La Lega segue l’onda della Polonia e dell’Ungheria: dai libri anti-gender al carcere per la maternità surrogata

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Non ci diciamo fin troppo stupiti dalle ultime notizie che arrivano dal fronte Lega e soprattutto da Simone Pillon. Ancora una volta, non impariamo dal passato, ancora una volta gli errori degli altri non ci insegnano nulla. Nelle ultime settimane abbiamo visto la triste e tragica situazione che sta vivendo la Polonia, ma anche l’Ungheria non è messa molto meglio a livello di diritti umani. Sono ufficialmente gli stati più omofobi dell’Unione Europea, e speriamo che al più presto la commissione possa intervenire concretamente per salvare quelle persone. Intanto, però, la Lega cerca di seguire la scia dei colleghi ungheresi e polacchi in Italia.

Facciamo un passo indietro. Cosa succede in Polonia? Lo scorso anno, quando la Polonia ha deciso di rendere ancora più restrittiva la legge già di per sé restrittiva sull’aborto. Lo Stato di Duda, infatti, aveva già una delle leggi sull’aborto più restrittive: basti pensare che c’erano meno di 2000 aborti legali ogni anno. Diciamo legali perché, ovviamente, chi ne ha la possibilità si reca all’estero o, purtroppo, si sottopone a interventi illegali e che potrebbero mettere in pericolo la donna. Tanto che, le organizzazioni femministe hanno fatto una stima di quanti aborti ci siano effettivamente: circa 200.000.

«La Corte costituzionale ha presentato una motivazione scritta della sentenza sulla protezione della vita. Conformemente ai requisiti costituzionali, la sentenza è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale», ha annunciato il Governo polacco, senza se e senza ma, vietando quindi ufficialmente l’aborto. Il testo è stato pubblicato a fine gennaio e, da quel momento, le donne sono scese nuovamente in piazza. Più delle scorse volte, più arrabbiate e con più volontà di far rispettare se stesse e i propri diritti. Nelle ultime settimane, a causa di questa legge, è morta anche una donna, Izabela.

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A questo ci si aggiunge poi una tragica situazione con le LGBT Free Zone, ma non è peggiore di quella in Ungheria, dove la comunità LGBT è ritenuta alla pari di una mera ideologia, dove i libri, i film o le serie tv con personaggi della comunità non sono consentiti. In particolare, negli ultimi mesi si è parlato di un referendum in particolare, un referendum contestato dai cittadini, ma che ha ricevuto comunque il via libera dal parlamento: «Proteggeremo i diritti dei bambini e dei genitori ungheresi e fermeremo la lobby Lgbtq ai cancelli della scuola», ha scritto la ministra della Giustizia ungherese, Judit Varga.

E in tutto questo, cosa c’entra la Lega di Salvini, e in particolare Simone Pillon? Vediamo che succede.

Simone Pillon, Lega: il libro contro la teoria gender e l’emendamento contro la maternità surrogata

La teoria gender

Iniziamo dalla teoria gender. Abbiamo sentito parlare di questa teoria soprattutto (e solamente) da parte della destra italiana durante le discussioni in Senato sul DDL Zan. Molti esponenti infatti citavano quest’ideologia che però non esiste, poiché le discussioni che ci sarebbero dovute essere a scuola durante la giornata contro l’omolesbobitransfobia, sarebbero solo state sul rispetto per gli altri. Tuttavia, se queste non andavano bene per Simone Pillon perché i bambini non si toccano, quelle contro la teoria gender nelle scuole vanno più che bene.

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Insomma, se i bambini vengono plagiati con la tua mentalità ottocentesca, va bene, ma se gli insegni a rispettare tutte le persone a prescindere dal proprio orientamento sessuale (e ce n’è bisogno, considerando quante sono le vittime di omofobia in Italia), allora in quel caso no, i bambini vanno lasciati fuori e solo i genitori devono pensare all’educazione dei propri figli. E quindi si propone un emendamento redatto con l’Associazione Family Day, pensate un po’.

Quello che si propone in questo emendamento è il contrasto alle teorie gender (al rispetto?), sottolineando ancora la distinzione fra maschi e femmine e soprattutto il rifiuto verso le «tematiche con alto tasso di contrapposizione e non condivisione, come quella inerente l’identità di genere» che «non dovrebbero trovare posto nelle scuole». Ma sì, il rispetto no, ma teorie che potrebbero spronare ancora di più all’odio, vanno benissimo. Ecco le priorità della Lega e di Simone Pillon.

Proprio quest’ultimo, in Senato, ha affermato: «La disforia di genere è una patologia, è un problema, è un disturbo serio. Ma i ragazzini, i bambini, le bambine.. i nostri figli, meritano la massima attenzione, meritano le migliori cure, i migliori trattamenti e soprattutto meritano di non essere trattati come cavie, come oggetti da laboratorio, come topi su cui fare esperimenti ideologici prima che scientifici».

Parla poi del DDL Zan, che lui, con i suoi colleghi di destra e le tantissime fake news, ha contribuito ad affossare senza alcun ritegno per le persone che ogni giorno vengono discriminate: «Se c’è una teoria sballata che dal Nord America ci impone di dire che maschi si è in base alla propria autopercezione, io credo che abbia fatto bene la politica a dire no proprio in queste aule. Si è detto no all’autopercezione del sesso, perché il sesso è una realtà naturale che nessuno di noi può cambiare».

La maternità surrogata

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Ma non finisce qui, perché riprova, dopo due anni, a proporre un emendamento contro la maternità surrogata, il primo era un disegno di legge risalente al 2019 intitolato “Disposizioni contro il turismo riproduttivo”; quest’anno, invece, Simone Pillon e i colleghi della Lega hanno chiesto una stretta della legge 40 del 2004, che vieta a «chiunque, in qualsiasi forma» di “realizzare, organizzare o pubblicizzare” «la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro».

Ma quindi, considerando come la legge già preveda la multa e la reclusione, cosa vuole il partito di Matteo Salvini? Vuole un inasprimento e prevede che l’ufficiale di stato civile non possa iscrivere o trascrivere atti di nasciti «riportanti quali genitori del minore due persone dello stesso sesso ovvero più di due persone, anche se di sesso diverso», e per evitare ciò hanno proposto di stanziare 2 milioni di euro, che serviranno a impedire alle anagrafi comunali di riconoscere i figli di coppie omosessuali che hanno scelto la maternità surrogata all’estero.

Ma da dove verranno presi questi soldi? Dal Fondo Sociale per l’Occupazione e la Formazione, quindi per Simone Pillon è più importante evitare che dei bambini (ormai già nati!) non vengano riconosciuti, non vengano considerati come dei figli, ma non si cura assolutamente del tasso di disoccupazione. Ecco le famose priorità della Lega. Poi vengano anche a dire che non sono omofobi.

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