Germania condanna prete polacco omofobo, Nuova Zelanda vieta le terapie riparative

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Due buone notizie per la comunità LGBT internazionale. Da una parte la comunità tedesca che condanna un sacerdote polacco, Dariusz Oko, che aveva definito di preti omosessuale una «ulcera cancerosa», dall’altra invece abbiamo la Nuova Zelanda che ha ufficialmente vietato le terapie di conversione e chi continuerà a praticarla rischierà fino a cinque anni di carcere. Vediamo nello specifico quel che è successo, ma prima un retroscena.

Che la Polonia sia composta da fin troppi omofobi, soprattutto nella chiesa, non è una novità. Qualcuno di voi potrebbe ricordare i vescovi polacchi che con il  “Stanowisko Konferencji Episkopatu Polski w kwestii Lgbt+“, che tradotto in italiano significa “Posizione della Conferenza episcopale polacca sui temi LGBT+” ha affermato senza se e senza ma di “voler guarire” le persone omosessuali tramite delle cliniche. D’altronde l’Unione Europea è anche intervenuta per cercare di aiutare la comunità LGBT polacca.

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Fonte: Pinterest

Perché in Polonia il problema omofobico è davvero grave. Duda la scorsa estate ha firmato una Carta della Famiglia, che però include solo la famiglia eterosessuale. La comunità LGBT è vista come una mera ideologia, non come delle persone vere e proprie. Non è possibile fare propaganda, spiegare agli adolescenti o a nessun altro che l’amore omosessuale è reale e giusto tanto quanto quello eterosessuale; non è possibile esporre le bandiere della comunità LGBT; non è possibile adottare per le coppie LGBT; hanno poi creato letteralmente delle zone LGBT Free, ovvero delle zone libere da LGBT.

Riguardo le terapie di conversione, invece, ne abbiamo parlato anche in altri casi. Per il ragazzo pazzo per Gesù, per la Spagna che decide di abolirle, per la Regina Elisabetta che è contro queste terapie e anche per il documentario Pray Away in arrivo su Netflix, ma faremo comunque un breve riassunto per chi ancora non sa cosa sono questi abomini, queste cose contro natura. Perché essere omosessuale è normale, ma forzare qualcuno a essere qualcosa che non è, non lo è.

Le terapie di conversione sono un serio problema in Italia come anche all’estero. Si pensa che l’omosessualità, che non è in alcun modo una malattia, possa essere guarita come un’influenza qualsiasi. Una persona nasce omosessuale, nasce bisessuale, nasce lesbica, nasce transgender. Non si viene influenzati. Certo, per alcune persone potrebbe essere davvero una fase, come è normale anche interrogarsi sul proprio orientamento per poi arrivare a una conclusione, che potrebbe portare all’omosessualità come all’eterosessualità. Tuttavia, se una persona dice di essere omosessuale, non deve essere guarita.

Prete polacco condannato in Germania

Inizia tutto nei primi mesi del 2021, con un articolo della rivista tedesca Theologisches, con cui Dariusz Oko collabora. In quest’articolo intitolato “Sulla necessità di limitare le cricche omosessuali nella Chiesa” aveva espresso delle opinioni molto omofobe, chiamando i preti omosessuali “ulcera cancerosa“, etichettandoli come una “colonia di parassiti” all’interno della Chiesa. E, come se non bastasse, ha definito i diritti LGBT (quindi dei diritti umani) “eresia homo“.

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Queste stesse opinioni erano tra l’altro già state espresse nel suo libro “La mafia della lavanda“, in cui parlava proprio delle persone LGBT all’interno del Vaticano e le paragonava a una setta da estirpare. Noi però sappiamo che Papa Francesco non la pensa così. «La Chiesa non li esclude perché li ama profondamente» aveva detto il nostro Papa a delle famiglie cattoliche con figli LGBT, per questo ci chiediamo con che autorità Dariusz Oko affermi queste cattiverie.

A denunciare il prete polacco omofobo è stato un suo collega di Monaco, Wolfgang F Rothe, accusandolo di incitamento all’odio contro una minoranza e anche di attentato alla dignità umana. Il tribunale in pochi mesi si è occupato del caso e ha ritenuto colpevole di incitamento all’odio contro la comunità LGBT il prete polacco, condannandolo a 120 giorni di carcere e a una multa di 4.800 euro. Tuttavia, è stato fatto ricorso.

A intervenire è stata ovviamente la politica polacca che, come abbiamo scritto più volte, è la nazione più omofoba di tutta l’Unione Europea. Marcin Romanowski, ministro della Giustizia polacca, ha accusato i tedeschi di avere delle «tendenze anti-libertà». Disse il ministro di un Paese in cui le persone LGBT non hanno alcun diritto e che ha privato le donne di poter accedere all’aborto sicuro.

«L’imposizione di sanzioni per le attività scientifiche rappresenta una minaccia alle libertà fondamentali e agli standard europei», ha detto. Insieme al Ministro, anche Ordo Iuris, estremista cattolico e omofobo, grande sostenitore delle LGBT-Free Zone, secondo cui la condanna di Dariusz Oko è ingiusta poiché lui dovrebbe avere il diritto alla «protezione della libertà accademica, di parola e di coscienza». Insomma, sembra che in Polonia ancora si confonda la libertà di opinione con l’omofobia.

Nuova Zelanda abolisce le terapie di conversione

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Passiamo ora a una notizia un po’ più lieta. Con Alessandro, il ragazzo pazzo per Gesù, abbiamo visto che si è dedicato a questa terapia, dopo aver frequentato pride ed essere stato felice con i suoi amici, dopo essersi accettato e amato per quel che era, quando la madre ha cominciato a pregare per lui ogni sera, a piangere, a dimostrare di essere delusa. Quando fece coming out, lei gli chiese: «ma c’è qualcuno che ti obbliga a essere così?». E quindi lui, per la madre, si è sottoposto a una terapia di conversione.

Kris Faafoi, il ministro della Giustizia, tramite Reuters ha detto che è molto importante introdurre una legge che vieti la terapia di conversione. «Le pratiche di conversione non hanno posto nella moderna Nuova Zelanda. Si basano sulla falsa convinzione che l’orientamento sessuale, l’identità di genere o l’espressione di genere di qualsiasi persona siano aggiustabili», ha detto.

Conclude poi: «Medici, leader religiosi e difensori dei diritti umani qui e all’estero si sono espressi contro queste pratiche, definendole dannose e potenzialmente in grado di perpetuare pregiudizi, discriminazioni e abusi nei confronti dei membri delle comunità arcobaleno». Insomma, in Nuova Zelanda adesso sarà ufficialmente vietato sottoporre alle terapie di conversione le persone omosessuali, e chi andrà contro questa legge rischiera fino a cinque anni di carcere.

In Italia è ancora legale, mentre in Gran Bretagna sta per divenire illegale, in Spagna ci sono delle proposte di legge per il divieto, mentre in Messico, Israele, Malta, Ecuador, Brasile, Taiwan e Germania sono già vietate. E adesso anche la Nuova Zelanda si aggiunge a questa splendida lista. Intanto in Italia ancora si discute se sia giusto approvare un disegno di legge che educa i cittadini più giovani al rispetto, per proteggere le persone LGBT.

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