Non si parla più così tanto del DDL Zan dopo che è stato affossato in Senato, se non da parte di chi l’ha affossato spargendo tantissime fake news a riguardo. Uno di questi è Matteo Salvini, che proprio qualche giorno fa ha paragonato la GPA (che con il DDL Zan non c’entra nulla) al nazismo, dicendo anche che si sarebbe sempre opposto a questa pratica. Ma a parlarne è anche Enrico Letta, segretario del PD e uno dei firmatari del DDL Zan che ha provato a lottare per la sua approvazione, che ha affermato di non arrendersi e di continuare a lottare per farlo approvare definitivamente. Ma sarà davvero così?
Facciamo un breve recap: 154 voti favorevoli alla tagliola sul DDL Zan. 131 i contrari. 2 gli astenuti. Il voto è ovviamente stato segreto ma sappiamo chi è che lo ha affossato, perché sono coloro che hanno festeggiato e urlato come se fossero a uno stadio, perché sono le stesse persone che scrivono i post omofobici, che se avessero un figlio gay lo metterebbero in un forno (non sono parole mie, ma di Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria), che considerano i gay «vittime di aberrazioni della natura» (Luca Lepore e Massimiliano Bastioni, consiglieri regionali leghisti), e potrei continuare ancora.
L’iter del DDL Zan è adesso bloccato per sei mesi, quindi i senatori potranno tornare a parlare di coseimportanti, come se la vita e la serenità dei cittadini italiani LGBT non fosse importante, per almeno sei mesi, e poi dovrà essere nuovamente discusso. Poi ovviamente ci vorranno altri mesi per farlo tornare nuovamente in Aula (e sappiamo quanto tempo ci abbia messo quest’anno il DDL Zan,ostaggio del leghista Ostellari). Insomma, in questi mesi continueremo a fare la conta delle vittime, ma questa volta daremo un volto ai colpevoli che non sono solo gli omofobi, ma anche quei partiti che preferiscono proteggere i voti che le persone.
Intanto, però, l’Italia ha deciso di muoversi e di non stare in silenzio, infatti già a partire da questo pomeriggio ci saranno delle manifestazioni per andare contro la tagliola sul DDL Zan, in diverse città della penisola ma anche fuori dall’Italia, siamo infatti arrivati a manifestazioni fino a Londra. E adesso? Adesso che le manifestazioni sono finite e siamo tutti tornati alla nostra vita, fatta eccezione per qualche post su Instagram in cui nominiamo il DDL, che succede?
DDL Zan, Letta e la “missione” per l’approvazione
Durante lo scorso weekend Sergio Lo Giudice e Angelo Schillaci con il Dipartimento Diritti del PD ha mandato in scena l’Agorà I diritti delle persone Lgbtqi+ nell’Italia che vogliamo, dove molti personaggi hanno parlato dell’affossamento, o sarebbe meglio dire della pausa, del DDL Zan, che potrà tornare in Senato solo fra sei mesi. Enrico Letta, ad esempio, ha deciso di prendersi l’impegno di far approvare la legge contro l’omotransfobia, al più presto. E su questo dovremmo essere tutti d’accordo.
«La nostra battaglia continua: voglio assicurare tutti. Oggi il tema di confronto è anche di livello europeo. E allora il nostro impegno deve salire di tono ancora di più, ad ogni livello. Questa battaglia è una missione che sentiamo importante per tutti noi, che travalica i confini del nostro ambito politico perchè è anche un tema di modernizzazione della società», ha detto il segretario del PD, per poi raccontare quello che è accaduto in Senato:
«Quanto accaduto in Senato è solo la tappa di una battaglia che arriverà al risultato positivo. La società è lì, più avanti. Noi saremo con questo grande avanzamento in una logica nazionale e europea. La battaglia è diventata una grande battaglia europea. L’Europa ci indica la strada su tanti temi ma su questo vive una battaglia durissima, con la sfida lanciata dalla Corte costituzionale e dal governo polacco e ungherese sul diverso concetto dei diritti, sull’uguaglianza e sulla famiglia. Se oggi il tema del confronto è di livello europeo, il nostro impegno deve salire ancora di più di tono».
A rispondere c’è subito Andrea Ostellari, presidente leghista della commissione Giustizia del Senato: «Letta non ha ancora capito che se la maggioranza del Senato ha bocciato il ddl Zan la colpa è principalmente sua. Dopo aver rifiutato per mesi il confronto proposto da Salvini e dal centrodestra e soprattutto ignorando le richieste della Santa Sede e di quanti chiedevano di modificare quel testo, ora vuole alzare nuovamente i toni. Il centrodestra in commissione Giustizia ha un testo pronto per la discussione. Noi ci siamo, senza imposizioni e bandiere ideologiche».
Il problema che Andrea Ostellari non ha compreso è che la Santa Sede non ha alcun minimo diritto sullo Stato laico che l’Italia è. Se ha voglia di andare a vivere in un regime conservatorio in cui in nome di Dio facciamo morire le donne che vogliono abortire, si trasferisca in Polonia. Perché il Vaticano può anche dire quel che pensa, come chiunque, ma nessuna decisione deve essere presa in merito a quello che pensa uno Stato esterno all’Italia.
Parla poi anche Alessandro Zan: «Dovremmo arrivare a un tentativo fino all’ultimo minuto della legislatura. Dobbiamo cercare di capire come affrontare questo percorso. La via è stretta, una missione impossibile, ma dobbiamo fare tutti i tentativi possibili», e risponde al segretario del PD: «Letta ha proposto di organizzare nel territorio nazionale 5 Agorà nelle maggiori città italiane dopo l’elezione del presidente della Repubblica per coinvolgere le persone, soprattutto i non iscritti e le nuove generazioni, e utilizzare la partecipazione alle Agorà per costruire un percorso che stimoli la politica e il Parlamento a riprendere in mano questa battaglia che non è solo nostra ma di tutto il Paese».
Insomma, si parla e si parla, ma dobbiamo sperare che dietro queste parole non ci sia solo il bisogno di raccattare dei voti. Perché sulle vite umane, non si scherza. Questo dovrebbero capirlo da destra a sinistra.
"L'omofobia non esiste". "Non si può più dire nulla". "Ormai gli etero sono i veri discriminati" "Il #DDLZan è inutile ed è un bavaglio". pic.twitter.com/OjbP48rDTK
— The Same Samu 🏳️🌈🎃👻 (@samulele133) December 3, 2021
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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