F1, SPECIALE GP di Monaco: ricordando Alberto Ascari e il diamante del 2004

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La Formula 1 ha rivelato in questi ultimi giorni il calendario che vedrà caratterizzare il Campionato mondiale 2023, ma ha anche annunciato un accordo stipulato con il GP di Monaco, il quale accompagnerà la massima categoria almeno fino al 2025.

La tappa storica al Circuito di Monte Carlo aveva fatto parlare di sé soprattutto in questi ultimi anni: Monaco sembrava incapace ormai di rispecchiare le nuove esigenze della categoria regina, con un tracciato cittadino che limita notevolmente le possibilità di sorpasso, ma nessuno si è mostrato disposto a salutare definitivamente il Gran Premio di Monaco.

Così la F1 tornerà ancora a Monaco, avendo già abbandonato il francese Circuito Paul Ricard e alzato l’asticella a 24 Gran Premi per la prossima stagione.

Ricordando il GP di Monaco

Quando nel 1955 Ascari corse per l’ultima volta

Correva l’anno 1955 quando gli appassionati della F1 dovettero salutare per sempre il due volte campione del mondo Alberto Ascari, ma non fu Monaco ad essere la culla dei suoi ultimi respiri.

Il 22 maggio del 1955, quattro giorni prima del fatale incidente all’Autodromo Nazionale Monza, nella sua Italia, si corse il Gran Premio di Monaco tra le strade di Monte Carlo.

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Fonte: Getty Images

Le qualifiche promettevano bene per il pilota della Lancia, il quale aveva eguagliato il tempo del poleman Juan Manuel Fangio – iridato per cinque volte campione del mondo – al volante della Mercedes, invece. Ma fu la partenza del GP a fregare Ascari, il quale si ritrovò addirittura al quarto posto, mentre Fangio non aveva perso nessuna posizione.

Le sorti della gara sembravano innalzare Fangio già come vincitore, ma il pilota fu costretto al ritiro, lasciando Ascari, risalito in P2, a prendere il comando del Gran Premio. Il traguardo, però, non vedrà nemmeno lui come vincitore.

A venti giri dal termine della gara avvenne l’incidente: le dinamiche risultano ancora poco chiare, la colpa si divide tra un problema verificatosi ai freni della sua Lancia e l’olio motore perso dalla seconda Mercedes – quella di Stirling Mosscostretta al ritiro.

É un dato di fatto, però, che Ascari perse inesorabilmente il controllo della sua monoposto, sfondando le barriere di protezione e cadendo in mare. Il panico dilaga, ma dopo alcuni istanti Alberto Ascari riemerge dal blu di Monaco, raggiungendo il sommozzatore venuto in suo soccorso. Quando Ascari giunge in ospedale l’unica ferita rilevante è un taglio sul naso.

Quando nel 1982 Patrese vinse il suo primo GP

La pole position della quarantesima edizione del Gran Premio di Monaco è di René Arnoux, pilota della Renault. Sul Principato, però, è calata una brutta atmosfera: due settimane prima, il mondo della F1 ha pianto la scomparsa di Gilles Villeneuve sul Circuito di Zolder, e la tensione tra i piloti continua ad aumentare, dubbiosi delle condizioni di sicurezza in cui gli viene chiesto di gareggiare.

Arnoux è accompagnato in prima fila dalla Brabham Ford-Cosworth di Riccardo Patrese. La griglia di partenza non è esattamente convenzionale: il campione del mondo in carica era Nelson Piquet, ma scatterà dalla P13; Didier Pironi, dopo la morte di Villeneuve, è l’unico pilota che la rossa di Maranello vedrà correre a Monte Carlo, più precisamente dalla P5; la Renault del quattro volte campione del mondo Alain Prost dalla P4.

L’inizio della gara non sembra preannunciare affatto il risultato finale: l’Alfa Romeo di Bruno Giacomelli supera Patrese al primo giro, al secondo è Prost a raggiungerlo, chiudendo un sorpasso anche su Giacomelli. É proprio quest’ultimo, però, ad essere costretto al ritiro, lasciando di nuovo la posizione a Patrese.

Le speranze non sembrano voler sfumare per il pilota della Brabham, quando Arnoux perde il controllo della sua vettura e termina anche lui il suo Gran Premio prima del taglio del traguardo. Prost diventa il leader sulle strade monegasche. Per il momento.

A dieci giri dal termine della gara, le prime gocce di pioggia iniziano ad infrangersi sull’asfalto e Alain Prost commette un grave errore di valutazione: in uscita dalla chicane in fondo al Tunnel, finisce contro il guard rail mentre tenta di doppiare una delle altre vetture. Anche la seconda Renault esce di scena e Patrese si ritrova ad un passo dalla sua prima vittoria.

Ma le anomalie non finiscono qui, e tocca a Patrese questa volta essere vittima della cattiva sorte: mancano meno di due giri alla fine nel Gran Premio, quando la sua monoposto scivola sull’olio motore perso dalla Williams di Derek Daly, e spegne il motore. Adesso è Pironi in lizza per il gradino più alto del podio, ma sarà la sua stessa vettura a tradirlo.

Il testimone passa ad Andrea De Cesaris, ma la sua Alfa Romeo rimane senza carburante. Daly ha così la possibilità di vincere il GP di Monaco 1982, ma finisce per urtare le barriere e per lui la corsa termina alla Rascasse.

Sembra che il destino abbia finalmente deciso il suo vincitore: Riccardo Patrese riesce a riavviare il suo motore Ford-Cosworth e a tagliare per primo il fatidico traguardo. Il pilota non si rende nemmeno conto della sua vittoria ed il primo italiano a risalire sul gradino più alto del podio dopo Vittorio Brambilla nel 1975.

Un podio che urla “Italia” con De Cesaris al terzo posto e con la Ferrari di Pironi al secondo.

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Fonte: Getty Images

Quando nel 2004 la Jaguar perse un diamante da un milione

Vi avevamo già parlato dei problemi che la scuderia Jaguar stava affrontando nella categoria regina – fino, infatti, all’avvento della Red Bull in F1 – ma questo non sembrava interessare ai suoi sponsor, benché meno a quelli coinvolti in partnership da una gara e via.

In occasione del GP di Monaco 2004, la Jaguar è stata scelta per sponsorizzare Ocean’s Twelve, film del medesimo anno a cui hanno preso parte attori di successo quali George Clooney, Brad Pitt e Matt Damon. Questi si erano ritrovati al Circuito di Monte Carlo per pubblicizzare la pellicola, mentre la Jaguar aveva pensato di aggiungere – alla sua classica livrea verde – del rosso sul muso e sul cofano motore delle monoposto di Mark Webber e Christian Klien. Il dettaglio più prezioso? Un diamante assicurato per più di un milione di dollari proprio sul muso delle due vetture.

Il Principato non risparmiò affatto i due piloti: entrambi furano costretti a ritirarsi, ma l’incidente che coinvolse Klien vide la sua Jaguar finire contro le barriere, danneggiando proprio il muso della monoposto. Se questo scenario pareva già catastrofico così, non dobbiamo sorvolare sul fatto che il diamante già rovinato venne addirittura perso (e mai ritrovato).

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Fonte: Getty Images

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