Giulia De Lellis e il vergognoso viaggio in Israele

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Stava passando un po’ nell’ombra il vergognoso e terrificante viaggio di Giulia De Lellis con il suo compagno Carlo Beretta, vicedirettore dell’omonima casa di produzione di armi, in Israele, dove hanno avuto l’occasione non solo di incontrare il Presidente dello Stato ma anche di fare un vero e proprio addestramento con l’IDF (Israel Occupation Force), ovvero le forze armate israeliane che letteralmente hanno ucciso più di 40 minori solo nell’ultimo anno. Stava passando inosservato perché evidentemente i 5 milioni di followers dell’influencer non sono minimamente informati sulla questione palestinese, ma fortunatamente l’account @karem_from_haifa ha denunciato tutto tramite un video.

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Giulia De Lellis e Carlo Beretta

In molti si son detti stupiti, che non se l’aspettavano. Ma davvero? Giulia De Lellis è letteralmente quella che è passata dal fare body shaming in televisione a diventare paladina della skin positivity. Però si cambia, giusto? Alla fine l’abbiamo visto più volte con i nostri politici che sono attualmente al governo: per piacere al Sud Italia, non puoi fare cori contro Napoli, e se vuoi anche i voti delle donne, non puoi paragonarle a delle bambole gonfiabili. Ma se c’è una cosa che è proprio parte della cultura italiana, è avere poca memoria, e questo è evidente anche con il caso Giulia De Lellis.

Ma l’influencer da 5 milioni di followers non è solo questo. Non sono sua fan, non l’ho mai seguita, ma sapete come funziona: le storie girano. E io ricorderò per sempre i commenti dei suoi fan affezionati per le sue storie in cui dice di essersi commossa per After 2, un film molto discutibile poiché racconta di una relazione molto più che tossica che potrebbe far emozionare solamente i 14enni che ancora non hanno compreso che la gelosia eccessiva non è una cosa carina ma che è normale avere una propria vita, dei propri amici, i propri spazi.

E quindi? È questo il problema? No, no. Il problema è che poi negli stessi giorni letteralmente pubblicò delle foto in cui indossava una pelliccia di pelle vera. Perché per After 2 Giulia De Lellis si commuove, ma per l’animale morto e privato della propria pelliccia mentre era ancora in vita solo per finire sulle spalle di una influencer che tiene al guinzaglio il proprio cane in una giornata di neve, no. Nessun pensiero per quella sofferenza. Ma figuriamoci da una fidanzata con un Beretta, figlio di un’azienda di produzione di armi, non possiamo aspettarci nulla di più. Con la questione palestinese, però, l’ha pestata grossa. E le scuse non basteranno (speriamo!).

Il viaggio in Israele di Giulia De Lellis e compagno

Quello di cui i media italiani hanno parlato è stato principalmente l’incontro con il Presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog. Ma da dei media controllati da un governo che sostiene Israele (d’altronde, a qualcuno importa se le vittime sono bionde con gli occhi azzurri, che muoiano le persone, e anche i bambini, con una pelle più scura, non tange la sensibilità di alcun Salvini o Meloni) e che tacciono su questioni importanti come la situazione a Catania, non siamo stupiti più di tanto. E per questo, se siamo a conoscenza di questo viaggio, dobbiamo ringraziare l’attivista @karem_from_haifa, che ha pubblicato un video sul suo profilo Instagram spiegando alla perfezione il vergognoso viaggio dell’influencer italiana.

Il video dell’attivista comincia con una premessa sulla coppia che noi salteremo (ma alla fine dell’articolo troverete il video completo), ma vogliamo solo sottolineare l’incoerenza della presenza di un Beretta a un evento UNICEF. Beretta non l’azienda che produce salami, ma la fabbrica che «nata nel 1526, produce pistole, fucili, carabine e accessori pensati per chi pratica caccia e tiro a volo». Chissà se la stessa coppia che ha presenziato a un evento di un associazione di pace, ha venduto delle armi al regime israeliano che ha ucciso solo nell’ultimo anno 40 minorenni.

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Giulia De Lellis e compagno con la Special Force israeliana

Durante questo viaggio, la coppia ha fatto un bell’addestramento con l’IDF, ovvero la Israel Occupation Force. Una chicca sull’IDF: oltre ai vari minorenni e bambini palestinesi uccisi, sono stati anche accusati di aver ucciso una giornalista americana palestinese, Shireen Abu Aqleh, sebbene in primis abbiano negato qualsiasi responsabilità puntando il dito contro degli ipotetici uomini armati palestinesi, ma poi, mesi e mesi dopo, hanno ammesso che probabilmente uno dei loro soldati le aveva sparato, ma ha detto che non ci sarebbero stati procedimenti penali perché nessuna legge era stata infranta e ha dichiarato il caso chiuso. Ah! Che bella giornata da passare con i fascisti.

Ho detto fascisti? Ho detto fascisti. Come sottolinea anche Karem, infatti, Israele è stato condannato anche da Amnesty per il suo apartheid contro il popolo palestinese. Cos’è un apartheid? «L’apartheid è una violazione del diritto internazionale pubblico, una grave violazione dei diritti umani protetti a livello internazionale e un crimine contro l’umanità ai sensi del diritto penale internazionale», spiega Amnesty a chi, probabilmente come Giulia De Lellis e followers, non sa cosa sia questa grave violazione di diritti.

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Giulia De Lellis in compagnia del Presidente di Stato d’Israele

Insomma, dopo la giornata passata in compagnia di assassini di giornalisti, bambini o semplicemente persone palestinesi o che supportano la popolazione palestinese, Giulia De Lellis, compagno e madre hanno partecipato a un party nella Grotta di Salomone che, come sottolinea Karem, «si estende sotto il quartiere musulmano. Quartiere dove proprio in questi giorni e da sempre le famiglie di palestinesi, cristiane e musulmane, vengono deportate, per fare spazio ai coloni. E dove la polizia ogni tanto per divertimento spara in testa ai ragazzi autistici. Magari proprio con una delle armi che il tuo fidanzato gli vende, cara Giulia».

Nella sua carriera da influencer e in televisione Giulia De Lellis ha avuto uscite grassofobiche, omofobiche, completamente anti animaliste e adesso supporta anche Israele facendo feste e passando giornate con persone che letteralmente stanno commettendo dei genocidi. Questa volta delle scuse non basteranno, e ci auguriamo che quelle cinque milioni di persone che la seguono si rendano conto di che persona è, ma soprattutto che aprano un libro che non sia sulle corna.

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