Israele e Palestina: democratici usa attaccano i colleghi che chiedono di smettere di finanziare il governo dell’Apartheid

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Rashida Tlaib, unica deputata palestinese del Congresso degli Stati Uniti, ha rilasciato la scorsa domenica una dichiarazione dicendosi addolorata per le vite perse nella giornata precedente in Israele e Palestina, da quando Hamas ha attaccato Israele, ma anche per le vite che vengono perse ogni giorno. «Il mancato riconoscimento della realtà violenta di vivere sotto assedio, occupazione e apartheid non rende nessuno più sicuro», ha detto la donna. Eppure, solo questa dichiarazione, ha fatto triggerare mezzi Stati Uniti, e forse anche di più, inclusi i suoi colleghi democratici (ma siamo stupiti? No).

Cup of Green Tea è dalla parte delle vittime palestinesi che da anni vengono uccise, picchiate e arrestate da Israele, ma non è dalla parte di Hamas che uccide e violenta delle persone innocenti. Cup of Green Tea non è mai dalla parte di Israele che per anni ha ucciso, picchiato e arrestato persone solo per il fatto che sono palestinesi, ma è solidale nei confronti di tutte le vittime innocenti.

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Ogni volta che c’è una guerra, ogni volta che c’è qualcosa, tutti i vip a livello mondiale decidono di aprire bocca in questioni in cui non sono informati e che non comprendono minimamente. Sono così tante le persone che hanno messo un post con la bandiera palestinese, o che hanno scritto una storia strappalacrime per le vittime israeliane senza aver mai aperto bocca su quelle palestinesi che sono state uccise (e parliamo anche di bambini e donne, non dimentichiamo la giornalista americana di origini palestinesi uccisa dall’IDF) da Israele, che fa veramente salire il nervoso.

Politici, vip, cittadini, letteralmente chiunque si sta esprimendo su questa vicenda senza però aver mai detto mezza parola per la Palestina. Ovviamente non possiamo aspettarci che Hollywood o che gli americani in generale si informino su qualcosa che avviene al di fuori da Hollywood, e in più sappiamo benissimo come gli Stati Uniti siano dei grandi alleati di Israele, quindi sorprenderci è anche da sciocchi. Tuttavia, vedere quei post, uno dopo l’altro, sapendo di quell’assordante silenzio nei confronti dei palestinesi che da decenni combattono per la propria libertà, fa un po’ indignare.

Si lotta per la pace… ma solo se non è quella della Palestina

«Finché il nostro Paese fornirà miliardi in finanziamenti incondizionati per sostenere il governo dell’apartheid, questo straziante ciclo di violenza continuerà», ha detto la deputata Rashida Tlaib nella sua dichiarazione. Delle parole che tutti quelli che in questi giorni hanno scritto sending love to Israele dovrebbero leggere e soprattutto recitare mentre si fanno un esame di coscienza. Perché non puoi essere contro la guerra e sostenere Israele che letteralmente uccide i palestinesi per il solo fatto che sono palestinesi. E tutto questo con il sostegno dell’Occidente.

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La deputata Rashida Tlaib, D-Mich., tiene un cartello con la scritta “boicottaggio dell’apartheid” fuori dal Campidoglio degli Stati Uniti il ​​17 luglio 2023
Foto: Francis Chung / POLITICO via AP Images

Ovviamente le dichiarazioni della Tlaib hanno causato non poche critiche, non solo da parte dei repubblicani ma anche da parte dei colleghi democratici, tra cui Josh Gottheimer, che ha affermato di essere disgustato dal fatto «che mentre gli israeliani puliscono il sangue dei loro familiari uccisi nelle loro case, credono che il Congresso dovrebbe privare i finanziamenti statunitensi al nostro alleato democratico e permettere che civili innocenti soffrano». Il deputato dov’era quando erano i palestinesi a piangere i propri cari? Cos’ha detto ai parenti della giornalista Aqleh, uccisa delle IDF?

«Penso che tutti dovrebbero condannare gli attacchi di Hamas, e noi lo abbiamo chiesto. Allo stesso tempo, è un po’ offensivo che alcuni democratici stiano sfruttando questo momento, con ulteriori massicce perdite di vite umane in gioco, per attaccare altri democratici per il proprio vantaggio politico», ha detto Matt Duss, vicepresidente esecutivo del Center for International Policy ed ex consigliere di politica estera del senatore Bernie Sanders, I-Vt. «È notevole come alcuni elementi di un partito che si vanta della giustizia razziale e dell’uguaglianza e che difende i meno potenti non sembrano tollerare alcuna espressione di simpatia per i civili quando quei civili sono palestinesi».

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Un membro dello staff democratico che ha chiesto a The Intercept l’anonimato per parlare liberamente, ha affermato che «è compito della leadership democratica proteggere i propri membri. La domanda è, per la leadership: sopporteranno tutto questo? Con i membri che fanno di tutto, non per dichiarare la loro posizione, o per non dichiarare il loro sostegno a Israele e condannare Hamas, ma per criticare i membri del loro stesso partito?». Gli attivisti, invece, ringraziano i membri del congresso che si sono schierati apertamente. Ad esempio, Beth Miller, direttrice politica del gruppo progressista anti-occupazione Jewish Voice for Peace Action, ha affermato:

«Non c’è stato quasi nessun membro del Congresso che abbia riconosciuto il fatto che, oltre all’orribile uccisione di civili israeliani, ci sono stati civili palestinesi che sono stati uccisi dall’esercito israeliano e dai coloni israeliani. Ciò che hanno detto non avrebbe dovuto essere neanche lontanamente controverso. E il fatto che persone come Josh Gottheimer – che ha trascorso la sua carriera allontanandoci sempre di più da ogni possibile futuro in cui sia i palestinesi che gli israeliani possano essere liberi e sicuri – oserebbe attaccarli perché piangono sia la vita dei palestinesi che quella degli israeliani dimostra quanto è lontano e selvaggiamente fuori base e quanto sta suonando i tamburi di guerra in questo momento».

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