Giornata internazionale dei diritti delle donne: c’è ancora da lottare

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Oggi ci siamo svegliate e siamo state travolte da buona festa della donna, auguri a tutte le donne, accompagnati da quelle solite frasi di rispetto per le donne e tutte quelle cose che chiunque dice una sola volta all’anno giusto perché si deve fare. Ma parliamone seriamente: festa della donna? Oggi è la giornata internazionale dei diritti delle donne. Oggi dobbiamo ricordare il passato e pensare a quello che succede ancora nel presente, ma soprattutto lottare per il nostro futuro.

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Una delle frasi che vengono mandate sui gruppi famiglia su Whatsapp
Fonte: Stretto Web

Per questo motivo, oggi ho deciso di scegliere cinque degli eventi che sono successi nell’ultimo periodo e che riguardano la condizione delle donne, in Italia ma anche nel mondo, e riportarle qui. Ne ho scelte solo cinque e sicuramente non sono le più serie e le più gravi (ricordiamo i campi di concentramento in Cina o tutti i femminicidi, la condizione di alcune donne in Iran o ancora il revenge porn, gli stupri, lo slut shaming,…), ma sappiate che, nel 2021, c’è ancora tanto per cui lottare.

Esporrò cinque situazioni diverse, alcune più importanti di altre ma tutte degne di rilievo, che ho letto (e non) in questi giorni e su cui voglio scrivere un pensierino. Vi invito a leggere e a ragionarci su, perché la giornata internazionale dei diritti delle donne non è solo postare quella frase cercata all’ultimo minuto su google e postarla con la foto di una mimosa. Ma è rispettare tutte le donne ogni giorno, aiutandole anche a combattere.

Giornata internazionale dei diritti delle donne: per cosa dobbiamo lottare

Partiamo da tre donne uccise a Jalalabad, una città in Afghanistan, tre giornaliste uccise con un colpo alla testa. Avevano dai 18 ai 20 anni, tanti sogni nel cassetto e, chissà, magari in qualche modo sarebbero riuscite a migliorare la situazione della donna (e non solo) in Afghanistan. Non è la prima volta, infatti, che nel paese vengono presi di mira giornalisti e dipendenti della tv o dello Stato. A gennaio a morire furono due donne giudici della Corte Suprema sempre nello stesso Stato.

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Fonte: Daily Muslim

La stampa locale fa ricadere la colpa dell’omicidio di Mursal Waheedi, Shnaz Rauf e Saadia Sadat ai gruppi jihadisti e ai talebani, proprio perché, le tre donne, erano tre giornaliste che lavoravano per la tv e radio privata Enikass. Erano tre donne che lavoravano, che si facevano strada da sole, che avevano quel briciolo di libertà, ma i terroristi hanno deciso che non andava bene. C’era anche una quarta ragazza che è riuscita a sopravvivere.

Passiamo ora alle quasi 300 studentesse che erano state rapite e, fortunatamente, liberate in Nigeria. «Stavamo dormendo di notte quando all’improvviso abbiamo cominciato a sentire degli spari. Sparavano senza fine. Ci siamo alzate dal letto e la gente diceva che dovevamo correre, che erano ladri», racconta una delle ragazze. In questo caso si tratta, ovviamente, di diritti umani molto più in generale perché in Nigeria ci sono davvero tanti rapimenti, tuttavia ritengo che si sia parlato troppo poco di questa situazione.

E la collego anche al razzismo e al sessismo, perché, cercando informazioni sulla condizione delle donne in Nigeria, Google mi consiglia: donne nigeriane caratteristiche, ragazze nigeriane carattere, andare a nigeriane e ovviamente i soliti bella nigeriana, nigeriane sulla strada. Devo davvero commentare una cosa del genere nella giornata internazionale dei diritti delle donne? Devo ancora ricordare quanto la donna sia considerata solo un oggetto da sessualizzare?

E, a proposito di ciò, spostiamoci in Italia. Negli scorsi giorni c’è stato il Festival di Sanremo, lo sappiamo tutti. Ci siamo divertiti, abbiamo ascoltato le nuove canzoni, abbiamo assistito ad Achille Lauro, Madame e ai Maneskin che hanno fatto esplodere il fegato ai boomer, ma adesso parliamo degli articoli dedicati esclusivamente alle donne. Alle cantanti, perché sono cantanti, artiste, considerate come degli oggetti da sessualizzare, come se fossero a Sanremo non per cantare ma per far godere gli uomini di mezz’età.

«Un Sanremo “fuori di seno”: a Gaia il top bianco scende giù e i fan vanno in visibilio», «Elodie, incidente hot all’Ariston. Inciampa sulle scale e dallo spacco vertiginoso si intravede tutto» e persino «Orietta Berti si esibisce e incanta l’Ariston, ma i fan notano un dettaglio sexy». Ma come fai a pensare e ad approvare dei titoli tanto sessisti? Come puoi fregartene così tanto del rispetto verso le donne solo per due visualizzazioni in più? Magari oggi, per la giornata internazionale dei diritti delle donne, avranno anche il coraggio di scrivere qualcosa per il rispetto delle donne.

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Fonte: Twitter

La penultima situazione che voglio sottolineare per la giornata internazionale dei diritti delle donne è quella riguardante le donne in Polonia, di cui ho parlato più volte, ma non è mai abbastanza. Sotto gli occhi dell’Unione Europea, il governo polacco ha ufficialmente reso illegale l’aborto, ha privato le donne di un diritto fondamentale che potrebbe adesso mettere a rischio la propria vita. Proprio oggi ci saranno delle manifestazioni in tutta Europa per sostegno alle donne dello Strak Kobiet.

E sapete qual è la cosa più grave di una situazione già tanto tragica? Che ad aiutare il governo maschilista, sessista e patriarcale è stata proprio una donna, che ha deciso che scegliere per tutte le donne fosse giusto, che ha ritenuto giusto togliere ad altre donne un diritto fondamentale solo perché a lei non serve. Lei oggi festeggerà la giornata internazionale dei diritti delle donne?

Concludiamo con uno dei drammi che abbiamo avuto in Italia in questi giorni e su cui molti personaggi di destra hanno deciso di lucrarci per raccattare voti e consensi. La direttore d’orchestra a Sanremo che ha scelto di farsi chiamare direttore invece che direttrice. Dietro questa scelta ci sono diverse opinioni. Chi la usa come paladina contro il politically correct come se la lingua italiana (che grammaticalmente parlando non ha il genere neutro ma si declina al maschile e al femminile) fosse qualcosa contro cui combattere.

C’è invece chi le fa notare che se lei vuole farsi chiamare direttore va bene così. È una sua scelta e nel privato può fare quello che vuole. Tuttavia una professoressa non sceglie di farsi chiamare professore, proprio perché, nella lingua italiana che è una lingua declinabile c’è un genere femminile e un genere maschile. Per cui scegliendo di farsi chiamare al maschile invece che al femminile, non solo sembra che sminuisca la professione al femminile, ma è anche grammaticalmente scorretto.

Buona giornata internazionale del diritto delle donne, a chi è donna nel cuore, nel corpo o nell’animo. Ma adesso chiedo a voi: nella giornata internazionale dei diritti delle donne, chi volete ricordare? Per chi volete lottare? A chi volete dedicare questa giornata?

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