Fratelli d’Italia condannata in Tribunale per uso improprio di una foto di una famiglia LGBT

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Il tribunale di Roma ha ufficialmente condannato Fratelli d’Italia, primo partito d’Italia e partito di cui fa parte il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per aver utilizzato un’immagine che raffigurava due papà insieme a un neonato nato da gestazione per altri (e non utero in affitto!) senza però averne i diritti o il consenso. Ovviamente la foto aveva un intento omofobico, e infatti la didascalia recitava “Lui non potrà mai dire mamma. I diritti da difendere sono quelli dei bambini“. La campagna era ovviamente contro la maternità surrogata.

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La foto oscena condivisa da Fratelli d’Italia

Negli ultimi mesi la maternità surrogata ha sostituito la teoria gender. Viene chiamato “utero in affitto“, ha tantissime fake news dietro, ed è utilizzato dalla destra italiana per andare contro le famiglie omogenitoriale. Ormai da mesi Fratelli d’Italia e Lega si sono concentrati maggiormente contro questo fenomeno, nonostante i dati condivisi dal Corriere della Sera, è praticamente da 250 coppie all’anno, di cui il 90% di chi la chiede è una coppia eterosessuale. Però a essere attaccati sono sempre e solo gli omosessuali, mi chiedo perché

L’utero in affitto venne utilizzato anche per affossare il DDL Zan, nonostante non fosse neanche minimamente citato nel testo, ma i leghisti che chiaramente non l’avevano letto questo non lo sapevano e in ogni discussione era un costante andare contro la maternità surrogata come se poi, a ricorrere a questa pratica, fossero solamente le persone della comunità LGBT e non anche delle famiglie eterosessuali. E da quando la destra è al governo, non hanno perso l’occasione per continuare a parlarne.

Pensiamo infatti alle priorità del Governo Meloni, ovvero il disegno di legge contro la maternità surrogata, con le firme della senatrice e sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti e del capogruppo al Senato Lucio Malan, in cui si legge la «modifica all’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n.40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano». La maternità surrogata in Italia  è vietata, la pena per chi viola la legge prevede la reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 600.000 a un milione di euro, e quindi quello che vuole cambiare Fratelli d’Italia è che «le pene si applicano anche se il fatto è commesso all’estero».

Fratelli d’Italia e gestazione per altri: adesso dovrà pagare per la propria omofobia

La vicenda risale al 2016, quando il partito della premier Giorgia Meloni ha condotto una campagna aggressiva contro le unioni civili, concentrandosi particolarmente sulla gestazione per altri (GPA). A tale scopo, Fratelli d’Italia ha utilizzato un’immagine che rappresentava una coppia canadese con il neonato Milo: nel manifesto elettorale compariva la frase “Lui non potrà mai dire mamma“. Inoltre, si affermava che “i diritti da difendere sono quelli del bambino“. I protagonisti della foto sono Frank e Rosario BJ Barone, che, dopo un procedimento durato ben 7 anni, hanno finalmente ottenuto giustizia.

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La felice famiglia oggi

Secondo quanto stabilito dalla prima sezione civile del Tribunale, è stato accertato che la foto era protetta da copyright e il partito Fratelli d’Italia l’ha utilizzata senza autorizzazione. Di conseguenza, è stato condannato a pagare il risarcimento per i danni causati e le spese legali. L’immagine, protetta da copyright, venne pubblicata sull’account professionale della fotografa Lindsay Foster, autrice della foto. La pubblicazione era accompagnata da una nota che evidenziava il profondo amore e rispetto tra i padri e la donna incinta. Peccato che, due anni dopo, sia finita in mano di Fratelli d’Italia.

Il partito ha utilizzato l’immagine senza chiedere l’autorizzazione né all’autrice né ai soggetti ritratti, fra cui, ricordiamolo, che un minorenne (gli stessi che vogliono proteggere!). Allora la campagna è arrivata fino in Canada e la coppia ha deciso di rivolgersi agli avvocati Michele Giarratano e Cathy La Torre di Gay Lex, in modo da tutelare i propri diritti. I due avvocati hanno deciso di occuparsi della causa “pro bono“, ovvero senza ricevere alcun compenso. Le spese del procedimento sono state sostenute dalla rete di avvocati Gay Lex, che offre consulenza e supporto per difendere i diritti delle persone LGBT.

Secondo il tribunale di Roma, allora, «l’immagine peraltro è particolarmente intima e ritrae un neonato, non riconoscibile ma potenzialmente identificabile come figlio dei due effigiati». Quindi, Frank e Rosario BJ Barone, secondo la giudice Pratesi, «sono stati dunque destinatari di una illecita intromissione nella propria sfera personale, che ha leso il loro diritto alla tutela dell’immagine e della riservatezza, esponendo – senza il loro consenso – alla pubblica visione un momento di intimità familiare accompagnato dalla formulazione di un giudizio negativo».

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Per il Tribunale di Roma, Fratelli d’Italia va condannata a risarcire la coppia per «il disagio per la diffusione di una immagine rivelatrice della loro intimità, la riprovazione espressa pubblicamente nei riguardi del loro stile di vita e della loro condizione familiare, il timore di essere oggetto di attenzione indesiderata nel caso si fossero recati in Italia». Per i due avvocati, «la sentenza è un segnale importante, non si fa politica sulle vite altrui, calpestandone la dignità o arrecandogli danni». 

In un video Frank e Rosario BJ Barone hanno raccontato che quando seppero della diffusione della foto: «Ci siamo molto arrabbiati, è stato un affronto alla nostra famiglia e alla comunità gay che ci ha ferito, e adesso possiamo dire invece che l’amore vince». Aspettiamo quindi le scuse non solo dal partito, ma soprattutto dalla sua leader e premier italiana, Giorgia Meloni. Che brutta figura ha fatto l’Italia!

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