
Italia sotto osservazione UE per Stato di diritto e democrazia: attesa una valutazione critica nel 2025
L’Italia è finita sotto la lente dell’Unione Europea in una seduta a porte chiuse del Parlamento europeo, dove è stata anticipata la valutazione preliminare del prossimo rapporto sullo Stato di diritto, previsto per luglio 2025. L’audizione si è tenuta mercoledì scorso all’interno del Democracy, Rule of Law and Fundamental Rights Monitoring Group del Parlamento, e ha sollevato numerose perplessità sulla situazione legale e democratica del Paese.
Secondo fonti parlamentari citate da Euractiv, Julien Mousnier, a capo della direzione generale per lo Stato di diritto, i Diritti fondamentali e la Democrazia della Commissione europea, ha messo in evidenza diverse criticità che con ogni probabilità saranno incluse nel rapporto finale.

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ToggleLe principali criticità emerse sull’Italia: giustizia, decreti e lotta alla corruzione
Tra le preoccupazioni principali sollevate durante la sessione figurano:
- L’insufficiente digitalizzazione del sistema giudiziario italiano, che continua a rallentare i tempi della giustizia e a incidere negativamente sull’indipendenza ed efficienza della magistratura.
- La mancanza di formazione aggiornata per i magistrati e operatori del diritto, che limita la capacità del sistema di adattarsi agli standard europei.
- I persistenti conflitti di interesse, segno di un problema sistemico di trasparenza e di governance.
- L’abolizione del reato di abuso d’ufficio nel 2024, considerata un passo indietro nella lotta alla corruzione e vista come un segnale preoccupante rispetto agli impegni europei in materia.
Inoltre, è stato sottolineato lo stallo nella proposta di armonizzazione delle norme anticorruzione a livello UE, ancora oggetto di negoziati tra Commissione, Parlamento e Consiglio. Particolare preoccupazione ha sollevato anche il disegno di legge sulla sicurezza, attualmente in discussione, che prevede pene più severe per forme di protesta non violente, come la resistenza passiva e i sit-in pacifici. Secondo gli eurodeputati critici, questo provvedimento rischia di criminalizzare l’attivismo politico e sociale, e potrebbe costituire una violazione dei diritti fondamentali.
Altro tema caldo della discussione è stato l’abuso dei decreti-legge da parte del governo Meloni, criticato per ricorrere in maniera eccessiva a questo strumento legislativo d’urgenza. Secondo i dati Openpolis aggiornati a gennaio 2025, l’esecutivo ha emesso 84 decreti, un numero superiore rispetto a qualsiasi altra legislatura recente, incluse quelle durante la pandemia.
Polemiche interne e assenza dei ministri italiani
Un aspetto particolarmente controverso dell’udienza è stata l’assenza dei ministri italiani della Giustizia e dell’Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. Al loro posto sono intervenuti funzionari di livello inferiore, che secondo i membri della commissione non sono stati in grado di rispondere in modo esaustivo alle domande sollevate.

La deputata belga Sophie Wilmès, presidente della sessione, ha interpretato l’assenza dei ministri come un boicottaggio politico, sottolineando che in casi analoghi altri Stati membri avevano garantito la presenza diretta di ministri o anche primi ministri. Alla tensione della seduta si è aggiunta anche una controversia politica tra gruppi parlamentari. Il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), di cui fa parte Fratelli d’Italia, ha indetto una conferenza stampa alternativa, lamentando l’esclusione di alcuni relatori proposti, tra cui il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, il quale ha accusato la sinistra europea di “fascismo al contrario”.
In risposta, Gaetano Pedullà, eurodeputato del Movimento 5 Stelle (gruppo The Left), ha chiarito che la richiesta dell’ECR è stata presentata oltre il termine stabilito, e ha accusato il gruppo di destra di voler distrarre l’attenzione dai problemi reali, in primis l’assenza ingiustificata dei ministri italiani alla riunione ufficiale.

Verso un rapporto critico sull’Italia nel 2025
La relazione finale sullo Stato di diritto in Italia sarà pubblicata nel luglio 2025 e, secondo le anticipazioni emerse durante l’audizione, non sarà indulgente. Il contesto europeo attuale richiede il rispetto di standard elevati in materia di democrazia, giustizia e trasparenza da parte di tutti gli Stati membri.
Se l’Italia non affronterà le criticità emerse – dalla lentezza della giustizia alla trasparenza amministrativa, dall’uso disinvolto dei decreti alla gestione del dissenso – rischia di finire al centro di un confronto più acceso tra Roma e Bruxelles nei mesi a venire.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty