Il patriarca Kirill giustifica la guerra in Ucraina: «è una guerra contro i modelli delle parate gay»

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Ci ha sconvolto leggere la predica del patriarca ortodosso di Mosca Kirill. Un uomo che dovrebbe essere di chiesa, un uomo che dovrebbe lottare per la pace in tutto il mondo, ma che invece è arrivato a giudicare giusta e, anzi, sostenere, la guerra e tutte le azioni di Putin. Azioni che implicano delle scelte come quella di uccidere tantissime persone, tra cui anche dei bambini e tantissime persone innocenti. Tuttavia, il patriarca ha avuto il coraggio di sostenerle in quando con la guerra si uccidono e puniscono gli omosessuali.

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Voglio che facciamo un passo indietro. Il patriarca Kirill ha parlato come se l’Ucraina fosse il posto più gay-friendly del mondo, quando in realtà non è proprio così. Abbiamo già visto due diverse storie. Da una parte quella della comunità LGBT che è scesa in campo, dall’altra quella delle persone transgender che non riescono a scappare in quanto i loro documenti non coincidono con la persona che sono. Quindi, insomma, perché il patriarca se l’è presa proprio con loro facendo credere che, invece, fossero non omofobi?

L’Ucraina non era e non è ancora oggi il paese più gay friendly e proprio questo fa storcere il naso all’entrata del paese nell’Unione Europea per chi guarda oltre alla guerra: e se dovesse diventare un’altra Polonia e un’altra Ungheria? Pensate persino che è stata inserita al 31esimo posto nell’elenco di 49 paesi più omotransfobici stilato da The International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association, e le storie che leggeremo oggi sono la testimonianza di quanto grave sia la situazione per le persone transgender.

Sebbene infatti Zelensky si sia sempre espresso a favore della comunità LGBT e si sia anche esposto per invitare tutti gli ucraini a non attaccare le persone che amano una persona dello stesso sesso, i fatti dicono molto altro. Basti pensare che due anni fa è stata creata un’alleanza fra Svyatoslav Yurash (Servo del Popolo) e Oleh Voloshyn (Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, pro Putin) che si opponeva al matrimonio egualitario e all’adozione per le coppie dello stesso sesso. Poi Voloshyn ha anche proposto una legge che punisce «la propaganda che distrugge l’istituzione della famiglia» (per fortuna respinta).

Tuttavia, non sono gli unici casi. Ci sono tantissimi casi di proposte di legge contro la comunità LGBT, ma anche di aggressione, insulti ed emarginazione nei confronti delle persone che semplicemente amano, per cui non è solo il governo o il parlamento, ma proprio gran parte della popolazione. Ad esempio, durante un festival del cinema LGBT, degli estremisti attaccarono con spranghe e lacrimogeni. Non ci sono leggi che tutelano le persone LGBT, e il 47% degli ucraini ritiene che i diritti delle minoranze sessuali debbano essere limitati. Per cui, quale lobby gay?

Le parole del patriarca Kirill contro l’Ucraina

Durante la Domenica del Perdono il patriarca Kirill ha tenuto un discorso per giustificare la guerra in Ucraina, dopo che «per otto anni ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass», «dove c’è un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che oggi vengono offerti da chi rivendica il potere mondiale». Secondo Kirill «oggi esiste un test per la lealtà a questo governo, una specie di passaggio a quel mondo ‘felice’, il mondo del consumo eccessivo, il mondo della ‘libertà’ visibile. Sapete cos’è questo test? È molto semplice e allo stesso tempo terribile: è una parata gay»

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Putin e Kirill

Da uno come il patriarca Kirill, che sostiene Putin, che ha promesso che i matrimoni LGBT non sarebbero mai divenuti realtà finché lui sarebbe stato presidente, non possiamo di certo aspettarci nulla di diverso. Tuttavia ci sconvolge comunque pensare che un uomo di chiesta, che dovrebbe parlare per l’amore, approvi la guerra e tantissime morti.

«Questa primavera è stata offuscata da gravi eventi legati al deterioramento della situazione politica nel Donbass, praticamente lo scoppio delle ostilità», ha detto inizialmente, passando poi subito a incolpare le parate omosessuali. «Se l’umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio, se l’umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì», ha continuato. «[Le parate omosessuali] sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano», ha detto il patriarca Kirill.

«Ecco perché per entrare nel club di quei paesi è necessario organizzare una parata del gay pride. Non per fare una dichiarazione politica ‘siamo con te’, non per firmare accordi, ma per organizzare una parata gay. E sappiamo come le persone resistono a queste richieste e come questa resistenza viene repressa con la forza. Ciò significa che si tratta di imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi, di imporre con la forza alle persone la negazione di Dio e della sua verità», ha detto nella stessa omelia.

Secondo la sua opinione, «ciò che sta accadendo oggi nell’ambito delle relazioni internazionali, quindi, non ha solo un significato politico. Stiamo parlando di qualcosa di diverso e molto più importante della politica. Si tratta della salvezza umana, di dove andrà a finire l’umanità. Tutto ciò che dico non ha solo un significato teorico e non solo un significato spirituale. Intorno a questo argomento oggi c’è una vera guerra. Chi sta attaccando l’Ucraina oggi, dove la repressione e lo sterminio delle persone nel Donbass va avanti da otto anni? Otto anni di sofferenza e il mondo intero tace: cosa significa?

Ma sappiamo che i nostri fratelli e sorelle stanno davvero soffrendo; inoltre, possono soffrire per la loro fedeltà alla Chiesa. Tutto quanto sopra indica che siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico. So come, sfortunatamente, gli ortodossi, i credenti, scegliendo la via di minor resistenza in questa guerra, non riflettano su tutto ciò a cui pensiamo oggi, ma seguono umilmente la strada che mostrano loro i poteri costituiti».

Patriarca Kirill
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Kirill

Infine, il patriarca Kirill conclude: «Non condanniamo nessuno, non invitiamo nessuno a salire sulla croce, ci diciamo solo: saremo fedeli alla parola di Dio, saremo fedeli alla sua legge, saremo fedeli alla legge dell’amore e giustizia, e se vediamo violazioni di questa legge, non sopporteremo mai coloro che distruggono questa legge, offuscando il confine tra santità e peccato, e ancor più con coloro che promuovono il peccato come esempio o come uno dei modelli di comportamento umano».

«Oggi i nostri fratelli nel Donbass, gli ortodossi, stanno indubbiamente soffrendo, e noi non possiamo che stare con loro, soprattutto nella preghiera, dobbiamo pregare affinché la pace giunga al più presto, che il sangue dei nostri fratelli e sorelle si fermi, che il Signore inclini la sua misericordia verso la terra sofferente del Donbass, che ha portato questo segno triste per otto anni, generato dal peccato e dall’odio umani».

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