Fratelli d’Italia e l’inchiesta di Fanpage a Milano

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L’inchiesta di FanPage su Fratelli d’Italia realizzata grazie a un video di un giornalista infiltrato nella campagna elettorale di una candidata alle comunali ha fatto in pochissimo tempo il giro di tutta Italia, dimostrando ancora una volta il marcio all’interno del partito di Giorgia Meloni, con sistemi di finanziamenti in nero e apologie di fascismo e nazismo. E la donna, madre e cristiana che fa? Chiede scusa? Prende le distanze? No, vuole vedere il video intero sebbene le parole che abbiamo ascoltato e visto, sembrino essere davvero chiare.

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Screen dell’inchiesta di Fanpage

«Quasi tre anni fa, nel 2019, un nostro giornalista è entrato in un gruppo di nostalgici del fascismo, massoni ed ex militari, fingendo di essere un uomo d’affari. Il gruppo è coordinato da Roberto Jonghi Lavarini, il “Barone nero” che da anni influenza le nomine e le politiche dei partiti istituzionali di destra e che adesso ha deciso di mettere le mani anche sulle comunali di Milano», così la redazione di Fanpage introduce il video postato online in cui troviamo “camerati“, derisioni verso ebrei e neri, illegalità, tutto mentre Giorgia Meloni è convinta (o fa finta di esserlo) che nel suo partito non ci siano dei fascisti.

Il titolo dell’inchiesta è Lobby nera ed è divisa in diverse puntate, la prima è stata già postata e abbiamo visto quanto clamore ha fatto. Il protagonista è Carlo Fidanzata, ovvero un europarlamentare e capo delegazione di Fratelli d’Italia, che nella prima puntata prende in giro un suo stesso candidato sindaco solo perché siciliano e persino Paolo Berizzi, un giornalista sotto scorta poiché minacciato dai neonazisti. Insieme a Roberto Jonghi Lavarini, estremista di destra, spiega al giornalista sotto copertura come dare dei soldi in nero al partito per la campagna elettorale, utilizzando delle “lavatrici”.

Lobby nera ha avuto iniziato tre anni fa, nel 2019, quando un giornalista di Fanpage «è entrato in un gruppo di nostalgici del fascismo, massoni ed ex militari, fingendo di essere un uomo d’affari. Il gruppo è coordinato da Roberto Jonghi Lavarini, il “Barone nero” che da anni influenza le nomine e le politiche dei partiti istituzionali di destra e che adesso ha deciso di mettere le mani anche sulle comunali di Milano». Lo stesso giornalista riesce a partecipare a diversi incontri, grazie a cui, quest’anno, conosce attivamente Carlo Fidanza, un nome molto importante in Fratelli d’Italia. E qui, inizia la discesa anche per il partito di Giorgia Meloni.

Fratelli d’Italia e l’inchiesta “Lobby nera” di Fanpage

Roberto Jonghi Lavarini non fa esplicitamente parte del partito, tuttavia collabora in modo non ufficiale alla campagna elettorale di Fratelli d’Italia, sponsorizzando anche l’avvocato e candidata al consiglio comunale Chiara Valcepina, altra figura molto importante nell’inchiesta, soprattutto perché dal Barone stesso è definita «patriota fra i patrioti, poi anche candidata», sottolineando che potrebbe «usare un altro termine al posto di patriota». I due, tra l’altro, si scambiano il saluto gladiatorio.

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Screen dell’inchiesta di Fanpage

Il giornalista si finge un esponente di una società finanziaria tanto che viene persino presentato a Fidanza da Valcepina e lui gli chiede di utilizzare dei soldi in nero, ovvero dei “black” per finanziare un loro evento. Spiega anche le modalità: «versare sul conto corrente dedicato che lei ha aperto per le elezioni, o, se vi è più comodo fare il black, lei si paga il bar e col black si coprono le altre spese, a quel punto fai direttamente con lei, senza che diamo il black al bar, perché non è mai piacevole, poi la gente chiacchiera».

A occuparsi di quest’operazione non sarà però Fidanza, bensì il “Barone”, che spiega anche come funziona il sistema per chi vuole dare degli importi più alti: «tot ai consiglieri di zona, quindi gli do i contanti e dico : “Fai l’evento, ma devi invitare la Valcepina, Fidanza e Rocca”. Gli altri, invece, due imprenditori se li prendono privatamente perché loro hanno il giro nero e fanno versamenti sul conto della Valcepina». Per far ciò, utilizzano comunque delle lavatrici. Fanpage infatti spiega che, qualche settimana dopo, gli viene spiegato meglio come fare:

«“Abbiamo trovato tramite il nostro presidente di circolo che è commercialista una serie di lavatrici – rassicura il “Barone nero” dopo averci chiesto di posare sul tavolo i telefoni – Abbiamo poi un giro, sistemiamo noi le cose con lui”, conclude indicando Fidanza, che è al suo fianco. L’europarlamentare conferma: “Roberto trova quattro o cinque professionisti, queste persone fanno loro il versamento tracciato sul conto elettorale”.»

Oltre a questo, nel video si sentono anche degli insulti nei confronti di un candidato meridionale, dei riferimenti al nazismo e al fascismo, si vedono saluti fascisti, per non parlare di come tutto questo sia fatto con un sorriso che ci fa rabbrividire. Nel 2021 il neofascismo è ancora una realtà, una realtà che tra l’altro molti ignorano o fanno finta di ignorare, in particolare i capi dei partiti che hanno tantissimi di questi ignoranti nelle proprie liste. E poi attaccano Mimmo Lucano come se fossero innocenti.

Giorgia Meloni sull’inchiesta di Fanpage

Giorgia Meloni nega tutto, o meglio, non ci crede. «Mi consentirete di non giudicare un mio dirigente che conosco da oltre 20 anni, che sono rimasta molto colpita a vedere raccontato così, sulla base di un video montato da voi e curiosamente mandato in onda a due giorni da voto. Ovviamente vedrò Fidanza, certo, però continuerò a chiedere anche a voi le 100 ore di girato. Quando avrò gli elementi completi per valutare, nel bene o nel male, valuterò». Però, insomma, c’è poco da valutare. I video sono chiarissimi. In una nota ufficiale però scrive:

Fratelli d’Italia chiederà alla testata Fanpage e alla redazione della trasmissione ‘Piazza Pulita’ su La 7 di ottenere il girato integrale, senza tagli o manomissioni, del video mandato in onda questa sera, in modo da poter valutare compiutamente eventuali responsabilità di esponenti di Fdi anche in relazione ai contatti con persone da tempo estranee a Fdi proprio in ragione delle loro posizioni incompatibili con quelle del nostro movimento.

Non ce ne vogliano Piazza Pulita o Fanpage ma non ci sentiamo sereni nel valutare i nostri dirigenti esclusivamente sulla base di filmati montati e fatalmente trasmessi a poche ore da un’importante tornata elettorale. Non prenderemo per oro colato quanto riportato con il palese intento di infangare la nostra onorabilità. Verificheremo i fatti nella loro interezza e, se necessario, prenderemo provvedimenti commisurati alle eventuali oggettive responsabilità, come abbiamo sempre fatto.

Quando le viene poi chiesto se si sente di escludere che nel suo partito, Fratelli d’Italia, ci siano delle operazioni per finanziare in nero le campagne elettorali, lei risponde: «Io sono sempre stata estremamente chiara con tutti i dirigenti di Fratelli d’Italia, sia sul tema dell’onestà che sul tema dei rapporti che non si devono avere con determinati ambienti. Sono sempre stata chiara. Ma Fratelli d’Italia è un partito enorme ormai, che ha migliaia di dirigenti e quindi io non posso sapere cosa fa ciascuno. Sono però una persona molto rigida nella valutazione».

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Giorgia Meloni
Fonte: Twitter

Ha poi anche il coraggio di ribadire che «in Fratelli d’Italia non c’è spazio per razzisti, antisemiti e per paranazisti. Lo sapete benissimo, tant’è che le persone ritratte in quel video sono state allontanate da Fratelli d’Italia. Se qualcuno le ha ricontattate per ravanare dieci voti di preferenza secondo me ha fatto un errore gravissimo. Ma da qui a raccontare la tesi che ci sono gruppi paranazisti che governano FdI… Sono condanne che non ho problemi a fare, me le date però le 100 ore di girato per consentirmi di valutare nel merito quanto accaduto?».

Insomma, a pochi giorni dalle elezioni né Lega né Fratelli d’Italia se la stanno passando molto bene. Da una parte abbiamo un’importante persona nella Lega che ha sempre detto di odiare la droga, che viene trovata con della droga e che viene accusato da dei ragazzi di avergliela data. Dall’altra abbiamo un altro importante esponente in Fratelli d’Italia che viene accusato di nazismo, fascismo, razzismo e persino di utilizzare soldi in nero. Purtroppo, però, sappiamo tutti come i loro elettori se ne fregheranno e li voteranno comunque.

Tuttavia, la Procura di Milano ha deciso comunque di aprire un’inchiesta con le ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio per cercare di comprendere cosa c’è di vero nell’inchiesta di Fanpage su Fratelli d’Italia. L’indagine è partita anche grazie all’esposto di Europa Verde firmato da Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, che scrivono che «quanto riportato nel servizio se fosse confermato prefigurerebbe i reati di riciclaggio e finanziamento illecito ai partiti».

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