Onda Pride 2021 a Brindisi: mai così colorata

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Ieri abbiamo marciato per le strade di Brindisi insieme all’Onda Pride del 2021, ed è stato bello, bellissimo. È stato magnifico vedere tanta gioventù, fiera e senza vergogna di essere, ma anche tanti adulti e persone anziane che li accompagnavano per le strade colorate di Brindisi, orgogliosi dei propri figli, dei propri nipoti, ma comunque disposti a lottare per il loro futuro. Ci sono stati tanti leoni da tastiera, probabilmente di quelli che a un Pride non ci sono mai stati e che appena vedono un ragazzo mano nella mano con il proprio compagno censurano gli occhi del figlio, permettendogli poi di vedere programmi televisivi in cui si oggettivizza il corpo della donna.

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Una mamma con una bambina che sventolava la bandiera arcobaleno

È stato un lungo corteo con circa 3500 persone, il primo a Brindisi in tutta la storia del Pride e per questo possiamo essere fieri anche di aver partecipato alla storia. C’erano bambini felici di vedere tanti colori nelle bandiere, nelle bandierine, nelle ghirlande, insieme ai genitori che gli insegnavano cosa fossero l’amore e il rispetto per il prossimo, valori presenti anche nella Bibbia ma che in molti hanno dimenticato. C’erano adolescenti felici che si tenevano per mano e non avevano paura che uno psicopatico omofobo lǝ picchiasse solo perché omosessuali. C’erano adulti orgogliosi della strada fatta, ma ancora consapevoli di dover lottare.

C’erano persone omosessuali, lesbiche, bisessuali, transgender, pansessuali, asessuali, no-binary e anche eterosessuali, tutti a marciare per i diritti umani di persone che nel 2021 ancora vengono discriminate perché amano e perché sono. Perché il Pride è questo. Il Pride è la marcia per i diritti umani, per essere liberi di indossare quel che si vuole, di essere chi si vuole, di amare chi si preferisce. Non è una carnevalata, non è un modo per plagiare i bambini, non è un modo non un modo per farsi vedere.

Anzi, sì, è un modo per farsi vedere e urlare al mondo che anche le persone della comunità LGBT esistono e meritano di avere gli stessi diritti di un eterosessuale. E chi dice che gli eterosessuali non fanno una parata, si facciano due domande. La parata degli eterosessuali è ogni giorno, perché agli eterosessuali non sono mai stati privati dei diritti solo perché amavano una persona del sesso opposto. A questo dovrebbero arrivarci tutti, ma comprendiamo che quando si posseggono sempre dei diritti, non ci si rende conto di essere privilegiati.

Salento Pride a Brindisi: la marcia per amare

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Le persone con le mascherine al Pride di Brindisi

Il raduno per l’inizio del Pride è stato davanti al tribunale, dove molte persone hanno cominciato a radunarsi sin dalle 15:00, per poi cominciare a marciare verso le 18:00. Ad aprire l’evento è stata Eleonora Magnifico, artista, attivista transfemminista queer, icona cult pugliese e prima cantautrice transgender italiana, un volto e una voce simbolo della lotta LGBT pugliese e italiana, che in quest’occasione ha anche invitato le persone a marciare cercando di mantenere le distanze e, qualora non fosse stato possibile, di indossare le mascherine. E, a proposito di questo, parliamo di come i geni brindisini paragonino una parata per i diritti umani alla festa patronale.

Partiamo dal presupposto che noi in quelle strade ci abbiamo marciato, abbiamo vissuto il Pride e quindi possiamo dirci tanto soddisfatti di quel che abbiamo visto. Mentre si camminava le persone riuscivano a mantenere le distanze, il problema avveniva nel momento in cui, quelle 3-4 volte, ci siamo fermati per ascoltare le testimonianze delle persone, ma, anche in quel momento, le persone senza mascherina erano davvero una minoranza. Invece a mare, quando si ammassano tutti sulla spiaggia libera, la indossano la mascherina? Oppure si preoccupano degli assembramenti solo quando riguardano le persone omosessuali?

Alla testa della parata, a reggere la bandiera arcobaleno, c’è stato il primo cittadino brindisino, Riccardo Rossi, con una fascia arcobaleno sul petto e accompagnato da alcuni rappresentanti della giunta e diversi consiglieri comunali. Alla fine di via Indipendenza, il nostro sindaco ha fatto un discorso, ed è stato un discorso meraviglioso che ci ha fatto venire la pelle d’oca. Per le sue parole ma perché siamo stati anche felici di essere rappresentati da un sindaco che ha a cuore tutte le persone, e non solo quelle eterosessuali:

«Grazie Brindisi, per aver portato la vostra energia, la vostra passione e il vostro amore. Vi ringraziamo, è la prima volta che Brindisi ospita il Pride e rivendica i diritti di amare e di essere amati come si vuole. Un grande pensiero a quello che sta succedendo in Afghanistan. In questa piazza e con la vostra energia deve arrivare la spinta al governo per aprire i corridoi umanitari, salviamo la gente in Afghanistan, bisogna portarle in salvo. Grazie a tutti, speriamo di rivederci il prossimo anno»

Riccardo Rossi, sindaco di Brindisi
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Un pensiero per ciò che accade in Afghanistan

Gli interventi, dopo quello del sindaco, sono stati tanti e sono stati tutti intensi, con persone che non hanno parlato mai d’odio, non hanno mai parlato di privazione di diritti, non hanno mai mancato di rispetto nessuno, ma, al contrario, hanno cercato di far comprendere l’amore a tutti, a chi si trovava già per quelle strade a marciare, a chi si fermava curioso a registrare e scattare foto, a chi salutava dalle finestre, a chi semplicemente passava per caso.

Il messaggio è stato forte e sentito per tutti, e il fatto che ci fossero dei bambini è solo stato un plus, perché le nuove generazioni devono essere migliori di quelle che commentano su Facebook con rabbia e odio non poi così represso. Perché ieri io non ho visto un Carnevale. Non ho visto una manifestazione folkloristica, non ho visto una pagliacciata. Ho visto solo tanta gente con la mascherina urlare di amare e farlo con degli occhi felici, alcuni mano nella mano con i propri compagni, altri con gli amici di sempre, altri con la propria famiglia.

Se le drag queen per voi sono una pagliacciata o un carnevale, provo solo tanta pietà, perché è essere drag è una forma d’arte ed è una delle forme d’arte più belle (p.s. sin dall’antichità degli uomini si travestivano da donne per recitare, quella non era arte?). Se non bastasse, il Pride è una manifestazione anche politica, e infatti una senatrice di Roma che ha parlato del DDL Zan:

«Un saluto da Roma e dal Senato, dove c’è una legge ostaggio di Ostellari e della Lega. Cosa dice questa legge? Che non si possono discriminare le persone per come amano. Dice che non si possono discriminare le persone in base al loro orientamento sessuale e identità di genere. Questa legge è ferma perché qualcuno dice che noi siamo ideologia. Che la comunità LGBT è ideologia e invece oggi qui c’è la dimostrazione che è carne, che è vita, che ci sono persone vere, che questa è la realtà.

Noi non ci fermiamo, non ci interessa cosa fa Orban, noi non vogliamo essere come quei paesi, noi vogliamo essere l’Italia, che merita di essere in testa nel rispetto dei diritti civili e della persona. Questa è una legge necessaria, l’Italia l’aspetta da oltre 25 anni. Il tempo è scaduto, dimostriamoglielo con tutta la nostra forza.»

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Una ragazza chiede l’approvazione del DDL Zan

Ma non è stato l’unico intervento degno di essere ascoltato. Uomini, donne, lavoratori e lavoratrici, hanno voluto far sentire la propria voce tra le urla di consenso e ringraziamento delle persone che lǝ ascoltavano attenti, anche sulle LGBT-Free Zones polacche: «Brindisi sei meravigliosa. Non sei stata mai così entusiasta. Noi siamo qui oggi per fare molto più di Zan. Noi andiamo avanti, non sarà una legge a fermarci, non sarà la destra, non saranno regimi di potere a fermarci. Noi oggi giorno cerchiamo di fare informazione, di sensibilizzare sulle discriminazioni che sono ancora maggiori a Świdnik, città gemellata con Brindisi, una delle LGBT-Free Zones, e il nostro sostegno va anche ai nostri fratelli e sorelle polacchǝ».

I temi affrontati sono stati tanti e sono stati tutti importanti per le persone che li ascoltavano ma anche per chi non li ha ascoltati e avrebbe dovuto. Sono stati temi di libertà, temi di amore, temi di antidiscriminazione. Se si pensa che il Pride è un carnevale solo perché ci sono le Drag Queen, solo perché è colorato, dovreste pensare di viverlo, di scendere nelle strade e ascoltare quelle persone che non si permettono di pregiudicare qualcuno sulla base di un’opinione comune.

«Mi chiamo Bea, sono un’antifascista e solo dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani Italiani. C’è stato un partigiano, indimenticabile, Tina Costa, che pochi anni fa, nel 2018, partecipava ancora ai Pride e ha detto, 92 anni: “L’orientamento sessuale non può e non deve essere un fattore di discriminazione. Quando abbiamo combattuto per conquistare la libertà non era mica solo per noi? Io la liberazione non l’ho fatta solo per me. E poi gli omosessuali hanno dato un contributo importante, e spesso taciuto, alla liberazione. In tanti, in tantissimi sono finiti nei forni crematori.“»

Bea, ha spiegato che in Italia gli omosessuali venivano mandati al confine a combattere, ma poi venivano mandati anche nei manicomi perché l’omosessualità era considerata una malattia da curare. Oggi, per fortuna, i medici non la considerano più una malattia, tuttavia è lecito ricordare che in Italia le terapie di conversione non sono ancora illegali, per questo ci sono diverse chiese o associazione che vogliono guarire delle persone che amano o che si sentono di non appartenere al genere in cui si è nati.

In Italia non incarceriamo un omosessuale in quanto tale, ma nelle strade in molti sono stati picchiati, uccisi o persino cacciati da casa in quanto tali, con che coraggio diciamo che in Italia non c’è un problema omofobico? Con che coraggio, proprio dopo aver ascoltare gli interventi in Senato contro il DDL Zan in cui gli omosessuali venivano paragonati ai pedofili, abbiamo il coraggio di dire che in Italia non c’è un problema di omofobia?

Il Salento Pride si è concluso nell’amore e nel rispetto, nell’antidiscriminazione, nell’antisessismo, con tanti interventi interessanti, tanti colori, tante risate e sicuramente tanta crescita personale. Anche se, le persone che più hanno bisogno di crescere e maturare, non si trovavano in quelle strade ma davanti a un pc o a uno smartphone a parlare di discriminazione perché loro non possono andare alla festa patronale, perché loro non hanno bisogno di un pride senza rendersi conto che il loro pride è ogni giorno. Il prossimo anno invitiamo tutti a partecipare, così si renderanno conto che il Pride è più di una carnevalata. Il Pride è la vita.

L’Amore Vince Sempre! Brindisi Pride 2021 #pride #brindisi

Pubblicato da Riccardo Rossi Sindaco di Brindisi suSabato 21 agosto 2021

Gallery del Salento Pride a Brindisi

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