Vittoria schiacciante dell’ultradestra di Benjamin Netanyahu alle elezioni di ieri in Israele. Se quindi qualche giorno fa abbiamo festeggiato la vittoria di Lula in Brasile, la vittoria dell’Amazzonia e della sinistra che potrebbe salvare il Paese, in Israele la situazione è ancora più complessa. Più che altro, lo è se sei palestinese e nessuno vuole salvarti in qualsiasi caso. Non all’estero, non all’interno, non la destra, non la sinistra. Quindi comunque vada, per la Palestina la situazione non può andare peggio.
Sì, è un articolo su Israele, ma una digressione sulla Palestina io la faccio. Una digressione sulla guerra senza fine di cui nessuno, o comunque pochi, si interessano. Perché quando il ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid, condannava «l’attacco russo all’Ucraina» definendolo una «violazione dell’ordine mondiale», aggiungendo che «Israele ha conosciuto molte guerre. La guerra non è lo strumento per risolvere i conflitti», evidentemente non ritiene che lo stesso discorso possa essere applicato ai palestinesi, che spesso vengono uccisi solo in quanto palestinesi.
La vogliamo ricordare la storia della giornalista Shireen Abu Aqleh, brutalmente uccisa dal fuoco israeliano? La giornalista è stata colpita alla testa, come confermato dal capo del dipartimento di medicina dell’Università al-Najah di Nablus. «Stavamo per filmare l’operazione dell’esercito israeliano e all’improvviso ci hanno sparato senza chiederci di andarcene o interrompere le riprese», disse al-Samoudi, un giornalista presente sulla scena. «Il primo proiettile ha colpito me e il secondo proiettile ha colpito Shireen… non c’era alcuna resistenza militare palestinese sulla scena», ha raccontato ancora.
Dopo aver a lungo negato, dopo aver accusato «palestinesi armati che stavano sparando indiscriminatamente in quel momento» (che però sulla scena non erano presenti, come hanno comunicato tutti i giornalisti sulla scena), Israele tramite l’IDF ha fatto sapere che «c’è un’alta possibilità che la sig.ra Abu Aqleh sia stata accidentalmente colpita da colpi di arma da fuoco dell’IDF sparati contro sospetti identificati come uomini armati palestinesi durante uno scambio di fuoco». E nonostante ciò, «non c’è alcun sospetto di un reato penale che giustifica l’apertura di un’indagine MPCID». D’altronde, per Israele ci sono vite più importanti di altre.
La vittoria schiacciante di Netanyahu, dell’ultradestra d’Israele
È stata la più alta affluenza alle urne da decenni in Israele, e ha riportato al potere Benjamin Netanyahu. «Siamo vicini a una grande vittoria», ha detto il leader del Likud. E con l’80% dei voti scrutinati, il blocco di destra dell’ex premier e leader dell’opposizione Benjamin Netanyahu si appresta a vincere le elezioni in Israele. La coalizione otterrebbe più della metà dei seggi, 65 sui 120 totali. Quindi il Likud è primo partito. A seguire quello del partito centrista dell’attuale premier, Yesh Atid di Lapid, e poi quello del Sionismo religioso di estrema destra guidato da Itamar Ben Gvir.
«La nazione voleva un governo diverso» ha aggiunto il nuovo premier. Lapid risponde dicendo che «nulla dice che è finita», ribadendo l’importanza di «una politica che non si basa sull’odio e sull’incitamento». Il premier dell’Autorità nazionale palestinese Mohammad Shtayyeh, citato dall’agenzia Maan, commenta: «l’ascesa dei partiti religiosi di estrema destra alle elezioni israeliane è un risultato naturale delle crescenti manifestazioni di estremismo e razzismo nella società israeliana, di cui il nostro popolo soffre da anni».
Oggi si vota in #Israele. #Netanyahu parte leggermente favorito, la sua vittoria lo salverebbe dai processi per frode e corruzione.
— Angela Bernardini🌈 🇵🇸✊☮ (@ChiranAngelgela) November 1, 2022
Ma comunque vada, per la #Palestina non cambierà nulla, e resterà la favoletta della più grande democrazia del Medio Oriente
Nei territori occupati illegalmente da Israele, i nativi palestinesi sono sottoposti alla legge marziale mentre i coloni abusivi a quella ordinaria.
— Gianluca Martino (@gianlucamart1) October 29, 2022
Leggi e regolamenti diversi in base all'etnia.
Non c'è nulla di complesso da capire, si chiama apartheid.
Se continuate a voltare le spalle su quello che succede in Palestina, siete complici dei crimini di #Israele sui minori palestinesi. #Palestina Libera dal #cancro sionista.
— MaurizioDomenico loi (@loidomemau) November 1, 2022
🇵🇸 pic.twitter.com/sUcBcU4E8i
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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