Jake e Fabio di PitStop contro la F2: “A nessuno interessano le vostre gare”, ma a loro non interessa la F1

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Molti si staranno chiedendo chi sono codesti PitStop e perchè le loro parole siano degne di tutta questa attenzione. In realtà, me lo sto chiedendo pure io. I PitStop nascono dall’idea di Jake Boys e Fabio Bocca di portare sulle piattaforme social un podcast incentrato sulla Formula 1. Ma qualcosa non ha funzionato.

Il successo ottenuto ha permesso loro di ospitare e intervistare piloti dal calibro del campione del mondo Jenson Button, Charles Leclerc, Valtteri Bottas, Zhou Guanyu, Oscar Piastri e molti altri. Questi nomi appartengono ad ex o attuali piloti della categoria regina, ma troviamo nel loro podcast anche Ollie Bearman, Felipe Drugovich e Robert Shwartzman al microfono.

La polemica degli ultimi giorni ha avuto, però, diversi protagonisti. Procediamo per gradi.

Jake e Fabio di PitStop contro la F2

Ci troviamo in un episodio di Screaming Meals, podcast che vede Marcus Armstrong, pilota di Indycar, chiacchierare con alcuni tra i più disparati personaggi del motorsport, e questo sembra includere anche Jake e Fabio. Vi riporto qui il link per accedere all’episodio completo, ma vi guiderò nei suoi punti più saglienti.

Una delle prime uscite infelici vede proprio l’accusa ai piloti di F2, a cui viene riferito senza alcuna remora che “a nessuno frega qualcosa (un c***o) delle vostre gare, a nessuno importa in che posizione arrivate nel campionato” perchè, secondo il parere di Jake e Fabio, le categorie minori sono interessanti solo per il drama e ciò che ne deriva.

La scena peggiora con l’arrivo di Juan Manuel Correa, della cui esistenza nessuno dei due ragazzi era a conoscenza “fino a dieci minuti fa“. Infatti, una volta che Juan prende posto vicino a loro, gli viene detto: “Non sapevo chi tu fossi fino ad oggi“. La reazione di Correa è più che plausibile. Il pilota domanda come sia possibile, considerando che tengono un podcast relativo ad un mondo che lo dovrebbe riguardare.

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Fonte: Instagram @ marcusarmstrong

La figura di Juan Manuel Correa è difficile da dimenticare. Ne avevamo già discusso in onore del ricordo di Anthoine Hubert, il giovane pilota di F2 caduto vittima di un incidente, che nel 31 agosto 2019 gli costò la vita a soli ventidue anni, teatro dell’orribile vicenda il circuito belga di Spa-Francorchamps.

L’incidente che ha portato alla morte Anthoine è stato anche la causa del coma di Juan Manuel Correa, il quale al suo risveglio ha dovuto lottare contro il parere dei medici per impedire che gli venisse amputato il piede. Dopo due anni e 25 interventi chirurgici, gli è stato permesso di tornare a correre, in Formula 3. Il ritorno in F2 risale all’anno scorso.

Juan, una volta uscito dal coma, non conosceva ancora quale tragico incidente avesse colpito Anthoine, e la realtà gli fece ancora più male dei danni provocati dall’incidente: secondo la legge belga, Juan avrebbe dovuto addirittura firmare una testimonianza che lo rendeva responsabile involontario della morte di Anthoine, nonostante non vi sarebbero state ulteriori conseguenze legali.

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Fonte: F1 Insider

Non siamo grandissimi fan della F1. Volevamo principalmente entrare nel mondo di YouTube. Potremmo anche non parlare necessariamente delle corse“, sono le parole che non dovrebbero renderci sorpresi di fronte a questa mancanza di rispetto.

Tutte le loro affermazioni si riferiscono ad un contesto ben preciso: Jack e Fabio non hanno mai nascosto il fatto che la Formula 1 non fosse tra i loro maggiori interessi, e hanno ritorto la stessa accusa agli appassionati di Drive to Survive, il documentario sulla massima categoria prodotto da Netflix, i quali preferisco quello stesso drama a ciò che accade in pista.

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Fonte: Instagram @ jakeboys

Quello che sconcerta non è il fatto che non sapessero che Sebastian Vettel fosse un quattro volte campione del mondo, o che Nico Rosberg non avesse vinto il titolo nel 2013, oppure chi fosse Juan Manuel Correa. Ciò che diventa difficile accettare è lo spazio che la stessa F1 gli ha permesso di conquistare, tra biglietti gratuiti per accedere al paddock, interviste con alcuni dei beniamini di questo sport, e la possibilità di ricavare un profitto non indifferente da tutto questo.

I due ragazzi di PitStop si sono anche scusati per la loro mancanza di rispetto, resa pubblica da Screaming Meal. , si sono scusati, utilizzando l’AI per scrivere quelle povere parole di scuse.

Il lato più esilarante? Se fosse stata una donna ad aver commesso il loro stesso “errore”, vogliamo immaginare la reazione del pubblico? Ho ragione di dubitare che qualcuno l’avrebbe difesa, come è invece accaduto in questo caso specifico. Seguire il motorsport esclusivamente per il drama? Riprovevole, no?

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