Boris Johnson contro le donne trans negli sport femminili

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Si parla di molto spesso delle donne trans che gareggiano negli sport con donne cisgender. A volte non sono neanche donne, ma bambine. L’opinione di Donald Trump o di molti governatori negli Stati Uniti, così come quella dei senatori italiani, la sappiamo molto bene, ma adesso si è espresso anche Boris Johnson, che ha quindi giustificato anche la sua scelta di escludere le persone trans dal divieto alle barbarie delle terapie di conversione.

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Fonte foto: La Repubblica

Facciamo un passo indietro. La situazione delle donne trans che decidono di gareggiare negli sport del sesso in cui si riconoscono, non è così semplice. Tuttavia, non è una scelta che si può fare per ideologia. Sono le stesse competizioni che stabiliscono un regolamento per decidere quando può e quando non può una persona trans competere nel sesso in cui si riconosce. Di recente, abbiamo parlato del Texas, di come le persone LGBT non siano prese in considerazione, ma soprattutto come a soffrire siano le persone transgender.

Ad esempio, c’è una legge in particolare pensata dal governo per umiliare le persone trans, una legge pensata proprio per difendere le donne che sarebbero svantaggiate contro delle persone “biologicamente maschi“. Sapete come sarebbero svantaggiare le donne? Gareggiando con un pancione in seguito a uno stupro. Però l’aborto è illegale e delle donne ve ne frega solo per essere transfobici. In più, oltre al Texas, ricordate il caso di Becky Pepper-Jackson?

Becky è una bambina di 11 anni, transgender da quando aveva 4 anni, quindi conosciuta e accettata da tutti come Becky. Anche in quella situazione, le assurde leggi firmate dal governatore Jim Justice furono contestate dall’amministrazione di Biden, in modo che la bambina potesse gareggiare con le sue amiche e non con i suoi amici. Una situazione oltraggiosa e che in un paese civile non si può accettare, tantomeno nell’Inghilterra di Boris Johnson che si prodiga ad essere lgbt-friendly.

Boris Johnson: non solo le terapie di conversione per le persone trans

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Secondo delle fonti, il primo ministro inglese, Boris Johnson, starebbe cambiando opinione riguardo la terapie di conversione, forse troppo influenzato dai colleghi conservatori e bigotti. A dare la notizia è stato ITV News, con Paul Brand che riferisce: «mi è stato detto che il Primo Ministro è stato colpito dalla forza della reazione dei parlamentari e dei ministri conservatori, quando hanno visto lo stop al disegno di leggeMa ha rimosso il divieto alla terapia di conversione per le persone trans, perché a suo dire un disegno di legge non deve avere “conseguenze indesiderate”».

La notizia non è stata smentita, anzi. Boris Johnson ha detto in un’intervista con la BBC di non credere «che i maschi biologici dovrebbero poter competere in eventi sportivi femminili. Forse è una cosa controversa da dire, ma mi sembra sensata. Mi capita anche di pensare che le donne dovrebbero avere spazi – che si tratti di ospedali, carceri o spogliatoi – dedicati alle donne. Questo è come il mio pensiero si sia sviluppato su questo tema. Se questo mi mette in conflitto con altri, allora dobbiamo risolvere il problema».

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La situazione è venuta fuori con il caso di Emily Bridges, ciclista transgender britannica di 21 anni, che non potrà partecipare ai Campionati Nazionali Omnium in quanto «non idonea a partecipare a questo evento», dichiara l’Unione Ciclistica Internazionale. L’atleta ha subito chiesto spiegazioni, poiché aveva già fornito tutte le prove mediche e i documenti necessari per gareggiare. Le normative inglesi prevedono che le transgender devono avere livelli di testosterone inferiori a cinque nanomoli per litro per un periodo di 12 mesi prima della competizione. La Bridges ha detto che il suo livello è «molto sotto il limite previsto dai regolamenti».

Boris Johnson ha anche voluto sottolineare che questo «non significa che non sia immensamente solidale con le persone che vogliono cambiare genere, è fondamentale dare alle persone il massimo amore e sostegno nel prendere queste decisioni. Questi sono problemi complessi e non possono essere risolti con un atto legislativo rapido e facile. Bisogna riflettere attentamente per risolverli nel modo giusto». Insomma, solidale, però non fa niente per migliorare loro la vita. Immaginate se non lo fosse.

«Vieteremo la terapia di conversione per i gay, che per me è assolutamente ripugnante. Ma ci sono complessità e sensibilità quando si passa dall’area della sessualità alla questione del genere. Lì, temo, ci sono cose che penso debbano ancora essere risolte. Non credo che sia ragionevole pensare che i bambini possano essere in grado di acconsentire al proprio trattamento medico per prendere decisioni sul proprio genere o sui trattamenti irreversibili che potrebbero avere. Penso che ci dovrebbe essere almeno il coinvolgimento dei genitori», ha aggiunto intercettato dai cronisti in un ospedale dell’Hertfordshire.

In seguito a queste dichiarazioni, più di 120 organizzazioni LGBTQ come Stonewall si sono ritirate dalla Safe To Be Me: A Global Equality Conference, ideata dal governo per parlare dei diritti LGBT. Ma sembra che al governo, incluso Boris Johnson, interessino solo gli LGB. «Quando si tratta di persone trans, penso che dobbiamo stare più attenti, è necessario un approccio più sensibile. Potremmo trovarci davanti ad un un vero caso di disforia dell’identità di genere o potrebbe essere che quell’individuo stia soffrendo di abusi sessuali su minori, ad esempio, o di bullismo?», ha detto il segretario alla salute Sajid Javid.

Insomma, la situazione in Inghilterra per le persone trans, non fa che peggiorare. Speriamo che Boris Johnson rinsavisca e si renda conto che non è così che si aiuta una comunità.

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