
Adolescence: la serie rivelazione di Netflix è la terza più vista di sempre
Nella primavera del 2025, tra le uscite più attese su Netflix, c’erano nomi altisonanti come Black Mirror con la sua settima stagione e il ritorno di classici cult. Eppure, a sorpresa, è stata una nuova serie chiamata Adolescence a rubare i riflettori. In poche settimane, la serie si è affermata come la terza più popolare sulla piattaforma a livello globale, dietro Stranger Things 4 (che quasi sicuramente supererà nei prossimi 58 giorni), superando ogni aspettativa e conquistando spettatori di ogni età.

Adolescence è una serie originale Netflix che affronta il periodo più tumultuoso della vita: l’adolescenza. Ma lo fa in modo profondo, viscerale e senza filtri. Non si limita a raccontare i cliché scolastici o le classiche storie d’amore giovanili. Invece, si addentra nel cuore oscuro, fragile e autentico dell’esperienza adolescenziale, trattando temi come identità, sessualità, isolamento sociale, salute mentale, pressioni familiari e digitalizzazione dei sentimenti, soprattutto in un’epoca in cui tramite internet è fin troppo semplice essere influenzati da cattive strade (vedasi: redpill).
Ambientata in un liceo americano contemporaneo ma con atmosfere quasi distopiche, la serie racconta le vite di una famiglia il cui figlio minore è accusato del femminicidio di una compagna di scuola, attraverso episodi corali, con uno stile narrativo che ricorda Euphoria, ma con una delicatezza psicologica più marcata. I personaggi non sono semplici archetipi: sono adolescenti veri, con conflitti veri.
Il segreto del successo di Adolescence
Il successo di Adolescence non è frutto del caso. La serie colpisce per una scrittura intensa, realistica e moderna, che non infantilizza i giovani ma li mette al centro come individui complessi. Ogni episodio esplora il punto di vista di un personaggio diverso, offrendo uno sguardo intimo e spesso struggente sulla propria crescita interiore e sugli ostacoli del mondo esterno.

Ma ciò che rende davvero Adolescence una gemma rara è il tono. La serie riesce a bilanciare momenti estremamente emotivi con passaggi di leggerezza, humour sottile e immagini visive potenti. La regia è cinematografica, ricca di simbolismi, con una fotografia desaturata che riflette l’instabilità emotiva dei protagonisti. La colonna sonora — un mix di indie pop, elettronica e hip-hop lo-fi — accompagna ogni scena in modo magistrale.
Anche il casting ha ricevuto numerosi elogi. Il cast è composto in gran parte da attori emergenti, molti dei quali giovani esordienti con background diversi. La loro autenticità sullo schermo è palpabile, e la chimica tra i personaggi è uno degli elementi più amati dal pubblico.
Anche se il titolo potrebbe far pensare a un prodotto pensato esclusivamente per ragazzi, Adolescence parla a tutti. Gli adulti che guardano la serie possono immedesimarsi nei genitori che, ahimè, non comprendono i figli, mentre i giovani vedono la società in cui stanno crescendo rappresentata, purtroppo, alla perfezione, con tutte le pressioni e il quasi obbligo di dover crescere troppo in fretta che tutti percepiscono.
Adolescence supera persino Black Mirror

Nel contesto di un aprile ricchissimo di uscite su Netflix, vedere Adolescence posizionarsi tra le tre serie più viste, subito dopo colossi come Black Mirror, è un risultato sorprendente. La settima stagione della serie distopica di Charlie Brooker ha ricevuto grande attenzione mediatica, ma Adolescence è riuscita a ritagliarsi il proprio spazio con il passaparola e una community molto attiva sui social. In questa settimana, la serie è seconda solo a Bad Influence: The Dark Side of Kidfluencing, che parla della storia vera di un gruppo di bambini influencer.
Anche la critica ha premiato la serie, definendola “una delle migliori rappresentazioni della Gen Z mai viste in TV” e lodando il suo coraggio nel trattare argomenti tabù in modo diretto ma rispettoso. Adolescence è la prova che, in un mondo saturo di contenuti, c’è ancora spazio per storie autentiche, che non hanno paura di mostrare la vulnerabilità. Una serie che parla ai giovani senza filtri, ma con empatia. E che ricorda agli adulti quanto sia stato difficile – e necessario – diventare grandi.
A masterclass in cinematography, filmmaking & acting. #Adolescence on Netflix is incredibly devastating. The gripping single-take episodes makes you feel entangled in a spiral along with the characters, are not an easy watch, but leaves a solid gut punch. Highly recommended. pic.twitter.com/ufQ0wO5RCc
— Nick Sharma (@nick_sharma21) April 13, 2025
"Disrespectful teens aren’t born- they’re shaped. With a failing school system and distracted parents, and no real guidance. This series tells that story loud and clear and doesn't sugarcoat it but shows the truth. #Adolescence #Netflix pic.twitter.com/aIqJ6AUJz2
— Syed Iram (@SyedIram8) April 14, 2025
As a parent #Adolescence on @netflix scared the shit out of me and made me reevaluate everything in how I raise my kids. An incredible prism on parenting, social media, and influences on the youth of today. Absolutely beautifully told and acted perfectly. Stunned. pic.twitter.com/bo9iUcmmkT
— Justin Ryan (@JustinTommyRyan) April 17, 2025
#Adolescence
— elfi (@apollonperest) April 10, 2025
One moment that made my blood run cold was when Jamie said he thought he was "one of the good ones" because he stabbed Katie to death instead of raping her like most men would. pic.twitter.com/TWUDvzt4tm
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Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty