Giornata contro la violenza sulle donne: ci dicono di denunciare ma non ci proteggono

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Per questa giornata contro la violenza sulle donne, in cui le persone di sesso maschile si divideranno in chi fino a ieri mandava la dickpic in privato a qualunque persona di sesso femminile ma oggi “le donne non si toccano neanche con un petalo di rosa“, e chi invece piagnucolerà perché “non esiste una giornata contro la violenza sugli uomini” e dirà che questa è inutile, vogliamo proporvi una riflessione. Molto spesso, su internet, ci capita di leggere “donna uccisa“, “donna picchiata“, “donna assalita“, da un proprio ex compagno. “Lo aveva denunciato“. Poi le forze dell’ordine, facendo le condoglianze, aggiungono “l’importanza di denunciare“. Ma la gran parte delle donne denuncia, e non viene protetta.

Risale alla scorsa settimana l’ultimo femminicidio. A cinque giorni prima della giornata contro la violenza sulle donne. Juana Cecilia Hazana Loayza aveva 34 anni ed è stata trovata morta in un parco pubblico, vicino alla sua abitazione. Il suo assassino è Mirko Genco, 24enne con cui lei aveva avuto una storia a cui aveva messo fine per i molteplici episodi di maltrattamenti. Juana Cecilia lo aveva denunciato non una, non due, bensì tre volte. Il 5 settembre lui è stato arrestato per atti persecutori, il giorno dopo scarcerato con misura cautelare del divieto di avvicinamento a lei.

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Giornata contro la violenza sulle donne
Fonte: Reggionline

Quattro giorni dopo viene di nuovo arrestato per violazione di domicilio e atti vessatori verso di lei. Due settimane dopo viene sottoposto agli arresti domiciliari. Il 3 novembre, terminato il processo per stalking, ha patteggiato una condanna a solo due anni con sospensione condizionale della pena concordando di intraprendere un percorso riabilitativo presso l’azienda sanitaria locale di Parma. Conclusione? Il giorno dopo era il libertà e il 20 novembre ha ucciso la sua ex compagna. Ex compagna che aveva denunciato, ma che non è stata protetta.

Volete sapere un’altra cosa? Lui nel 2020 era stato denunciato anche da un’altra ex compagna con cui viveva a Parma, ma per quella denuncia non risultano misure cautelari nei sui confronti. Semplicemente lei fu allontanata e collocata in una struttura protetta. Mirko Genco sarebbe dovuto essere arrestato nel 2020, e sarebbe dovuto rimanere in carcere. Se la legge avesse funzionato, oggi un bambino non si troverebbe senza una madre.

In questa giornata contro la violenza sulle donne, come fate ogni giorno, ci dite di denunciare, ci dite di chiedere aiuto, ma poi non fate niente per aiutarci. Le violenze contro le donne (dai femminicidi, ai maltrattamenti al revenge porn) in Italia sono aumentate in ogni campo, quest’anno, e c’è anche chi su internet, di fronte ai dati, di fronte alle morti, ha il coraggio di rispondere con un “eh ma anche gli uomini sono vittime di violenza“, o addirittura c’è chi giustifica gli assassini.

Sì, anche gli uomini sono vittime di violenza, ma non è una gara per chi soffre di più. Davanti ai dati dei femminicidi, delle violenze, del revenge porn, voi dovete solo stare in silenzio e capire che quelle donne sono morte per davvero. E se siete fra quelli, o quelle, che pensano che c’è sempre un motivo per uccidere, che può essere “passionale” (ma cosa c’è di passionale in un omicidio?), che può essere “voleva più attenzioni da lei“, che può essere “vorrei un uomo che mi desideri così tanto“, dico solo di farvi curare. Al più presto.

Giornata contro la violenza sulle donne: i dati sono allarmanti

I dati condivisi dalla Polizia Criminale e pubblicati sul sito del Viminale, parlano fin troppo chiaro. Su un totale di 263 omicidi volontari compiuti in Italia dal 1° gennaio 2021 al 21 novembre 2021, il 35% (quindi 93) sono femminicidi. “Ma è sempre un omicidio, non è un femminicidio“. Apriamo quest’altra parentesi per chi ancora non ne conosce la differenza. Se un giorno decidi di uccidere una persona a caso che incontri per strada, e per casualità è una donna, quello è un omicidio. Se invece decidi di uccidere la tua fidanzata perché vuole lasciarti, quello è un femminicidio.

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Giornata contro la violenza sulle donne
Fonte: Pexels

Tutti i dati condivisi sono allarmanti, e in questa giornata contro la violenza sulle donne ci fanno pensare molto. Le denunce per revenge porn sono aumentate di quasi il 50%, e la maggior parte delle denunce (il 73%) è da parte di donne. Le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare salgono del 10%. Le violenze di deformazione dell’aspetto fisico, in particolare del viso, aumentano del 35%. I femminicidi, invece, sono registrati con un +8%. Di questi 93, 63 sono per mano di un partner o ex partner.

Il governo (dopo che in la Camera dei deputati, per il discorso della ministra delle Pari Opportunità ha fatto un discorso per 8 deputati su 630 per la giornata contro la violenza sulle donne), in particolare cinque ministre, stanno lavorando a nuove misure. La ministra della Giustizia ha sottolineato che «la gravità dei fatti chiamano le istituzioni a ripensare norme e procedure più adeguate». Le leggi dovrebbero arrivare sul tavolo del governo la prossima settimana. La ministra Cartabia, leggiamo sull’ANSA, spiega che bisogna rendere più efficace l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla vittima, «perché troppe volte la violazione di queste prescrizioni si rivela fatale».

La Commissione ha preso in esame 211 procedimenti penali su omicidi compiuti da uomini tra il 2017-2018, che hanno fatto 216 vittime donne. Le conclusioni sono l’anatomia di un sistema con diversi punti deboli. Solo il 15% delle donne poi uccise aveva in precedenza denunciato, nel 63% dei casi non avevano parlato con nessuno delle violenze subite (fonte: ANSA). La direttrice centrale dell’Istat, Linda Laura Sabbadini, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne di quest’anno, ha sottolineato che le donne «non vengono intercettate, ma non possono essere colpevolizzate. Non basta una misura, serve un intervento globale».

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Giornata contro la violenza sulle donne
Fonte: Pexels

«Le poche che denunciano lo fanno più volte e nell’80% dei casi nelle denunce affermavano che temevamo per la loro vita e per quella dei loro figli: avevano ragione», tuttavia i segnali vengono sottovalutati. «C’è una non infrequente sottovalutazione della violenza riferita o denunciata dalla donna», poiché le forze dell’ordine «evidentemente non distinguendo» la violenza domestica da una lite familiare, «si sono limitate a “calmare gli animi”». Ma non solo femminicidi. La giornata contro la violenza sulle donne è per chiunque viene maltrattata, psicologicamente e fisicamente.

I dati condivisi con la presentazione a Catania di “Questo non è amore”, campagna di prevenzione della Polizia per la giornata contro la violenza sulle donne e che è arrivata al suo quinto anno, è stato diffuso che sono 89 le donne che ogni giorno sono vittime di reati di genere in Italia, e nel 62% dei casi si tratta di maltrattamenti nella propria stessa famiglia. Un altro dato allarmante presentato in questa giornata contro la violenza sulle donne, è che secondo AstraRicerche, un italiano su quattro ritiene che la violenza sulle donne non sia davvero una forma di violenza.

«Commentare un abuso fisico subito da una donna affermando che è meno grave perché gli atteggiamenti di lei, il suo abbigliamento o aspetto comunicavano che era ‘disponibile’», pensa il 30% degli uomini, e il 20% delle donne. Questa ricerca è stata presentata in Senato ed è stata realizzata su mille italiani. Leggiamo anche che 3 persone su 10 non considerano violenza dare «uno schiaffo alla partner se lei ha flirtato con un altro». Per un italiano su tre, non è violenza forzare la partner a un rapporto sessuale.

Questi dati ci fanno pensare che in questa giornata contro la violenza sulle donne, dobbiamo scrivere meno frasi poetiche sui social network, ma dobbiamo educare di più i nostri figli e le nostre figlie. Perché se un uomo (e soprattutto una donna) sono convinti che sia normale dare uno schiaffo al partner o forzarlo a un rapporto sessuale, dimostrano che in Italia c’è ancora tanta strada da fare. Questi dati, questa mentalità, sono la testimonianza di come in Italia ci sia ancora bisogno della giornata contro la violenza sulle donne.

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