
Lecce: baby gang aggredisce un ragazzo disabile, interviene Corona
Il 16 aprile 2025, nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Galatina (Lecce), un 16enne disabile di origini tunisine è stato vittima di una brutale violenza da parte di un gruppo di coetanei. Il ragazzo, invalido al 100% e affetto da diabete, è stato colpito con calci, pugni e cinghiate. L’aggressione, come se non bastasse, è stata interamente ripresa in un video poi diffuso sui social dai suoi stessi aggressori, come se si trattasse di un trofeo da esibire. Ora il video è stato fortunatamente cancellato, ma intanto Fabrizio Corona ha deciso di intervenire e ha pubblicato i nomi di tutti gli aggressori.

Il video dell’aggressione ha fatto il giro del web, sollevando un’ondata di rabbia e sgomento. A diffonderlo è stata anche la madre del ragazzo, che ha scelto di rendere pubblica la registrazione nonostante il dolore personale, nella speranza di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’estrema violenza subita dal figlio e sull’urgenza di interventi educativi e sociali. Perché ai politici piace tanto parlare di baby gang di figli di seconda o terza generazione, o ancora piace parlare dei crimini quando sono subiti da un italiano. Ma quando l’aggressore è italiano, tutto tace.
«Mio figlio è tornato a casa in silenzio, senza dire nulla», ha raccontato la madre. Solo dopo aver notato le ferite sul corpo del giovane, ha deciso di portarlo al pronto soccorso, dove i medici hanno riscontrato diverse contusioni e una frattura, stabilendo una prognosi di 25 giorni. La donna ha poi sporto denuncia alla polizia, facendo partire le indagini che sono ancora in corso. Tuttavia, il web non è stato clemente nei confronti degli aggressori: i loro nomi e cognome, sia di chi colpisce che di chi filma, sono ormai di pubblico dominio, e sono arrivati persino a Fabrizio Corona che li ha resi ancora più noti.
Come Fabrizio Corona sta cercando di fare giustizia al ragazzo di Galatina
In questo ambiente di frasi e speranze (che leggeremo nei prossimi paragrafi) e che restano solo speranze considerando che il governo che abbiamo vuole solo reprimere e non curare dal principio con una sana educazione (immagina reintrodurre il latino alle scuole medie ma non voler neanche parlare di educazione affettiva, e lo dice una persona laureata in lettere classiche consapevole dell’importanza del latino e del greco antico nell’apertura mentale di un individuo), si inserisce Fabrizio Corona, che dal nulla ha deciso di pubblicare sul proprio profilo sociale nomi, cognomi e anche alcune foto delle persone responsabili dell’aggressione.
Ma non solo. Nelle sue storie Instagram condivide una foto in cui si vede lui di spalle e il cartello Noha. Didascalia: «Ops, siamo venuti a prenderli. Ci sono delle cose da chiarire perché, come al solito, la stampa racconta cazzate». In basso, poi, ci sono i profili Instagram dei ragazzi.

Nella storia seguente scrive: «Oggi siamo stati a Noha, frazione di Galatina (Lecce), per incontrare e parlare con tutti i componenti della Baby Gang responsabile della brutale aggressione avvenuta il 16 aprile 2025 nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Galatina, ai danni di un loro coetaneo. Una violenza inaudita, ripresa con un cellulare e diffusa sui social come fosse uno spettacolo. Vi abbiamo mostrato quelle immagini tremende, senza filtri, perché la varietà non va edulcorata, va guardata in faccia. Abbiamo raccolto testimonianze e ricostruito una realtà più complessa di quanto appaia. Dietro questi atti di violenza si celano dinamiche familiari e sociali intricate, con famiglie criminali che influenzano i giovani incolti».
Annuncia poi un’inchiesta dettagliata «che svelerà i retroscena di questo episodio e le responsabilità che vanno oltre i singoli aggressori». Corona, parrebbe, avrebbe parlato con le varie famiglie e ascoltato le storie di ognuno di loro. Nell’ultimo reel pubblicato, infine, si vedrebbe lui stesso sul luogo dell’aggressione, dando appuntamento ai suoi seguaci a venerdì 25, alle 21.00. «Noi racconteremo questa storia, perché abbiamo tutto».
La reazione delle istituzioni
Il sindaco di Galatina, Fabio Vergine, ha espresso profonda condanna per quanto accaduto, definendo l’aggressione “un atto criminale, vile e odioso”. Ha annunciato la convocazione di un tavolo istituzionale urgente con la Prefettura, i dirigenti scolastici, i servizi sociali, le associazioni del territorio e il Tribunale dei minori per affrontare con decisione il fenomeno delle baby gang e della violenza giovanile. «Siamo in tempo e abbiamo una comunità forte, solida, piena di persone capaci. Possiamo e dobbiamo farcela. […] Dovremo essere bravi a far comprendere ai nostri giovani ed a tutti i cittadini che, come diceva Jovanotti, tra il male e il bene, è più forte il bene».
Il presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Regione Puglia, Giuseppe Vinci, commenta l’episodio dicendo che «è un ulteriore segnale dello stato di salute sociale ed emotiva di una parte dei nostri ragazzi». «Si tratta di un’aggressione che coinvolge aspetti psicologici complessi: dinamiche perverse di gruppo, disprezzo per le fragilità, considerazione della violenza come strumento di affermazione di sé, e – se confermato – anche un movente discriminatorio», aggiunge. In questo caso, conclude, «occorre investire di più e meglio sull’educazione all’affettività all’ascolto, alla gestione delle emozioni, all’accoglienza della diversità che ciascun essere umano rappresenta».
Anche diverse associazioni per la tutela dei minori e dei disabili sono intervenute, chiedendo pene esemplari e misure preventive serie: «Non possiamo più ignorare il disagio giovanile che si manifesta in forme così brutali. Il silenzio degli spettatori, l’uso dei social per esibire la violenza, tutto questo ci impone una riflessione collettiva», ha dichiarato una rappresentante di “Telefono Azzurro”. Anffas (associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale), scrive online:
«Chiediamo con forza che venga fatta piena luce sull’accaduto e che le autorità competenti intervengano con la massima tempestività e severità. Chiediamo altresì un’assunzione di responsabilità collettiva: della comunità educante, delle istituzioni, della scuola e della cittadinanza tutta. È necessario un impegno concreto per la costruzione di una società realmente inclusiva e rispettosa, dove nessuna persona con disabilità debba più temere per la propria incolumità».

Anna Marsella, presidente di Anemos odv, afferma invece: «Esprimiamo con profonda indignazione e sdegno la nostra condanna per la vile e inaccettabile aggressione subita da un giovane disabile nel Comune di Galatina. Un gesto così codardo e disumano offende non solo la dignità della vittima, ma l’intera comunità civile. In un Paese che si definisce giusto e solidale, non c’è spazio per la violenza, l’emarginazione e l’intolleranza.
Chiediamo con forza che venga fatta piena luce sull’accaduto e che i responsabili siano individuati e perseguiti senza esitazione. Alla vittima e alla sua famiglia va il nostro sostegno incondizionato, insieme all’impegno a promuovere, con ogni mezzo, una cultura del rispetto, dell’inclusione e della legalità. L’Italia migliore è quella che protegge i più fragili, che non chiude gli occhi davanti all’ingiustizia e che reagisce con determinazione a ogni forma di barbarie».
Anche il deputato salentino del M5S Leonardo Donno lascia un commento online sull’episodio «che ha scosso la nostra comunità e mi lascia, da padre, senza parole. Immagini terribili, un episodio inaccettabile che, stando a quanto riportato da alcuni quotidiani locali e dal video diffuso in rete, sarebbe avvenuto all’interno dei locali della stazione ferroviaria. Mi auguro che i responsabili della brutale aggressione, che a quanto si apprende non sarebbero nuovi a compiere episodi simili, siano individuati al più presto e si prendano i dovuti provvedimenti affinché quanto accaduto non si ripeta più».
Aggiunge, infine: «Occorre tenere alta l’attenzione su episodi come questi che, purtroppo, succedono con troppa frequenza e coinvolgono anche giovanissimi. Il tema della sicurezza e del contrasto alla violenza dev’essere centrale nella politica locale, regionale e nazionale, mettendo in atto ogni provvedimento. Occorre la massima attenzione da parte delle istituzioni e degli organi preposti. La mia massima solidarietà al ragazzo aggredito e alla sua famiglia».
Come giovani siamo profondamente indignati dalla notizia del brutale episodio di violenza avvenuto a Galatina ai danni di un 17enne con disabilità da parte di una baby gang. Il ragazzo, diabetico e invalido al 100%, è stato colpito dai suoi coetanei con calci, pugni e cinghiate che gli costeranno 25 giorni di prognosi. Quello delle baby gang è un fenomeno purtroppo in crescita: i reati pepetrati da minori sono in costante aumento e questa violenza spesso si trasforma in una tendenza alla moda, da imitare. Quando parliamo di baby gang parliamo di risse, percosse, lesioni, spaccio di stupefacenti, atti vandalici e di bullismo come quelli visti a Galatina.
Parliamo di nostri coetanei che si ispirano o hanno legami con organizzazioni criminali. Ragazzi emarginati e che provengono da contesti sociali difficili, spesso in rotta con la propria famiglia e con la scuola, arresi a questo stile di vita. I social network anziché servire per denunciare, diventano il principale teatro in cui si svolge e si alimenta la loro violenza: spesso le aggressioni diventano contenuti da pubblicare per ottenere like. Infatti, anche in questo caso, il pestaggio è stato ripreso in un filmato poi pubblicato sui social, in cui si sente una ragazza incitare il branco. Veri e propri gesti di autoaffermazione e sfida.
Noi di Gioventù Nazionale abbiamo lanciato una campagna contro la cultura delle baby gang promuovendo una petizione che nei prossimi giorni porteremo anche nella provincia di Lecce. Alla logica del branco che isola preferiamo la comunità che aggrega, a chi si dà l’aria da boss preferiamo chi i boss li ha combattuti, a chi scende in strada per compiere atti vandalici preferiamo chi scende in strada con un volantino per manifestare le proprie idee. Continueremo a rappresentare l’alternativa a questo stile di vita – conclude Gaetani – portando avanti, con determinazione, la nostra battaglia per un’Italia formata da ragazzi con valori come il rispetto, la libertà, l’amore per la giustizia e per la nostra nazione.
Andrea Gaetani, dirigente provinciale di Gioventù Nazionale
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Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty