Un po’ tutti conosciamo la pagina Instagram “apriteilcervello”, che si descrive come «orgogliosamente antifascista, antirazzista, LGBT+ supporter e femminista», e chi la segue sa anche come la persona dietro la pagina si impegni ogni giorno a lottare contro qualsiasi tipo di discriminazione, quindi quando abbiamo visto il post di Giorgia Meloni che addirittura l’accusa di essere un cyberbullo ci siamo chiesti: «ma parliamo della stessa pagina? O si sta confondendo con la sua sezione commenti?».
Sin da quando esiste internet esiste il cyberbullismo, persone che scrivono commenti o messaggi cattivi nei confronti di una persona, in genere più debole o che non può difendersi. Giorgia Meloni si è attaccata proprio a quei pochi commenti negativi presenti sul post di “apriteilcervello”, un post in cui lei veniva civilmente giudicata dalla pagina poiché si era schierata dalla parte di Orbán. Sì, proprio quell’Orbán omofobo che tutta l’Europa sta condannando, tutta l’Europa tranne il primo partito italiano.
Vedendo quel post, che noi vi linkeremo a breve, Giorgia Meloni avrebbe potuto rispondere in tutti i modi ad “apritequelcervello”. Avrebbe potuto rispondere che non è d’accordo con le leggi omofobe di Orbán, leggi che, ricordiamolo, non solo discriminano dei cittadini per l’orientamento sessuale, ma che arrivano persino a vietare ai minori libri o film come Harry Potter o qualasisi contenuto con personaggi o simboli LGBT. Il fatto che Giorgia Meloni, che critica la “censura” del DDL Zan, sia favorevole invece a quella di Orbán, fa un po’ pensare.
Presupponendo che nel DDL Zan non c’è alcuna censura poiché, come abbiamo scritto più e più volte, ognuno potrà dire la sua opinione senza mancare di rispetto a nessuno (questo significa che potrai continuare a dire “non penso che gli omosessuali debbano adottare un figlio”, tuttavia non potrai farlo picchiando una coppia che si tiene per mano), perché a Giorgia Meloni non va bene che in Italia un disegno di legge venga approvato poiché censurerebbe una parte dei cittadini, tuttavia è d’accordo con la censura in Ungheria dell’altra parte dei cittadini? L’onorevole Meloni vuole per caso dire qualcosa a riguardo?
No, lei non lo ha voluto dire. Non si è minimamente difesa dalle accuse più che giuste ricevute in quel post di “apriteilcervello”. Giorgia Meloni ha fatto quello che Giorgia Meloni e Matteo Salvini sanno fare meglio: passare per le vittime della situazione, e quindi il suo staff ha setacciato la bellezza di quasi 1.500 commenti per trovare quelli di persone poco istruite e maleducate che la insultassero, senza però neanche minimamente leggere le critiche costruttive che le sono state poste dalla pagina e da altri followers.
Il post di Giorgia Meloni su “apriteilcervello”
Un post su Instagram, un post su Facebook, un post su Twitter, insomma uno su ogni suo profilo social giusto perché tutti i suoi rabbiosi followers razzisti possano sapere che sotto una pagina “arcobalenata” sei persone l’hanno insultata. «Ecco i loro “amorevoli e democratici” commenti», scrive, alludendo quindi al fatto che di amorevole e democratico nei commenti non ci sia niente. Peccato che “amorevole e democratico” davanti a una foto in cui lei è tutta felice accanto ad Orbán, che di democratico e amorevole ha ben poco, stoni un po’.
I commenti sono cattivi, alcuni di sei ore prima, altri di tre e altri ancora più recenti. I profili sono oscurati, ma non è oscurata la pagina che ha pubblicato il post costruttivo e che lei ha messo alla gogna sebbene i commenti non fossero scritti dalla pagina. Il problema, che anche “apriteilcervello” ha sottolineato, è che lo staff di Giorgia Meloni è andato a spulciare uno a uno i commenti pur di trovare quelli di cattivo gusto, mentre per trovare quelli simili sotto un post della leader di Fratelli d’Italia non ci vuole così tanto tempo e, soprattutto, lei non si è mai dissociata da quei commenti.
«Ci risiamo. Quella che vedete è una pagina “arcobalenata” con più di mezzo milione di follower, una delle tante che dicono di essere contro l’odio in rete ma che quotidianamente non fanno altro che generare questo genere di commenti contro la sottoscritta», ha scritto sul post sui vari social, dando quindi la colpa alla pagina per quei sei commenti su quasi 1.500, come se una pagina potesse leggere uno a uno i commenti ed eliminare quelli inadeguati (diverso è se tutti i commenti sono analoghi a quelli in foto, ma non è questo il caso).
Continua, poi: «Tra le centinaia di insulti gratuiti di ogni tipo, solo su questo post potete leggere diverse minacce e auguri di morte nei miei confronti. “Vi dovrebbero decapitare. In questi casi mi vengono in mente le foibe. Speriamo che un proiettile vaghi nella direzione giusta. Qualcuno la faccia fuori.”». Che Giorgia Meloni riceva costantemente insulti purtroppo è una triste realtà. Questo non possiamo negarlo. Ma il fatto di cercare di affossare una pagina solo perché ha denunciato la sua amicizia con un omofobo, ci sembra un tantino esagerato.
Afferma poi che procederà legalmente verso quelle minacce, e noi ne siamo felici, perché l’odio non è mai giusto. Ci chiediamo però se Giorgia Meloni abbia mai aperto la sua sezione commenti nei vari social, perché purtroppo si renderebbe conto che non è l’unica vittima di minacce. «Spero che i vari partiti di sinistra prendano le dovute distanze da questo tipo di commenti ignobili», conclude. E poi, la pagina, le ha risposto per le rime, umiliandola senza mancarle minimamente di rispetto.
Come “apriteilcervello” ha risposto a Giorgia Meloni
Lo staff di “apriteilcervello” ha deciso di rispondere a Giorgia Meloni nel migliore dei modi: con educazione e facendole notare il controsenso delle sue accuse. Tra l’altro, nel frattempo, in tanti hanno insulto la pagina o “i sinistri“, ma la cara deputata Meloni ha deciso ovviamente di restare in silenzio. A sua differenza, invece, “apriteilcervello” si è dissociata da quei commenti ignobili: «umanamente le sono vicino per gli insulti ricevuti e mi dissocio da tutto questo che non rappresenta per nulla lo spirito della mia pagina, è sempre mortificante vedere come lo scontro ideologico possa sfociare in odio.»
Ma non finisce qui, perché ovviamente hanno anche deciso di difendersi e approfittare della situazione per far valere la propria opinione: «vorrei sottolineare come il suo team di comunicazione si sia messo davvero di impegno per trovare dei commenti offensivi (basta vedere che un commento risale a “14 minuti fa”, uno a “3 ore fa” e un altro ancora a “6 ore fa”, questo proprio perché il suo team avrà dovuto scorrere un bel pò tra i 1.000 commenti sotto il post, proprio per trovare quei 6). Commenti che tra l’altro hanno 0 o pochi like (quando sotto il post i commenti con più like hanno oltre 1.000 like), questo per farle capire quanto poco siano quotati.»
«Alla luce degli insulti ricevuti, vorrei farle presente che insulti peggiori vengono inviati quotidianamente a tantissimi adolescenti per il loro orientamento sessuale (ricordiamo un giovane 18enne di Torino che si è tolto la vita pochi giorni fa), ecco proprio perché lei è stata ferita da questi insulti, come mai non fa qualcosa per tutelare questi ragazzi che subiscono un odio ancora peggiore?
apriteilcervello sotto il post di Giorgia Meloni
Il ddlzan arriverà presto al Senato, i “suoi” senatori cosa faranno?»
In più, l’amministratore della pagina sottolinea che lui è un influencer e, per questo, cercherà di lottare ancora più di quel che già fa per debellare il cyberbullismo dal suo profilo. Tuttavia, Giorgia Meloni è una parlamentare e leader di un partito, per questo l’odio dovrebbe combatterlo in parlamento, cosa che, però, non fa, visto che è la prima a opporsi a un disegno di legge che vuole combattere l’odio omotransfobico.
Infine, “apriteilcervello” conclude con una bomba: «Mi auguro che anche lei possa trovare il tempo di dissociarsi dai vari insulti razzisti ed omofobi presenti sotto i suoi post (e le assicuro che non bisogna, come in questo caso, mettersi di impegno per trovarli, ma sono quelli che hanno più like)». Che dire, chapeau. Attendiamo con ansia la risposta della deputata Giorgia Meloni, sperando che non si limiti a fare, ancora una volta, la vittima.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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