Murales contro l’omotransfobia a Siena criticato aspramente da Fratelli d’Italia

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Se vi trovate nella zona di Quercegrossa, nel comune di Castelnuovo Berardenga, provincia di Siena, avrete già visto gli splendidi murales della classe IVB del Liceo Artistico “Duccio di Buoninsegna“, Sezione Arti figurative bidimensionali tra cui c’è anche un nome importante come quello di Clara Steuerwald, in arte Nebbia che ha fatto il progetto e con le compagne l’ha realizzato, hanno dato vita a tre murales che hanno come obiettivo quello di proteggere i diritti umani.

Il primo murales riguarda la libertà di voto, che non va sottovalutata, ogni uomo deve essere libero di votare da chi più si sente rappresentato, oppure, come succede in Italia da ormai anni, deve essere libero di votare il meno peggio. Il secondo murales invece riguarda il cambiamento climatico, oggetto delle discussioni soprattutto degli ultimi giorni a causa degli incendi che sono esplosi dalla Sardegna all’Abruzzo alla Calabria ma anche in Grecia o in Turchia. Infine, l’ultimo, è dedicato al contrasto delle discriminazioni di genere, quindi volto a sottolineare la libertà d’amare e di essere.

Ma come sono stati rappresentati? Hanno qualcosa di osceno tanto da far indignare un dirigente di Fratelli d’Italia? In quello sulla libertà di voto si vede un uomo stilizzato che cerca di votare, con occhi minacciosi che lo guardano insistentemente. In quello per il cambiamento climatico un uomo cerca di sostenere con la propria forza il nostro pianeta, distrutto. Infine, in quello contro l’omotransfobia si vedono solo delle persone, di tante forme e colori diversi, felici e allegre sotto la frase: «noi non ci censureremo per confortare la vostra ignoranza». Unici simboli: vediamo quello delle persone transgender e la ruota della sedia a rotelle color arcobaleno.

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Il murales contro l’omotransfobia
Fonte: tiresiacevedelungo su Instagram

Non c’era niente di volgare, non c’era niente che potesse «scandalizzare i bambini», nulla di eclatante, tra l’altro, poiché, in fin dei conti, i ragazzi tra cui Nebbia hanno solo rappresentato la realtà e sottolineato il diritto di ogni persona di essere come preferisce, agire come preferisce, e amare chi si sente di amare. Eppure non tutti la pensano così, poiché da Fratelli d’Italia sono subito arrivate le polemiche, ovviamente solo per l’ultimo murales dei tre.

Fratelli d’Italia contro il murales che va contro l’omotransfobia

È Lorenzo Rosso, un dirigente di Fratelli d’Italia che di rosso ha solo il cognome (tra l’altro il suo slogan in campagna elettorale era «A Siena il Rosso c’è. Da sempre contro la sinistra») a scagliarsi contro un murales il cui unico obiettivo è quello di sottolineare la libertà di ognuno. Come lo fa? Ovviamente dicendo implicitamente che la libertà delle persone LGBT di essere chi sono realmente mina quella degli omofobi di essere… omofobi. Insomma ricordate tutte le discussioni in Senato sul DDL Zan? Ecco, il suo pensiero è quello: la mia omofobia è importante.

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Lorenzo Rosso
Fonte: web

Su SienaNews, infatti, ha lasciato una lunga dichiarazione: «A Quercegrossa, popolosa frazione dell’hinterland di Siena, nel comune di Castelnuovo Berardenga è apparso nei giorni scorsi un murales fatto dipingere dagli alunni del liceo artistico “Buoninsegna” di Siena raffiguranti simboli transgender», ha detto, presentando quindi i murales che, ricordiamolo, non hanno nulla di male e sono stati creati da ragazzi non minacciati né costretti, ma che hanno disegnato felici di far del bene.

«Una vicenda incredibile», continua, «Con la scusa del progetto di ‘riqualificazione degli spazi urbani’, l’assessora del Pd Martina Borgogni, con furore ideologico e non nota per azioni che interessino i fatti concreti dei cittadini, ha fatto vergare a dei ragazzi alunni di scuola, disegni con simboli transgender con la grande scritta ‘noi non ci censureremo per confortare la vostra ignoranza’  dando dunque dell’ignorante ed offendendo pubblicamente in tal modo chi non la pensa come la teoria gender ed il disegno di legge Zan».

No, si dà pubblicamente dell’ignorante a chi sostiene che avere la libertà di essere omofobi è più importante di avere la libertà di mettere lo smalto sulle unghie (è un esempio, poiché non tutte le persone che indossano lo smalto fanno parte della comunità LGBT) senza essere picchiato. Oppure la libertà di andare a un Pride senza essere picchiato. La realtà è che la destra sembra preoccuparsi dei bambini solo se quei bambini non sono LGBT, perché di episodi di bambini o ragazzini picchiati da omofobi ce ne sono tanti, ma forse chiudono gli occhi come Salvini di fronte al comune di Foggia leghista sciolto per mafia.

Conclude poi: «Siamo contrari alla ideologia gender. I ragazzi non si toccano con ideologie estreme ed è anche per questo che nessuno ha voluto il fallimentare DDL Zan, stralciato dai lavori parlamentari perché destinato ad una sonora e naturale bocciatura. In particolare in un disegno di tale “riqualificazione” voluta dalla giunta di sinistra è tracciato il simbolo noto come quello “transgender”. Una vicenda incredibile che porteremo all’attenzione del Prefetto di Siena ed in consiglio comunale chiedendo le dimissioni dell’assessora. La giunta piddina Nepi, nota per il suo immobilismo, pensi davvero alle riqualificazioni urbane».

I ragazzi di un quarto superiore sanno già quel che vogliono. Sanno dire “no, non la penso così“, sanno informarsi sulla questione dei diritti umani, sono capaci di comprendere cos’è giusto e cos’è sbagliato. Dei ragazzi sono capaci di comprendere che rispettare la libertà di tutti i cittadini e non solo di quelli etero e cisgender, è più importante di rispettare la libertà di quegli estremisti di destra che picchiano dei ragazzi o delle ragazze solo perché hanno una borsa arcobaleno.

Tra l’altro, non generalizziamo. «Nessuno ha voluto il fallimentare DDL Zan?». Solo la destra (e, abbiamo visto, neanche tutta la destra) non lo vuole. Solo chi ha molti sostenitori omofobi e pure razzisti e che il DDL Zan ha dimostrato di non averlo mai letto.

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Persino Alessandra Mussolini è pro al DDL Zan. Alessandra Mussolini.
Fonte: Chi

La risposta di Arcigay Siena

Arriva subito la risposta di Arcigay Siena, tramite un post su Facebook. A parlare è Greta Sartarelli, presidente di Arcigay Siena – Movimento Pansessuale, rispondendo direttamente al dirigente provinciale e nazionale di Fratelli d’Italia che ha mosso quelle critiche assurde a un murales innocente, creato da ragazzi per ragazzi e per chiunque riesca a comprenderne il vero messaggio.

«Le persone trans* esistono. Rosso se ne faccia una ragione. Solidarietà all’assessora Borgogni che promuove la cultura dell’inclusione. Basta usare questi temi per fare campagna elettorale.

Fratelli d’Italia non sa più a cosa attaccarsi. Ed è evidente che Lorenzo Rosso non sa di cosa straparla. Grida allo scandalo di fronte al simbolo delle identità trans*, perché forse pensa di vivere in un mondo in cui le persone trans* non esistono o non hanno il diritto di essere rappresentate. Fa sorridere che Rosso definisca “furore ideologico”, l’impegno con cui l’assessora Martina Borgogni promuove la cultura dell’inclusione, il contrasto alle discriminazioni di genere e all’omo-bi-lesbo-trans-a-fobia.

Paradossale che si chiedano le dimissioni di una buona amministratrice che fa semplicemente il suo dovere, portando avanti battaglie di civiltà che non dovrebbero avere colore politico ed essere patrimonio di tutte e tutti” ha dichiarato Greta Sartarelli presidente di Arcigay Siena – Movimento Pansessuale a proposito della polemica sollevata dal dirigente provinciale e nazionale di Fratelli d’Italia sul murales realizzato nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro promosso dai Comuni di Castelnuovo Berardenga e Monteroni d’Arbia con il Liceo Artistico “Duccio di Buoninsegna” di Siena.

Nello specifico la polemica sollevata da Rosso è strumentale e funzionale ad un posizionamento di Fdl. Stupisce, infatti, che Rosso si sia accorto del murales, solo adesso, alle porte cioè di una campagna elettorale che si preannuncia senza esclusione di colpi. Noi persone LGBTQIA+* siamo stanche di essere usate come terreno di scontro ideologico. Come Associazione di riferimento della provincia, esprimiamo solidarietà e sostegno all’assessora Martina Borgogni e al Comune di Castelnuovo Berardenga che da diversi anni fa parte della Rete Re.A.Dy (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni).

Ma soprattutto siamo al fianco delle autrici del murales che ringraziamo per aver avuto il coraggio di raccontare la bellezza delle differenze che colorano il mondo. L’opera che hanno realizzato è, infatti, una necessaria presa di posizione contro l’ignoranza che genera mostri, alimentando odio e violenza. Per fortuna, le nuove generazioni sono molto più avanti di quelle che le hanno precedute e hanno una visione del mondo che vorrebbero molto diversa da quella che hanno i politici che stanno colpevolmente tenendo in ostaggio il Ddl Zan, non perché è una cattiva legge o una legge che non serve, ma per ragioni di mero opportunismo politico.

NOTA STAMPA – Arcigay Siena sulla polemica sollevata da Rosso (FdI) Greta Sartarelli: “Le persone trans* esistono. Rosso…

Pubblicato da Movimento Pansessuale | Arcigay Siena su Venerdì 13 agosto 2021

Il sostegno da Potere al Popolo

Intanto anche Potere al Popolo, in un comunicato stampa, si dice a favore del murales e dalla parte di Arcigay Siena e dei ragazzi che lo hanno disegnato: «Siamo al fianco delle autrici del murales realizzato a Quercegrossa e che è stato oggetto di attacchi inaccettabili da parte di un politicante locale di Fratelli d’Italia (consigliere comunale a Castelnuovo Berardenga). Il bellissimo murales, che semplicemente rappresenta la realtà plurale e complessa che ci circonda, è stato realizzato i primi di Giugno nell’ambito di una collaborazione tra il Liceo Artistico Buonisegna di Siena e alcune amministrazioni comunali.»

Potere al Popolo pensa che l’attacco al murales e quest’intera polemica sia «emersa solo ora, guarda caso alle soglie della campagna per le elezioni suppletive, in cui pensano evidentemente di poter spendere a fini elettorali temi come la fantomatica teoria gender e gli attacchi al ddl Zan. Ovviamente si tratta di un tentativo di strumentalizzare il lavoro di queste ragazze che, invece, come altri coetanei, sono molto più avanti delle generazioni precedenti e sanno cogliere la bellezza delle differenze che attraversano le nostre comunità».

Concludono poi: «Cercare di trascinare, per puro opportunismo politico, delle giovani ragazze all’interno di un terreno di scontro ideologico, è un’azione ignobile. Noi invece oltre alla solidarietà, vogliamo rilanciare il messaggio contenuto in quel murales, ovvero che l’ignoranza genera mostri, alimentando odio e violenza».

La replica di Lorenzo Rosso

Non finisce ancora qui! Perché Lorenzo Rosso ha già risposto ad ArciGay Siena: «Qui il problema non è vivere la propria sessualità come si crede. La Costituzione stessa sancisce le libertà sessuali, ci mancherebbe altro. Il problema sorge quando si vogliono utilizzare alunni delle scuole per propagandare teorie gender di stampo estremistico. I bambini e gli adolescenti hanno tutto il diritto di vivere la propria giovinezza senza le intromissioni della politica?». Cosa? Sono dei ragazzi di un quarto superiore, alcuni sono sicuramente maggiorenni e quindi hanno il diritto di voto e devo stare lontani dalla politica?

I ragazzi si avvicinano alla politica proprio in età adolescenziale, soprattutto in un quarto superiore in cui sei vicino alla soglia per poter votare. Ma soprattutto parliamo di diritti umani, non di politica. Lorenzo Rosso crede forse che nei Pride marcino solamente maggiorenni che hanno finito la scuola? Sono tantissimi gli adolescenti che partecipano! Così come sono tantissimi gli adolescenti che sostengono il DDL Zan (e ci sono persino i contrari). Oggi gli adolescenti non vivono nel mondo delle favole, internet permette di informarsi meglio e anche loro si informano sulla politica e sui diritti umani.

«In alcune scuole in Toscana , non il caso di Quercegrossa, associazioni hanno messo in campo progetti volti ad individuare gli ‘stereotipi di genere’ contenuti nelle fiabe.I n alcune classi, addirittura, si insegna ai bambini maschi a recitare la parte delle femmine e alle femmine la parte dei maschi.

Da noi, con la scusa della ‘riqualificazione degli spazi urbani’ l’assessora della immobile Giunta Nepi Pd, Martina Borgogni, di cui chiediamo le opportune dimissioni, promuove tra gli adolescenti facendogli disegnare sui muri non personaggi di fantasia, ma simboli gender, archetipi di una teoria che propaganda la prevalenza dell’identità di genere sul sesso biologico e la decostruzione di ogni comportamento o ruolo tipicamente maschile o femminile. Teoria che insinua che ciò si tratterebbe sempre di imposizioni culturali».

Ma quali sarebbero questi simboli gender? Semplicemente il simbolo delle persone transgender che sono persone che esistono e che hanno (o almeno dovrebbero avere) dei diritti? Crede che disegnando il simbolo dei transgender i ragazzi improvvisamente vogliano diventare ragazze e viceversa? Poi, vabbè, si continua con il pensare che quando le persone transgender otterranno dei diritti, automaticamente i cis li perderanno. Incommentabile davvero.

Infine, conclude: «Teoria che tende alla sessualizzazione precoce dei giovani e dei bambini. Appare dunque chiaro che il dato è uno: non interessa la ‘riqualificazione degli spazi urbani’ o dire a me frasi ovvie come quella che ‘i transgender esistono’. Il vero scopo di certa sinistra estremista è quello di indottrinare i ragazzi delle scuole all’ideologia gender. Giù le mani dalla scuola e dai ragazzi e adolescenti: non lo permetteremo». Speriamo che a rispondergli siano proprio quei ragazzi, perché sono sicura che la loro mentalità sia più aperta della sua. Non che ci voglia tanto.

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