Denise Pipitone: tra le intercettazioni considerate sempre inattendibili e la situazione di “Asparino”

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Il caso di Denise Pipitone continua a far domandare alle persone cosa la procura di Marsala si aspetti per trovare dei colpevoli. Ma soprattutto fa domandare per quale motivo le intercettazioni all’avv. Frazzitta o alla famiglia di Denise siano tutte ben udibili, mentre quelle alla famiglia di Anna Corona sono molto disturbate e soprattutto tutte considerate inattendibili. Cosa bisogna sentire in un’intercettazione per far sì che sia considerata attendibile? Nome e cognome? Perché quel «Asparino» sembra chiaro a tutti, tranne a chi di competenza.

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Denise Pipitone

Abbiamo visto la scorsa settimana come il caso di Denise Pipitone, bambina rapita 17 anni fa nell’indifferenza comune, rischi di essere archiviato ancora una volta per mancanza di prove, sebbene, come ai tempi, ci fossero delle intercettazioni mai spiegati, degli alibi mai confermati o addirittura smentiti, dei movimenti non confermati e persino delle testimonianze, anni fa (come oggi) non ritenute attendibili. Leggere il post di Piera Maggio in cui afferma che lotterà affinché il caso del rapimento di sua figlia non cada nuovamente nel dimenticatoio ci ha trasmesso tanta sofferenza, non solo nei suoi confronti ma anche per la magistratura italiana.

Perché, ricordiamoci, che non trovare Denise Pipitone ma soprattutto non trovare i colpevoli non è un fallimento di Piera Maggio o dell’avv. Frazzitta, ma è un fallimento italiano. Aveva 4 anni quando è scomparsa e le indagini sono state svolte con i piedi, quasi come non si volesse trovare la bambina, o forse quasi come se non si volessero trovare i colpevoli. È possibile che dopo mesi di indagini attente (senza considerare quelle negli anni precedenti) ancora non si riesca ad accertare almeno un nome?

E ricordiamoci che non ci importa neanche se pensate che Denise Pipitone sia morta. Non ci importa che vi siate stancati di sentir parlare del suo caso, perché se foste scomparsi anche voi da bambini, avremmo continuato a cercare e lottare anche per voi, perché nessuno merita di essere abbandonato al suo destino. Anche se Denise fosse morta, merita giustizia, e chi è stato il mandante e il suo assassino merita di marcire in galera. È così che funziona uno stato civile. Compi un reato e vieni punito, ma evidentemente vivete nelle caverne se ritenete accettabile archiviare un caso non risolto.

Il caso di Denise Pipitone è tornato sulla bocca di tutti, dai social ai programmi televisivi, da quando Olesya, una ventenne russa alla ricerca della sua mamma, ha contattato un programma russo. E subito la ragazza ci è sembrata la nostra Denise, scomparsa da 17 anni. Tuttavia, il gruppo sanguigno non coincideva con quello della bambina, per cui la storia si è chiusa in quel momento. O così si pensava. Perché qualche settimana dopo siamo stati avvisati della riapertura delle indagini sulla scomparsa della bambina, anche in seguito a tutti gli errori che sono stati fatti nel primo periodo.

Le indagini sono state piene di depistaggi, di bugie, di cose che non tornano, di intercettazioni che non funzionano solo con le persone indagate e qualche mese fa durante una puntata di Chi l’ha visto ci abbiamo aggiunto anche la mafia. Ma la madre di Denise Pipitone, così come tantissime persone che da anni cercano giustizia, vorrebbero solo che la bambina tornasse finalmente fra le braccia della sua famiglia che, per tutti questi anni, non ha perso la speranza e continua ad aspettarla. Ogni giorno ci sembra di essere più vicini alla verità ma allo stesso tempo non ci vogliamo illudere, e quindi non ci resta che, ancora, inesorabilmente, aspettare.

Negli ultimi mesi abbiamo seguito con tanto interesse non solo le indagini riaperte di recente ma anche le vecchie intercettazioni che non sono minimamente state prese in considerazioni all’epoca dei fatti. Abbiamo visto come il signor Battista Della Chiave non è stato minimamente ascoltato, con un’interprete ancora troppo inesperta che non è riuscita a comprendere quello che l’uomo davvero volesse dire. Oggi Denise Pipitone non è ancora a casa, ma speriamo che questa sia solo una situazione temporanea. Intanto leggiamo le ultime dichiarazioni da chi non ha mai smesso di cercarla per un solo giorno.

Le ultime intercettazioni riguardo il caso di Denise Pipitone

Ormai i nomi di Giuseppe Della Chiave e Anna Corona non hanno più niente a che fare con il caso della scomparsa, o meglio del rapimento, di Denise Pipitone, almeno per adesso. Il primo era stato indagato e archiviato anche nella vecchia inchiesta, ma poi la nuova indagine si è riaperta «sulla base di una dichiarazione falsa in cui veniva indicato che il signor Della Chiave e, se non mi sbaglio anche la compagna, erano stati visti in prossimità di una stazione con una bambina», ha detto l’avvocato Walter Marino, che si occupa della difesa del nipote di Battista, che ai tempi raccontò di aver visto il ragazzo in compagnia di Denise.

Anna Corona, ex moglie di Piero Pulizzi, padre biologico di Denise Pipitone, è stata indagata invece in seguito alla testimonianza di una persona che nel 2005 ha visitato lo stabile di via Pirandello dove abitava con le due figlie ai tempi, notante nel garage un rattoppo nel muro, che ha portato alla perquisizione dei Sis, che tuttavia non ha portato a nulla di fatto. Negli ultimi mesi è stata anche accusata da una donna romana che aveva affermato di esser stata nell’Hotel Ruggero II, dove la Corona lavorava ai tempi, e che aveva visto una bambina con lei.

Tuttavia, in seguito ha affermato di aver inventato tutto, «ma non riesco a trovare una motivazione per cui ho fatto tutto questo. Sarò stata suggestionata, non volevo fare del male a nessuno. Ho maturato un grosso dispiacere per il sequestro di una bambina e ne ho fatto un fatto personale. Sono stata martellata da trasmissioni televisive che non fanno altro che parlare del sequestro della bambina e ho ritenuto giusto fare quello che ho fatto». In realtà, però, ha solo fatto perdere tempo.

Inoltre ci sarebbe stata un’altra testimonianza, poi ritenuta non attendibile, che racconta come Anna Corona durante una cena le avrebbe raccontato mimando il gesto di un taglio alla gola che Denise Pipitone fosse morta. Ha raccontato anche che il corpo poi sarebbe stato abbandonato in un magazzino non indicato, ma, come abbiamo scritto, è stata ritenuta non attendibile. Tuttavia, ci sono sempre tantissime cose che non tornano. Dov’era Anna Corona quando Denise Pipitone è stata rapita? Perché ha fatto mettere l’orario di uscita alla sua collega? Ma soprattutto: qual è la posizione di Gaspare Ghaleb?

Cosa c’entra Gaspare Ghaleb?

Gaspare Ghaleb quando Denise Pipitone fu rapita era il fidanzato di Jessica Pulizzi, sorellastra della bambina, e potremmo definirlo come l’anello debole, perché è colui che più ha cambiato versione, tanto che sul web è conosciuto soprattutto per i suoi vuoti di memoria. L’ultima riguarda un’intercettazione che ha coinvolto l’ex moglie di Pulizzi, la figlia maggiore e la nonna di quest’ultima. Nel background c’è una trasmissione con l’avvocato Frazzitta e il legale ha appena affermato che ci sono quattro persone che sono a conoscenza di ciò che è avvenuto, ma non parlano.

Allora le donne cominciano a commentare la dichiarazione, iniziando a parlare di un Asparino, che ovviamente ci porta a Gaspare, Gasparino Ghaleb. Jessica dice «sempre appeso», la madre le risponde con «Asparino teniamolo verso di noi» e la nonna controbatte con un «E che ha… Pure lui l’ha presa». Evidentemente però per la procura questo non è abbastanza, pretendono nome, cognome e dettagli. Tuttavia il significato di queste intercettazioni sempre più che evidente.

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Ma noi crediamo a Gaspare Ghaleb, in fin dei conti non ha cambiato versione chissà quante volte. Lui dice di non essere lui quel Asparino e la procura gli crede. Eppure nei commenti sotto i suoi post su Facebook, come fa notare l’utente Twitter Alysia Rizzo, i suoi amici lo chiamano «Asparì, Asparino, Asparinu», ma sarà il suo ennesimo vuoto di memoria. «Ci sono prove di dominio pubblico che forse qualcuno ha dimenticato, prima di dire in procura: “Asparino non sono io”», ha scritto la donna su Twitter, postando gli screen delle prove.

Intanto anche il Vescovo di Mazara del Vallo, Mons. Mogavero e il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, rinnovano la richiesta ai cittadini di dire la verità: «Denise ti sta davanti e ti chiede di dire la verità. Finitela di stare nel vostro silenzio, liberatevi la coscienza», ha detto il primo. Il secondo, invece: «La nostra città ha un debito, non siamo riusciti a capire il dolore e la frustrazione di questa mamma che urlava la sua richiesta di verità».

🔷️ "Denise ti sta davanti e ti chiede di dire la verità". Appello del Vescovo di Mazara del Vallo Mons. Mogavero a chi…

Pubblicato da Piera Maggio su Mercoledì 22 settembre 2021

La storia di Denise Pipitone

Vi invito a visitare il sito ufficiale creato dalla famiglia di Denise Pipitone per informarvi meglio su questa storia. Noi cercheremo di riassumere, toccando però tutti i punti fondamentali. Era il primo settembre 2004, una bella giornata in Sicilia e la piccola Denise di quattro anni giocava nel giardino con la sua cuginetta. In quella strada abita anche una zia, che la vede correre verso casa alle 11.45 circa. Ma Denise Pipitone a casa non è mai tornata. Da quel momento, iniziano le ricerche.

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Denise Pipitone

Un mese e mezzo dopo la sua scomparsa, Denise Pipitone è avvistata a Milano con un gruppo di nomadi, un uomo, due donne e tre bambine. La donna parla una lingua straniera, mentre la bambina italiano, come si vede da un video registrato da una guardia giurata che intanto avverte le autorità che purtroppo arrivano troppo tardi. I carabinieri sono convinti che quella fosse proprio Denise Pipitone.

Da quell’ottobre 2004, nonostante i tanti appelli della madre, i presunti avvistamenti (insieme anche a molte persone che pensano di essere la piccola siciliana, tra cui Olesya) che non hanno mai portato a nulla, la mamma di Denise Pipitone, Piera Maggio, non ha mai perso le speranze, e noi ci auguriamo che prima o poi potrà abbracciare nuovamente sua figlia, e soprattutto avere la giustizia che merita.

A maggio 2021 la Procura di Marsala ha deciso di riaprire il caso di Denise Pipitone, scomparsa all’età di 4 anni proprio a causa degli ipotetici errori che ci sono stati nel corso degli anni, insieme a tutti gli ipotetici depistaggi. Al momento le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone sono ancora in corso e, dopo 17 anni, è stata perquisita la casa in cui un tempo abitava Anna Corona. Mercoledì 12 maggio l’avvocato Frazzitta, che si occupa del caso, riceve una lettera anonima in cui vengono svelati degli importanti dettagli per l’indagine.

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