Salvini ha deciso di mettere bocca sulla complicata situazione che vivono i palestinesi e gli israeliani, e ovviamente è schierato dalla parte dei bianchi. In campagna elettorale infatti ha promesso che avrebbe riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele, ma la collega e alleata Meloni non è d’accordo con lui, dicendo che lei l’ambasciata lì proprio non la vuole. Come farà quindi la coalizione di (centro)destra a tener fede alle proprie parole?
Parliamo prima un po’ di storia. Per secoli, Gerusalemme è stata il centro politico, amministrativo e spirituale della Palestina, popolo che, ricordiamo, oggi è oppresso sotto gli occhi di tutti e nessuno osa intervenire in alcun modo, sono persino pochissimi i vip che ne parlano (addirittura, Emma Watson fu chiamata antisemita solo per essersi schierata contro Israele che uccide bambini). Tuttavia, quando a morire non sono bambini o persone bionde e con gli occhi azzurri, non importa a nessuno, e ne abbiamo avuto la chiara testimonianza proprio di recente.
«Nel 1948, con la Nakba, gli israeliani hanno scacciato tutti i palestinesi che vivevano nel settore Ovest della città, pari al 40% della popolazione, confiscando le loro case e demolendone perfino il cimitero per costruirvi sopra uno dei maggiori alberghi israeliani della città», leggiamo sull’Ambasciata Palestinese, ma per non essere di parte, la stessa storia è riportata anche dal Post in un articolo del 2015. Dopo questo evento, ci fu un armistizio che divise la città con una Green Line: a est i palestinese, a ovest gli israeliani.
Tuttavia, nel 1967 ci fu un’ennesima guerra di sei giorni, dove vinse nuovamente Israele e che annesse altri territorio di Gerusalemme Est, di cui ancora oggi mantiene il controllo militare. Tuttavia, l’ONU e i paesi occidentali non hanno riconosciuto queste ultime annessioni, al contrario di quelle precedenti. Questo significa che Israele occupa la parte di Gerusalemme di proprietà della Palestina e che rappresenta «circa un terzo della nostra attività economica che ruota intorno ad essa».
Gerusalemme, quindi, non è interamente proprietà di Israele, soprattutto considerando quanto sia importante anche a livello religioso non solo per gli ebrei, ma anche per l’Islam e per il cristianesimo. Eppure, in questa città sacra così tanto divisa (e lo si nota anche da come una sia completamente moderna e l’altra invece più storica e spesso distrutta), avvengono ancora oggi ingiustizie, guerre, attentati, tutti giustificati da Israele in qualche modo. Devo ricordarvi di Shireen Abu Akleh, la giornalista di Al Jazeera “uccisa a sangue freddo” da Israele? Ma a Matteo Salvini questo sembra non importare.
Matteo Salvini vuole riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele
Il quotidiano free press Israel HaYom, ha descritto Matteo Salvini come «molto filo-israeliano», dicendo che ha perso elettori quando ha deciso di allearsi con il Movimento 5 Stelle e quindi molti di loro hanno deciso di riversarsi in Fratelli d’Italia. Nell’intervista ha promesso di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e ha messo in guardia contro l’antisemitismo della sinistra italiana mascherato da politiche anti-israeliane. E poi nega che ci sia del fascismo in Italia. E gli asini voleranno?
In primis, non vuole chiamarlo «governo di destra», quanto più «governo del buon senso». E con buon senso vuole intendere omofobia, razzismo e misoginia? Chiedo. Addirittura nel corso dell’intervista dice di non sentirsi di destra, e che «la Lega non è di “destra”, abbiamo a cuore il benessere dell’Italia ma ci rivolgiamo a tutti, come dimostra il fatto che siamo i più partito votato dai lavoratori di ambo i sessi». Però non ha detto l’età media e neanche che più di uno su tre ha solo la licenza media.
Salvini poi continua, dicendo che in Italia «c’è una grande voglia di cambiamento», dice. Sì, di progresso. Ma la destra ci farà progredire o regredire? Dell’alleanza con la Meloni, che tra l’altro negli ultimi mesi non sembrava proprio al massimo dell’amicizia (Convention Meloni: perché Salvini non era presente), dice che «governiamo insieme la maggioranza delle regioni italiane e migliaia di consigli comunali, quindi l’alleanza è solida».
I due, in comune, hanno i «valori principali», ovvero «difesa della famiglia, diminuzione delle tasse, autonomia e tutela degli interessi italiani». Degli italiani uomini, bianchi, etero e cisgender. E probabilmente con più di 70 anni. E che non hanno problemi di salute mentale. E che sono anche in pensione. Tuttavia, il giornalista pone la fatidica domanda: Fratelli d’Italia ha preso le distanze, secondo lei, abbastanza da eventuali legami fascisti? E qui c’è da ridere.
«Sicuramente sì, guardiamo tutti al futuro. Credo anche che nel 2022 non abbia senso parlare di “allerta fascismo”, è il tema che usa la sinistra italiana ad ogni elezione contro tutti gli oppositori che possono creargli un ostacolo. Siamo e rimarremo un Paese democratico, senza alcuna nostalgia di un passato violento che, per fortuna, non tornerà», risponde Salvini. Ah sì? E allora come spiega l’inchiesta di Fanpage a Milano? O la “matrice” della manifestazione a Roma?
«D’altra parte credo che debbano preoccuparsi del Pd perché ha messo in campo candidati, anche come capolista, che hanno scritto insulti vergognosi contro Israele e il suo diritto di esistere e difendersi», aggiunge, e poi comincia a fare degli esempi. Bene, visto che Matteo Salvini ha deciso di fare degli elenchi di insulti vergognosi è tempo di ricordargli qualcosa, visto che si dice assolutamente non omofobo, non fascista e che è dalla parte di tutti e bla, bla, bla:
- «Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno», Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria
- «I gay… che inizino a comportarsi come tutte le altre persone normali», Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia
- «Gay vittime di aberrazioni della natura», Luca Lepore e Massimiliano Bastioni, consiglieri regionali leghisti
- «I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie», Alberto Zelger, consigliere comunale della Lega Nord a Verona
- «Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza», Stella Khorosheva, candidata leghista
- «Fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare gay», Giuliana Livigno, candidata della Lega
In ogni caso, poi parla di Ucraina, di guerra con Russia, e sinceramente il sindaco polacco ha già detto quello che tutti pensiamo su Salvini e il rapporto con la Russia. Tuttavia, anche in quest’intervista risulta incoerente. Mentre per la guerra russa ucraina dice di volere la pace, quando gli viene chiesto «quale dovrebbe essere la politica dell’Italia nei confronti dell’Iran e la Lega riconosce il diritto di Israele di utilizzare tutti i mezzi, compresi quelli militari, per impedire all’Iran di avere un arsenale nucleare?», lui risponde in questo modo:
«Una democrazia come Israele ha tutto il diritto di difendersi da qualsiasi minaccia alla sua esistenza e alla sua libertà. L’Iran continua a mantenere politiche pericolose per la pace e la stabilità del Medio Oriente. Il nucleare nelle mani degli ayatollah sarebbe pericoloso per l’intero mondo e deve essere fermato a tutti i costi», ma poi si ricorda che deve salvarsi la faccia e che non tutti hanno visto le sue foto con le armi, quindi sottolinea che desidera «fortemente che ci sia una soluzione diplomatica».
Gli viene infine chiesto se manterrà la promessa di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, trasferendo anche l’ambasciata italiana in città: «assolutamente sì, anche se riaffermo che la coalizione è di centrodestra. Ho dato la mia parola, sono pienamente impegnato con il popolo di Israele e intendo mantenere la mia parola» (contro il diritto internazionale). Ma vedremo se sarà capace di mantenere questa promessa o se, come tante altre, è solo tutto fumo e niente arrosto.
Annuncio di #Salvini del riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello stato d’Israele è una promessa di guerra. Utile a gettare benzina sul fuoco in un contesto che richiede uno sforzo diplomazia, non parole a vanvera. L’Italia e l’Europa hanno un’altra linea. E non cambia.
— Arturo Scotto (@Arturo_Scotto) August 30, 2022
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty