Pride month giugno 2021: i colori della libertà

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Diamo il benvenuto a giugno 2021, il mese interamente dedicato alla comunità LGBTQIA+! Per tutto il mese di giugno si celebra in tutto il mondo il pride month, un mese ricco di colori, eventi e manifestazioni in nome e per la difesa dei diritti dell’intera comunità LGBTQ+.

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Fonte: Twitter

I gay pride, o più correttamente pride, sono manifestazioni in cui i partecipanti marciano pacificamente per le strade delle città per rivendicare i propri diritti; sicuramente tutti quanti ne abbiamo sentito parlare o abbiamo visto qualche foto al telegiornale, ma non dobbiamo dimenticare le origini del pride month: ecco perché abbiamo deciso di ripercorrere la storia del pride a partire dal 28 giugno 1969.

La storia del pride month

In una calda notte dell’estate 1969 a New York la polizia fece irruzione allo Stonewall Inn, un club frequentato da omosessuali situato a Greenwich Village.

Negli anni ’60 erano frequenti le retate della polizia in bar e locali con arresti di massa e sospensione della licenza per tutti i gestori che servivano alcolici a persone omosessuali. Ma nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 l’ennesima irruzione violenta fece divampare la rivolta dei clienti, del personale e dei residenti allo Stonewall Inn, dando vita a giorni di scontri contro gli agenti della polizia.

Da questo episodio nacque il Gay Liberation Front, e in definitiva tutto il movimento per il riconoscimento dei diritti della comunità LGBT+. Tra i tanti leader delle rivolte c’era una donna nera, trans, bisessuale, Marsha P. Johnson, che guidò il movimento sostenendo un chiaro messaggio: l’istituzione di luoghi in cui le persone LGBTQ+ potessero andare senza sentirsi discriminate per il proprio orientamento sessuale.

Bill Clinton è stato il primo presidente degli Stati Uniti a riconoscere ufficialmente il pride month nel 1999 e nel 2000. Poi, dal 2009 al 2016, Barack Obama ha dichiarato il mese di giugno come mese ufficiale per il pride month LGBT.

Perchè si celebra a giugno?

Perché proprio quella notte il clima di oppressione è degenerato in una rivolta? Gli storici non dimenticano che correva l’anno ’68, uno degli anni di svolta per manifestazioni e proteste in favore dei diritti civili, dalla guerra del Vietnam ai movimenti della comunità nera alla causa in favore degli omosessuali.

Mai prima d’ora era esistito un vero e proprio movimento di liberazione ed emancipazione per la comunità LGBTQ, non esisteva libertà e non vi era pace per coloro che desideravano semplicemente esprimere sé stessi.

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Fonte: Twitter

Ancora oggi di fronte al locale Stonewall Inn ci sono quattro statue che rappresentano due coppie composte da due ragazzi e due ragazze, seduti sulle panchine del piccolo parco di Christopher Street dove dal 1991 chiacchierano tra loro non curanti del trafficato incrocio, in ricordo della notte in cui tutto è iniziato.

Da allora, ogni mese di giugno è il pride month per eccellenza, ogni 27 giugno si ricorda la battaglia colorata di quelle persone che scendono in piazza ogni anno dal 1970 indossando ciò che desiderano, elogiando l’amore in tutte le sue forme.

Perché le manifestazioni sono chiamate pride?

“Ma è contro natura” – “Si tutto bello ma comunque se davvero si sentissero in pace tutta questa pubblicità non se la farebbero…vedete così frequentemente una donna ed un uomo che si baciano? No!” – “Ma Carnevale non si festeggia a febbraio?” –

“Ma gli etero non fanno i pride” – “Ma come vanno vestiti, perché devono ostentare il fatto di essere gay, io che sono etero non ho bisogno di farlo” –

Ok, boomer. Rilassati, siediti comodo sul tuo divano e leggi questo articolo, siamo qui per spiegarti quali sono le motivazioni alla base del pride.

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Fonte: Twitter

È opportuno ricordare che la legislazione degli Stati Uniti e di molti altri paesi proibiva a persone dello stesso sesso di tenersi per mano in pubblico, di baciarsi, di essere felici della propria relazione e persino di indossare vestiti tipicamente associati al genere maschile o a quello femminile.

La parola pride è stata scelta perché simboleggia la volontà di rivendicare pubblicamente la libertà di riconoscersi per quello che si è, in contrapposizione alla vergogna di essere omosessuale.

In alcuni paesi ancora oggi la comunità LGBTQ non è riconosciuta, esiste ancora la paura di essere scoperti, perseguitati, addirittura uccisi.

Ad oggi in 69 paesi l’omosessualità è considerata illegale, e solo 28 paesi nel mondo hanno riconosciuto il matrimonio per persone dello stesso sesso, mentre solo 34 paesi riconoscono alcuni diritti per le coppie omosessuali. Da questa immagine potete osservare alcuni dati relativi alle stime appena citate.

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Fonte: EQUALDEX – https://www.instagram.com/spaghettipolitics/?hl=en

Esatto Giovanna, gli eterosessuali non hanno alcun bisogno di dimostrare le proprie passioni, poiché qualsiasi dimostrazione di esse, dal commento ad una ragazza al semplice bacio tra due innamorati, è perfettamente accettato da parecchi anni, al contrario non si può dire ancora lo stesso per i diritti della comunità LGBTQ+.

La “rainbow flag” della comunità LGBTQ+ fu disegnata dall’artista Gilbert Baker nel 1978. In origine vi erano otto colori, oggi ne vediamo sei: il rosso per la vita, l’arancione per la salute, il giallo per la luce del sole, il verde per la natura, il blu per la serenità e infine il viola per lo spirito.

Nacque così la bandiera simbolo del pride, che da più di quarant’anni rappresenta la lotta di milioni di persone per un mondo che riconosca a tutti il diritto di amare ed essere amati senza doversi nascondere.

Il pride month viene celebrato dalle comunità LGBTQ in quasi tutto il mondo. Tra i numerosi luoghi troviamo:

  • Tel Aviv, dove si trova la più grande comunità LGBTQ+ in Medio Oriente
  • Londra dove la parata giunge fino a Piccadilly Circus, Lower Regent Street e Trafalgar Square
  • Taipei (in Asia) dove il parlamento di Taiwan ha recentemente approvato un disegno di legge che approva il matrimonio tra persone dello stesso sesso
  • Berlino, in cui il Pride della capitale tedesca è chiamato Christopher Street Day per rendere omaggio alle rivolte di Stonewall
  • Reykjavika, città islandese celebra la diversità e la solidarietà LGBTQ+ ogni anno dal 1999, con l’evento che ora si è trasformato in una celebrazione che dura 10 giorni

I pride non sono dei cabaret e le persone che vi aderiscono non sono dei fenomeni da circo; la libertà di espressione è uno dei diritti fondamentali dell’essere umano in tutte le sue sfaccettature.

Consiglio ai lettori di dare un’occhiata alla nuova docuserie intitolata Pride, potrebbe essere un’occasione per approfondire la vostra conoscenza sulla storia di una lotta combattuta ancora oggi, la storia dei pride.

Concludo questo articolo con una canzone che mi sta molto a cuore, buon ascolto e buona lettura a tutti!

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