La Polonia e l’Israele sono ufficialmente in crisi politica a causa di una decisione presa dal presidente polacco Andrzej Duda che riguarda una legge che limita i diritti dei sopravvissuti all’Olocausto. La legge, firmata a Varsavia qualche giorno fa, prevede che i sopravvissuti o, più probabilmente, i loro discendenti, non potranno più reclamare le proprietà che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, furono sequestrate dal regime comunista. Israele ritiene che sia un insulto alla Shoah e per questo l’ambasciatore israeliano è stato invitato a tornare a casa.
La Polonia non sta passando proprio un momento d’oro. Diciamo che è proprio il mondo a non star passando uno dei momenti migliori, tra incendi in tutta Italia e non solo appiccati da esseri “umani” e peggiorati dal cambiamento climatico, tra terremoti che mietono mille e più vittime in paesi già troppo poveri, tra talebani che conquistano l’Afghanistan e decidono di eliminare i diritti di tutte le donne e bambine che vengono considerate come oggetti. Tuttavia, per quanto riguarda la Polonia, si parla più di crisi d’umanità.
Da una parte hanno il costante problema dell’omofobia e dei diritti delle donne (ovviamente non siamo ai livelli dell’Afghanistan in cui le donne non possono andare a scuole né lavorare) a cui durante la pandemia è stato tolto il diritto di abortire, dall’altra hanno il problema della TVN24 che è stata censurata dalla Polonia stessa solo perché non è d’accordo con la politica del governo (tra l’altro per questo sono anche finiti in una crisi di governo) e, infine, hanno raggiunto l’ultimatum dall’Unione Europea per risolvere l’assurdo problema con le LGBT-Free zones. E, adesso, si aggiunge anche questa disputa con Israele.
Polonia contro Israele: cosa succede?
È iniziato tutto quando il Parlamento polacco ha approvato una legge che impedisce agli ex proprietari di tornare in possesso di alcune proprietà che ai tempi furono espropriate dai nazisti. In particolare questa legge si rivolge ai sopravvissuti dell’Olocausto e ai loro discendendo. Dopo la caduta del regime comunista nel 1989, infatti, la Polonia diede la possibilità ai sopravvissuti di riavere le proprie proprietà, tuttavia non c’è mai stata una vera e propria legge a riguardo, per cui molte cause sono andate avanti fino allo sfinimento e per molte altre sono state registrate delle irregolarità e delle frodi, per questo nel 2021 si è deciso di modificare il diritto amministrativo.
Cos’è quindi cambiato? La legge firmata da Andrzej Duda prevede che nel 2021 non è più consentito impugnare delle cause amministrative avvenute dai 30 anni prima, implicitamente quindi negando agli ebrei di recuperare le proprietà espropriate durante la Seconda Guerra Mondiale e poi confiscate dal Comunismo che ha seguito il nazismo. Insomma, la Polonia di Duda ha usato la stessa tattica dell’aborto: non ha vietato implicitamente l’aborto ma ha reso illegali tutti i casi per cui si abortiva maggiormente, allo stesso modo non ha nominato l’Olocausto o gli ebrei ma ha vietato di impugnare cause precedenti di 30 anni.
Ovviamente, però, questa decisione non è piaciuta a Israele, che si trova a discutere con un governo conservatore e nazionalista dopo aver collaborato quando il governo israeliano era sotto l’ex Primo Ministro Benjamin Netanyahu. Adesso, in Israele, il nuovo governo è composto soprattutto da funzionari figli di sopravvissuti all’Olocausto e che hanno fortemente condannato la normativa tramite il ministro degli Esteri Yair Lapid, come riferisce l’Associated Press. Tra l’altro la legge non piaceva né a Israele né agli USA, ma come al solito alla Polonia non importa di quello che pensano gli stati esteri, neanche se sono degli alleati.
Il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha definito la decisione di Duda di firmare questa legge «vergognosa e uno sciagurato oltraggio alla memoria dell’Olocausto», sottolineando anche che «la Polonia ha scelto di continuare a danneggiare coloro che hanno già perso tutto». Il ministro degli Esteri Yair Lapid invece ha detto che ha chiesto ai figli dell’ambasciatore israeliano in Polonia di tornare a casa, mentre l’ambasciatore stesso che al momento era in vacanza in Israele, non tornerà in Polonia. Ha poi affermato che «la Polonia oggi ha approvato – non per la prima volta – una legge immorale e antisemita».
Il ministro della Difesa Benny Gantz, anche lui come Lapid figlio di un sopravvissuto, ha sottolineato di essere «profondamente turbato» dalla scelta presa dalla Polonia. «La restituzione delle proprietà è una piccola ma significativa parte del processo per soddisfare i diritti di coloro che sono sopravvissuti e riconoscere coloro che sono morti in uno dei più grandi genocidi del mondo», ha detto poi.
Duda, invece, ha preso la decisione di firmare poiché ci sono troppe incertezze giuridiche e soprattutto frodi legate alle proprietà su cui c’è il dubbio di appartenenza dopo fin troppi decenni dal loro sequestro. Tra l’altro sottolinea che la legge non fa differenza fra ebrei e non ebrei, per cui non è d’accordo con chi afferma che è antisemita e specificatamente contro gli ebrei. «Rifiuto inequivocabilmente questa retorica e la dico con tutta la mia forza. Collegare questo atto con l’Olocausto solleva la mia ferma obiezione», ha detto il presidente polacco.
Aggiunge poi: «Sono convinto che con la mia firma finisce l’era del caos legale – l’era delle mafie di ri-privatizzazione, l’incertezza di milioni di polacchi e la mancanza di rispetto per i diritti fondamentali dei cittadini del nostro paese. Credo in uno stato che protegge i suoi cittadini dall’ingiustizia». La sua idea è ovviamente sostenuta dal primo ministro polacco Morawiecki, che ha scritto un lungo post su Facebook in cui accusa Israele di far «aumentare l’odio nei confronti della Polonia e dei Polacchi» e che «nessuno che conosca la verità sull’Olocausto e la sofferenza della Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale può accettare questo modo di fare politica».
«La ri-privatizzazione ha portato a molte tragedie umane in Polonia. Decine di migliaia di persone sono state espulse dalle loro case dove vivevano – solo perché avevamo una disposizione nella nostra legislazione per consentire il perpetuo “ritorno” degli immobili. Peggio ancora, il ritorno non era spesso per i veri proprietari o i loro eredi, solo per i criminali – in molti casi ha portato alla falsificazione di documenti o la corruzione, che ha reso i truffatori politicamente motivati e gangster ordinari ricchi a spese delle vittime della seconda guerra mondiale. Si è parlato molto di casi in cui i tribunali hanno consegnato case popolari per 130 anni. Queste cose non erano un incidente sul lavoro – l’intero sistema si basava su questo.
Abbiamo messo fine a questa situazione adottando una legge che ripristina la giustizia di base e lo Stato di diritto in Polonia. Secondo le nuove regole, chiunque abbia perso la sua proprietà ha il diritto di chiedere un risarcimento – ma lui o lei non può chiedere che altre persone siano private del loro tetto sopra la testa. La legge approvata dal Sejm senza opposizione è stata firmata ieri dal presidente Andrzej Duda. Grazie mille per questo. L’opposizione di altri paesi non può fermare la ripresa dello Stato.
Per molti anni la Polonia è stata falsamente accusata dai politici israeliani di partecipare all’Olocausto. Non avrà mai il nostro sostegno, difenderemo sempre il buon nome della Polonia. Non permetteremo mai che la memoria di milioni di polacchi ed ebrei polacchi uccisi dai tedeschi sia usata negli interessi politici di oggi, per costruire il sostegno del partito nella politica interna, per causare riluttanza e odio di parte dell’opinione pubblica israeliana alla Polonia. Spero che in questa questione estremamente importante il governo e l’opposizione parleranno con una sola voce – questo è l’interesse della Polonia, che tutto il resto vada in secondo piano.
La decisione israeliana di declassare la rappresentanza diplomatica a Varsavia è infondata e irresponsabile, e le parole di Yair Lapid, ministro israeliano degli Esteri e primo ministro supplente sollevano l’indignazione di ogni persona onesta. Nessuno che conosca la verità sull’Olocausto e sulle sofferenze della Polonia durante la seconda guerra mondiale può accettare un tale modo di condurre la politica. L’uso di questa tragedia per interessi di partito è punibile e irresponsabile. Se il governo israeliano continuerà ad attaccare la Polonia in questo modo, avrà anche un impatto molto negativo sulle nostre relazioni, sia bilaterali che nelle sedi internazionali.
Questo è anche un grave attacco all’ambasciatore polacco, Marek Magierowski, che da tre anni lavora duramente sul campo per costruire buone relazioni tra i nostri popoli.
Il risultato delle recenti azioni aggressive del governo israeliano è un aumento dell’odio verso la Polonia e i polacchi nel paese. Tra l’altro, per questi motivi ho deciso di trasferire i bambini del nostro ambasciatore in Polonia senza pericoli. La Polonia non lascia mai i suoi diplomatici in difficoltà.»
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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