Sebbene il governo omofobo, sessista e maschilista polacco sembrasse tanto unito, in realtà non è così. A dividere la Polonia è infatti il recedente disegno di legge sulla proprietà dei media, tanto che il Premier Mateusz Morawiecki ha cacciato il vice e ministro dello sviluppo Jarosław Gowin, il cui partito Alleanza uscirà anche dall’esecutivo. Questo perché il partito di Gowin si era opposto, oltre che alla proposta di legge sui media, anche alla riforma fiscale, per cui Morawiecki ha deciso di farlo fuori.
La TVN è una rete televisiva generalista polacca che appartiene a Grupa ITI, che è stato integrato in Discovery, ed è quindi un programma statunitense. Quello che rende TVN nel mirino del governo Duda è il fatto che in diverse occasioni è stata molto critica nei suoi confronti, o meglio, semplicemente, ha espresso la realtà dei fatti su situazioni che i programmi pro-Duda hanno fatto passare per buoni. Ma possono essere buoni degli atti di omofobia?
Questo rende la TVN a rischio censura a causa di una legge che prevede il divieto di concessione agli organi di informazione in cui una quota delle azioni maggiore del 49% sia in mano a capitale extra UE, per cui vuole colpire direttamente il programma americano e che più volte è stato critico nei confronti del governo Duda. L’emendamento èovviamentestato proposto dal PiS, che lo ha presentato alla Camera bassa del Parlamento (Sejm). Tuttavia, non tutti i parlamenti o membri del governo sono d’accordo. Fra questi, Jarosław Gowin, il vice Premier, causando una crisi di governo.
La legge, che oggi è stata approvata al Parlamento (ma che probabilmente non passerà in Senato dove non vi è la maggioranza) e che è destinata ad inasprire le relazioni con gli Stati Uniti, comunque non piace a molti cittadini in Polonia. Sono state tantissime le manifestazioni in 90 città polacche a manifestare contro questo provvedimento ma, proprio come avvenuto per la legge sull’aborto durante il lockdown, non è servito davvero a nulla, poiché la legge è comunque stata approvata.
Polonia è divisa: è crisi di governo
«Il primo ministro Mateusz Morawiecki ha chiesto oggi al presidente Andrzej Duda di licenziare Jarosław Gowin dalle cariche di vice primo ministro e ministro dello Sviluppo, del Lavoro e della Tecnologia», ha detto martedì Piotr Muller, il portavoce del governo durante una conferenza stanza. Muller ha anche detto che la decisione di Morawiecki è causata dai «progressi insufficienti» in alcuni argomenti del Polish Deal con il ministero di Gowin: «Eravamo a disagio per le azioni intraprese da Jarosław Gowin; sta minando il lavoro del governo».
A inizio anno abbiamo assistito alla crisi di governo in Italia a causa di Matteo Renzi che ha scelto di non sostenere più Giuseppe Conte come Premier e quindi il governo è caduto. Adesso invece tocca alla Polonia. Il premier Mateusz Morawiecki ha ufficialmente espulso dal governo il suo vice e ministro dello sviluppo Jarosław Gowin, che porterà con sé anche il partito Alleanza.
Al premier infatti non è piaciuto come il partito di Gowin si sia opposto sia alla riforma fiscale proposta dal PiS che al disegno di legge sui media di cui abbiamo parlato nei primi paragrafi dell’articolo. «Lasciamo il governo a testa alta, le mie dimissioni significano la fine della Destra Unita e la rottura della coalizione», ha detto ai giornalisti Jarosław, il cui partito ha 10 deputati nella Camera bassa del Parlamento e quindi le sue dimissioni portano a perdere la maggioranza del governo.
«Abbiamo annunciato che la destra unita non avrebbe aumentato le tasse. Tuttavia, il disegno di legge presentato dal primo ministro Mateusz Morawiecki significa un drastico aumento delle tasse non solo per gli imprenditori, ma per tutte le persone intraprendenti, la classe media», ha detto ancora. Contrario alla legge sui media, tra l’altro, c’è anche l’ex premiere tanto amato Donald Tusk (convinto che «questo governo adatto per una cosa soltanto: le dimissioni») e ovviamente gli USA, dove in Senato ieri si è votata una mozione in cui si chiede di difendere la TVN24 e soprattutto la libertà mediatica in Polonia. Anche Discovery ha lanciato un appello per difenderà la libertà e l’indipendenza della stazione.
«La politicizzazione del rinnovo della licenza per l’operatività di TVN24 è una vera preoccupazione. Lo stato di diritto e la libertà dei media sono una parte cruciale di ogni democrazia e continueremo a difendere con forza il ruolo di TVN come principale fornitore di notizie indipendente del Paese», ha detto Jean-Briac Perette, presidente e Ceo di Discovery Int. Morawiecki però resta sulla sua posizione, convinto di proteggere la società polacca: «è attraverso i media che altri Paesi influenzano la nostra vita sociale», ad esempio facendo passare un messaggio di libertà, di uguaglianza e di amore.
Anche più di 750 giornalisti hanno cercato di far cambiare idea alla Polonia tramite una lettera firma in cui si denuncia come il progetto sia quello di «neutralizzareTVNe renderla subordinata allo stato è una delle fasi finali per prendere il controllo delle ultime istituzioni che tengono d’occhio il governo e difendono i valori democratici… Se il governo mette a tacere un mezzo scomodo, questo sarà anche il destino di altri mezzi di comunicazione gratuiti. Questa battaglia non può essere persa».
Adesso dobbiamo sperare che la legge sui media faccia un passo indietro in Senato, perché pensare che uno stato europeo approvi una legge così liberticida (tra l’altro la Polonia è tanto apprezzata dall’asse Salvini-Meloni, non hanno nulla da dire?), è davvero pessimo. Speriamo anche che riescano a risolvere con la crisi di governo, magari con un nuovo governo che riparta dalla sinistra.
In #Polonia il Governo propone di limitare per legge i diritti dell’unico media di opposizione, ma si scontra con il Parlamento. Il partito Porozumienie rompe la coalizione Destre Unite e apre la crisi. Speriamo che presto #Morawiecki e i suoi siano solo un brutto ricordo
— Gennaro Migliore (@gennaromigliore) August 11, 2021
La libertà di stampa e’ esattamente il punto dell’Europa, la sua forza, il suo canarino in miniera. Se cede quella, cade tutto. Non solo quello che è, ma quello che deve rappresentare nel mondo. Per questo quanto sta accadendo in Polonia ci riguarda
— nomfup (@nomfup) August 12, 2021
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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