei bambini scompaiano nel nulla e nessuno indaghi o li cerchi più, lasciando, di fatti, dei rapitori di bambini tranquillamente a piede libero. «La richiesta per una Commissione d’inchiesta parlamentare è stata lanciata da Noi già un paio di anni fa, insieme a Milo Infante che in questa richiesta si è impegnato in prima persona nella trasmissione di Ore14. Ebbene non abbiamo smesso di spingere su questa linea tanto che a giorni ci saranno possibili aggiornamenti», scrive su Facebook.

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