Ormai sono passati tre anni da quando Kobe Bryant, sua figlia Gianna e altre nove persone sono morte in un incidente in elicottero. Quel giorno la notizia fu subito condivisa dai media, ancor prima che la famiglia ne apprendesse il decesso, ma soprattutto furono condivise foto molto esplicite dell’incidente in cui la star del basket e sua figlia sono tragicamente morti. Proprio per questo, la contea di Los Angeles ha accettato di pagare a Vanessa Bryant e tre delle sue figlie quasi 30 milioni di dollari per risolvere una causa e potenziali reclami sulla condivisione di foto grafiche dell’incidente in elicottero.
Durante la sua carriera Kobe Bryant aveva stabilito tantissimi record, a parte dal più giovane giocatore dell’All Star Game Nba, continuando con più tiri da 3 segnati in un tempo, concludendo con l’essere l’unico giocatore nella storia dell’Nba a segnare 60 punti durante l’ultima partita da professionista, il 13 aprile 2016. E riguardo proprio il suo abbandono al basket, come non ricordare e citare la sua lettere al basket, allo sport della sua vita che lo ha reso famoso e iconico, un idolo per grandi e piccoli.
La lettere d’addio al basket di Kobe Bryant
Era novembre 2015 quando Kobe Bryant ha annunciato al pubblico di volersi ritirare dalla sua carriera, senza però abbandonare del tutto il basket (sua figlia Gigi, infatti, giocava a pallacanestro e, proprio mentre sono morti, si stavano dirigendo a un allenamento).
«Cara pallacanestro,
sin dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzettoni di mio papà e a immaginare tiri decisivi per la vittoria al Great Western Forum, mi è subito stata chiara una cosa: mi ero innamorato di te. Un amore così grande che ti ho dato tutto me stesso, dalla mia mente, al mio corpo, al mio spirito e alla mia anima.Nelle vesti di un bambino di 6 anni innamorato non ho mai visto la luce in fondo al tunnel. Mi vedevo soltanto correre al di fuori. E così ho corso. Ho corso su e giù per ogni campo, rincorrendo ogni pallone per te. Mi hai chiesto il massimo sforzo, io ti ho dato il mio cuore.
Ho giocato quando ero stanco e dolorante, non perché fossero state le sfide a chiamarmi, ma perché TU mi hai chiamato. Ho fatto qualsiasi cosa per TE, perché questo è ciò che fanno le persone quando qualcuno le fa sentire vive come hai fatto tu con me.
Hai dato a un bimbo di 6 anni il sogno di essere un giocatore dei Lakers e ti amerò sempre per questo. Ma non posso amarti in maniera ossessiva per molto tempo ancora. Questa stagione è tutto quel che mi rimane da darti. Il mio cuore può reggere il peso, la mia mente pure, ma il mio corpo sa che è giunto il momento di salutarci.
Ma va bene così. Sono pronto a lasciarti andare. Volevo che tu lo sapessi, cosicché potremo assaporare meglio ogni momento che ci rimarrà da gustare assieme. Le cose belle e quelle meno belle. Ci siamo dati l’un l’altra tutto quello che avevamo.
Ed entrambi sappiamo che, qualsiasi cosa io farò, sarà sempre quel bambino con i calzettoni, il cestino della spazzatura nell’angolo e 5 secondi ancora sul cronometro, palla in mano. 5… 4… 3… 2… 1.
Ti amerò sempre.
Kobe».Kobe su The Players’ Tribune
Una lettera che oggi come ai tempi ha fatto commuovere tante persone e che ha anche ispirato il cortometraggio “Dear Basketball“, con la regia di Glen Keane, che nel 2018 ha fatto vincere a Kobe un premio Oscar come miglior cortometraggio.
La lotta di Vanessa Bryant per fare avere giustizia al marito e alla figlia
Il 26 gennaio 2020, Kobe Bryant, 41 anni, e sua figlia Gianna Bryant, 13 anni, erano su un elicottero con altre sette persone quando si è schiantato in condizioni di nebbia fuori Los Angeles, uccidendo tutti a bordo. Poco dopo, Vanessa Bryant ha appreso che alcuni dipendenti dei dipartimenti dei vigili del fuoco e dello sceriffo della contea avevano condiviso foto grafiche dei resti umani dell’incidente. Ha citato in giudizio per negligenza e violazione della privacy nel settembre 2020 e ha vinto il processo ad agosto, fornendo una rara e costosa ammonizione pubblica di alcune delle istituzioni più potenti di Los Angeles.
Il consiglio di amministrazione della contea di Los Angeles ha accettato di pagare alla famiglia di Bryant 28,85 milioni di dollari per risolvere la causa legale della famiglia e le potenziali rivendicazioni future di Bryant e delle sue figlie: Natalia, 20 anni, Bianka, 6 e Capri, 3. In una dichiarazione, Mira Hashmall, l’avvocato capo del processo per la contea di Los Angeles nel caso di Bryant, ha definito l’accordo “giusto e ragionevole” e ha affermato che tutte le controversie relative alla contea dall’incidente sono state risolte.
«La giornata di oggi segna il culmine della coraggiosa battaglia della signora Bryant per ritenere responsabili coloro che si sono impegnati in questa condotta grottesca», ha dichiarato in una nota Luis Li, l’avvocato di Vanessa Bryant, «ha combattuto per suo marito, sua figlia e tutti coloro nella comunità la cui famiglia deceduta è stata trattata con simile mancanza di rispetto. Speriamo che la sua vittoria al processo e questo accordo pongano fine a questa pratica».
Vanessa Bryant ha spiegato che ha subito chiesto agli agenti di mettere in sicurezza l’area per evitare che i fotografi sciacalli scattassero foto dei cadaveri dei suoi cari, ma questo non è stato abbastanza. «Vivo nella paura che le mie figlie siano sui social media e che questi appaiano», ha confessato la vedova. Le immagini poi sono state condivise principalmente tra i dipendenti dello sceriffo della contea di Los Angeles e dei vigili del fuoco, ma ne è stata impedita la diffusione pubblica. Chi ha scattato le foto, ha anche affermato che le foto non sarebbero state condivise, ma avevano come unico scopo quello di «pettegolezzo visivo».
Some of yall are stupid af if you think its about money, Vanessa Bryant is holding folks accountable for the disrespectful shit they did. Yall better leave her alone with your bullshit comentary🙄
— ROSIE🖤 (@DodgerChick310) March 1, 2023
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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