La notizia circola ormai da giorni, e ora sono giunte anche le parole del colpevole. Il gatto lanciato da un ponte di Lanusei è l’ennesima tragica vicenda che dimostra quanto crudeli possano essere gli esseri umani, al misero scopo di un macabro divertimento.
Gatto lanciato da un ponte: la crudeltà dell’uomo non ha confini
Il video condiviso in rete mostra la cruda realtà: un gattino è stato gettato da un ponte nel paese di Lanusei, in provincia di Ogliastra, Sardegna. Un’immagine raccapricciante, condita dalle risate dei complici che non hanno tentato di fermare l’azione disumana del giovane aguzzino.
L’indignazione non manca all’appello. Un gesto malsano compiuto allo scopo di generare ilarità, e chissà quale altra disgustosa reazione. Un divertimento che ha portato alla morte di un gattino innocente, una creatura che non meritava una fine tanto raggelante.
Una storia che lascia l’opinione pubblica nettamente divisa: i coinvolti, in quanto minorenni, sono stati denunciati di fronte al Tribunale di competenza. La legge dovrà agire una volta riconosciute le responsabilità e le accuse che gravano su questi soggetti, i quali si difendono domandando il perdono attraverso una promessa di beneficienza.
Queste le parole del giovane che nel video incriminato ha lanciato il cucciolo senza alcuna remora: “So di aver sbagliato e mi sono già pentito. Le autorità mi stanno già facendo pagare i danni, oltre che i danni morale che sto ricevendo a causa delle minacce e degli insulti. Ho dovuto eliminare foto e video da ogni social, chiedo perdono. Ho sbagliato è vero, ma non sapete cosa voglia dire ricevere migliaia di messaggi con insulti, minacce, video della mia via di casa. Sono al limite, sto pensando di fare della beneficienza per cercare di rimediare“, ha condiviso su Tik Tok.
Non sono tardate ad arrivare le minacce e le intimazioni da parte degli animalisti più accaniti, che non si possono in altrettanto modo giustificare, ma che dimostrano un chiaro messaggio. Il pentimento è arrivato, ma a celarsi dietro quest’ultimo è la paura, non la sincerità. Un pentimento che non riporterà indietro quel gattino, un perdono che nel nostro Paese è facile chiedere quando a pagare con la vita è un “soltanto” un animale.
Gli animalisti si sono aggrappati ancora una volta a questo fatto di cronaca per richiedere un aumento delle pene per chi commette crimini nei confronti degli animali.
“Ancora una volta sono i giovani a rendersi protagonisti di crudeltà inenarrabili nei confronti degli animali. Gli autori di atti come questi sono figli di una cultura retrograda, secondo cui la vita di un animale vale meno di niente, che scaricano le proprie insoddisfazioni sui più deboli, probabilmente alla ricerca di gratificazioni che non sono capaci di trovare in una professione o in un percorso di studi. O semplicemente per avere successo sui social network“, ha commentato Cosetta Prontu, Presidente del Rifugio LIDA, sezione di Olbia.
“Servono provvedimenti seri e pene severe, che siano da monito e soprattutto idonei a porre fine a questa crescente ondata di violenza dilagante e incontenibile“.
Il gattino spaesato si perde tra gli alberi, scaraventato per il divertimento dei tre citati in tribunale con il reato di maltrattamento di animali. Immobile e spaventata, la piccola creatura dal pelo nero, minuscola tra le mani del suo aguzzino.
Scrive anche sui social Michela Brambilla: “Ciò che è accaduto a Lanusei è vergognoso! Da animalista, da madre e presidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza non posso neanche pensare che un ragazzino si sia fatto riprendere mentre, orgoglioso, lancia un gattino da un ponte, tra le risate e il divertimento dei due amici che erano con lui“.
E il Comune di Lanusei in tutto questo?
“In queste ore il nome di Lanusei sta diventando virale sui motori di ricerca per un episodio di violenza inaudita da alcuni giovanissimi ragazzi, certamente minorenni, forse addirittura sotto i 14 anni. Una vicenda che ha scosso fortemente la comunità lanuseina e quella dei comuni vicini dai quali provengono alcuni dei soggetti coinvolti“.
Riconosce gli eventi malati che hanno avuto luogo entro i suoi confini, ma rivolge un’accusa altrettanto grave “nei confrontidella violenza che questi ragazzi, le loro famiglie e le nostre intere comunità stanno subendo sui social network. Migliaia di persone rivolgono i peggiori insulti e le più gravi minacce ai ragazzi, ai genitori e ai lanuseini tutti, chissà per quale contorto meccanismo di assimilazione“.
Il sindaco esprime la sua solidarietà alle famiglie dei minorenni coinvolti e chiede di abbassare “torce e forconi“.
La risposta è stata la seguente: il cittadino romano Claudio Lauretti ha lanciatouna petizionein cui chiede l’applicazione minima delle pene previste per maltrattamento di animali, ovvero una reclusione dai 3 agli 18 mesi, oppure una multa che ammonterebbe dai cinquemila ai trentamila euro.
Mentre il sindaco si preoccupa di contenere i danni all’immagine del suo comune, imputato implicitamente per l’educazione impartita dalla famiglia, dalla scuola e dai coetanei ai suoi cittadini, a gran voce si richiedere che questa storia non passi inosservata – e impunita – non un’altra volta.
Giulia, Giu per chiunque. 20 anni. Studentessa di lettere e fonte di stress a tempo pieno. Mi diletto nello scrivere di ogni (ma soprattutto di F1) e amo imparare. Instagram: @ xoxgiu