La chiamano “stagione delle piogge” questa Formula 1, ma è solo il cambiamento climatico

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Quando la Formula 1 annullò il Gran Premio che si sarebbe dovuto correre ad Imola, Giorgia Meloni disse che si trattava soltanto di un poco di maltempo. Oggi, a conti fatti e su un calendario globale, la categoria regina può dire che questa “rainy season” forse non è dovuta soltanto al maltempo, ma ad un problema molto più grave.

La chiamano “stagione delle piogge” questa Formula 1, ma è solo il cambiamento climatico

Pare che metà della stagione abbia visto disputarsi almeno una porzione di week-end di gara sotto la pioggia. Che si sia trattata di una sessione di prove libere, o del Gran Premio medesimo (magari con una bella scrosciata furiosa a pochi giri dalla fine), la massima categoria di acqua ne ha vista sicuramente abbastanza.

Ed è giusto riportare alla memoria quelli che sono solo esempi delle conseguenze che il cambiamento climatico sta manifestando nel mondo, ma anche a pochi passi dalle nostre case. L’evento che quest’anno ha sconvolto la regione dell’Emilia-Romagna non si è trattato solo di maltempo: l’alluvione che ha colpito Ravenna e dintorni è stata una delle catastrofi naturali più costose che il Bel Paese ha dovuto affrontare, non solo i termini di morti e feriti, sempre numeri non indifferenti quando si parla di vite umane.

In quel periodo l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari avrebbe dovuto ospitare la F1, ma l’intera competizione è stata annullata e mai sostituita per ovvi motivi. Un segnale chiaro per il nostro Paese che forse ancora non è stato recepito lucidamente, come si dovrebbe in una situazione di pericolo, come quella in cui noi stessi abbiamo condotto il Pianeta Terra.

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Fonte: F1

L’ho ripetuto non so quante volte ormai, quel “te l’avevo detto” del quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, talmente tante da non pensare che sarei dovuta ritornare sull’argomento. Ma quale “rainy season“, qui stiamo parlando di un mondo che sta cadendo a pezzi.

Il Gran Premio di Miami 2023 ha rischiato di essere cancellato a causa di un nubifragio improvviso che ha colpito lo Stato della Florida. Lo stato di massima allerta si è spostato poi in Canada, prima che la F1 arrivasse a Montréal, con la più grave ondata di incendi mai registrata nella storia. Qui, le emissioni di CO2 hanno raggiunto quasi le 410 megatonnellate, le più alte mai registrate nel Paese.

Sembrava a rischio anche il Gran Premio del Messico 2023, a causa dell’Uragano OTIS che ha terrorizzato la città di Acapulco in questi ultimi giorni. Un esempio lampante di come le catastrofi climatiche diventeranno sempre più all’ordine del giorno, sostengono gli esperti.

Poi, l’assurdità di quello che è stato il Gran Premio del Qatar 2023. La cabina di commento di Sky Sport Italia ha negato che i piloti si siano mai lamentati delle condizioni in cui la gara è stata disputata, ma non servivano neanche le parole (e ce ne sono state) per descrivere le scene di cui siamo stati resi testimoni. Il Qatar è da anni uno dei Paesi colpito maggiormente dal riscaldamento globale, con un aumento delle sue temperature a dir poco preoccupante. Immaginate solo la situazione sperimentata in pista, quindi.

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Fonte: Williams Racing

Le gare bagnate sono emozionanti, con risultati mai realmente prevedibili. Ci sono piloti che sotto la pioggia torrenziale diventano vere e proprie leggende, e ci sono scuderie che all’acqua imperterrita devono persino alcune delle loro migliori vittorie. Però il cambiamento climatico è un problema serio, e ormai il tempo a nostra disposizione sta per scadere.

Secondo uno studio condotto dal Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) delle Nazioni Unite, il 2030 segnerà il “punto di non ritorno”, dopo il quale non potremo più mitigare gli effetti di questi disastri naturali, lasciando alle generazioni future un mondo allo sbando.

Lo scioglimento dei ghiacciai, la distruzione della Foresta Amazzonica, il rallentamento delle correnti degli oceani. Questi citati sono solo alcuni degli eventi che la Terra sta affrontando, senza avere le possibilità per fronteggiarli.

Un “domani” non importerà più a nessuno della categoria regina, di Max Verstappen campione iridato per l’ennesima volta, di una Ferrari che è l’ombra del glorioso Cavallino rampante di un tempo. Quel “domani” non possiamo neanche dire con certezza che ci sarà, e soprattutto in quali condizioni verserà.

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Fonte: F1

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